Benni McCarthy Porto 2004Getty Images

Le 'gangster leagues', la Champions con Mourinho, la sliding door con Drogba: la storia di Benni McCarthy

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Considerato uno dei calciatori sudafricani più talentuosi - non solo della sua generazione ma di sempre - ha toccato vette altissime come alzare la Champions League con il Porto di Mourinho ed è sceso fino ai dilettanti, come in occasione della partita con la formazione di sesta serie del calcio scozzese. Una parabola che lo ha portato a toccare il cielo con un dito proprio con la maglia dei 'Dragoes', prima di appendere gli scarpini al chiodo dopo aver conquistato il titolo in due continenti e con tre squadre diverse in altrettanti campionati.

Oggi Benedict Saul McCarthy, più conosciuto con il semplice nome di Benni McCarthy, resta il miglior marcatore di sempre dei 'Bafana Bafana', la nazionale del Sudafrica, con 31 goal realizzati in 80 apparizioni ufficiali. Un motivo di vanto per l’ex attaccante del Porto.

Nato 45 anni fa a Città del Capo, McCarthy è cresciuto nel difficile sobborgo di Hanover Park. Lì, alla fine degli anni '80, il calcio si mischia alle guerre sociali tra i boss locali e le gang, che controllano anche quel gioco amato da tutti organizzando le partite. Papà Dudley cerca di tenere Benni lontano dalla malavita e da coloro che a 11 anni gli portano via il suo migliore amico, Reginald, colpito da un proiettile vagante mentre era in strada a giocare proprio con McCarthy.

Benni dimostra subito di avere talento e prova a seguire le orme del fratello maggiore Jerome, ex calciatore professionista che ha vestito le maglie - tra le altre - del Kaizer Chiefs. In realtà, ben presto scoprirà di essere molto meglio del fratello.

Dopo aver mostrato tutta la sua classe nelle sfide nel sobborgo di Città del Capo, McCarthy entra far parte della squadra chiamata Young Pirates e gestita dagli zii, prima del passaggio nel settore giovanile di un altro club locale, i Crusaders.

Le qualità sopra la media di McCarthy risaltano all'occhio e i Seven Stars, club di prima divisione sudafricana, decidono di assicurarselo e fargli firmare il primo contratto all'età di 17 anni: Benni passa il primo provino ed entra ufficialmente a far parte della squadra.

Benni McCarthy of Bafana Bafana.Citizen.co.za.

Dalle 'gangster leagues' di Hanover Park ai professionisti. Il salto è tutt'altro che semplice, ma Benni non risente. Il classe 1977 inizia a segnare a raffica e dopo la Coppa d'Africa Under 20 e il Mondiale Under 20 del 1997 in Malesia, McCarthy convince l'Ajax a portarlo ad Amsterdam.

Ma non è tutto. Il club olandese decide di investire in Sudafrica: dalla fusione tra Seven Stars e Cape Town Spurs nasce l'Ajax Cape Town, una famosa accademia con sede a Parow, nella parte est di Città del Capo.

Anche questa volta, McCarthy non si lascia travolgere dal cambiamento e ci mette poco ad adattarsi all'Olanda e al calcio europeo. Compagno di squadra di calciatori del calibro di de Boer, Litmanen e Laudrup, l'allora 20enne conclude la prima stagione con 10 goal e 1 assist in 25 apparizioni tra tutte le competizioni e porta a casa da protagonista il titolo di Eredivisie e della Coppa d'Olanda, i primi trofei alzati al cielo in Europa. L'inizio di un lungo cammino che lo vedrà trionfare in diverse occasioni.

Nel 1998, McCarthy viene eletto miglior calciatore della Coppa d'Africa dopo aver trascinato il Sudafrica fino alla finale, persa contro l'Egitto di Hossam Hassan per 2-0. Con sette reti, di cui quattro contro la Namibia, l'attaccante dei 'Bafana Bafana' si aggiudica il titolo di capocannoniere insieme al centravanti egiziano, che viene nominato cannoniere del torneo.

Nello stesso anno, il Sudafrica partecipa anche alla Coppa del Mondo in Francia. La nazionale viene eliminata al primo turno, ma anche in quest'occasione Benni trova il modo di scrivere la storia: segna nell'1-1 contro la Danimarca ed è il primo sudafricano a realizzare una rete nella Coppa del Mondo.

Nella stagione successiva, Benni si conferma un ottimo finalizzatore e colleziona altre 13 reti in 28 partite e porta a casa un'altra Coppa d'Olanda, prima di fare le valigie e volare in Spagna, ed esattamente in Galizia, per vestire la maglia del Celta Vigo.

Benni McCarthy of Celta VigoGetty Images

Il 24 luglio 1999, Benni McCarthy accetta un contratto da 38,5 milioni di rand sudafricani e lascia l'Ajax per circa sei milioni di euro, diventando il calciatore sudafricano più pagato fino a quel momento. Resterà in Spagna quattro anni, fino al 2003, ma dopo una prima annata ad altissimo livello con 14 goal tra Liga e Coppa UEFA, pian piano viene declassato nelle gerarchie dell'allenatore Victor Fernandez, trovando sempre meno spazio.

La svolta nella carriera di McCarthy arriva nel mercato invernale della stagione 2001/2002. Il sudafricano continua ad avere poco spazio nel Celta Vigo e cerca una nuova destinazione. Ad accontentarlo è il Porto allenato da un giovanissimo José Mourinho, che convince il club galiziano a cederlo in prestito. L'impatto col campionato portoghese è mostruoso: 12 goal e 2 assist in 11 presenze. Numeri da capogiro.

Il classe 1977 continua a vestire i panni di leader tecnico e carismatico della sua nazionale. Eliminato nei quarti di finale della Coppa d'Africa per mano dei padroni di casa del Mali, il Sudafrica vola in Corea del Sud e Giappone per la Coppa del Mondo. Il copione è lo stesso di quattro anni prima: 'Bafana Bafana' eliminati al primo turno e McCarthy che lascia il segno, questa volta nella confitta per 3-2 contro la Spagna.

Durante l'estate 2002, il Porto fa tutto il possibile per riportare alla corte di Mourinho Benni, fondamentale nella conquista del terzo posto e del pass per la Coppa UEFA. La crisi finanziaria non consente ai 'Dragoes' di riprendere McCarthy, che resta al Celta Vigo e vive una situazione frustrante: Victor Fernandez non lo considera un titolare e lo tiene in panchina per tutta l'annata 2002/2003.

Proprio in quella stagione, sotto la guida di Mourinho il Porto vince il campionato, la Coppa di Portogallo e proprio quella Coppa UEFA conquistata grazie anche ai goal di McCarthy nella stagione precedente.

L'incubo di Benni si conclude l'estate successiva. Il Porto cede Helder Postiga al Tottenham e utilizza il tesoretto per acquistare Benni McCarthy dal Celta Vigo, questa volta a titolo definitivo.

Mourinho gli affida la maglia numero 77 e il sudafricano non delude le attese con una partenza super: tre goal nelle prime partite dell'anno. Benni segna anche in Champions League con la doppietta nella fase a gironi nel 2-1 sul Partizan Belgrado. L'inizio di un cammino memorabile per il Porto dello 'Special One', che alzerà al cielo quel trofeo.

Su quel trionfo storico c'è indelebilmente la firma di McCarthy. Nel nuovo Estádio do Dragão, l'ex Ajax travolge il Manchester United nell'andata degli ottavi di Champions League con una doppietta decisiva del sudafricano. I lusitani ribaltano il risultato, dopo la rete al 14' di Fortune, con una doppietta di Benni, che prima tramuta in goal un cross di Alenichev e poi manda in rete di testa un traversone di Nuno Valente.

A ritorno, il 9 marzo, il goal di Scholes indirizza la qualificazione verso i canali inglesi, ma sulla punizione di McCarthy al 90' l'intervento goffo di Howard spiana la strada a Costinha, che realizza il tap-in vincente. Un goal storico, con Mourinho che corre ad abbracciare i suoi calciatori lungo la linea laterale del campo. Una scena iconica, rimasta nella storia della Champions League e del calcio.

Benni McCarthy Porto Manchester United Champions League 2004Getty Images

C’è ancora una volta lo zampino di Benni, proprio come nei quarti contro il Lione, quando una sua conclusione sbagliata diventa un assist per la rete di Deco. Il 26 maggio 2004 il Porto di José Mourinho alza la Champions League al cielo di Gelsenkirchen dopo il 3-0 sul Monaco di Deschamps. Per McCarthy è l'epilogo di una stagione da sogno: il numero 77 vince il 'Triplete' col Porto, la Scarpa d'Oro grazie alle 20 reti realizzate e diventa il primo sudafricano a conquistare la 'coppa dalle grandi orecchie'.

Ma come ogni bella e intensa storia, anche quella tra il Porto e McCarthy ha una fine. Nell'estate 2006, dopo una nuova doppietta con la vittoria del campionato e della Coppa di Portogallo, McCarthy lascia il Portogallo e si trasferisce in Premier League, tra le fila del Blackburn di Mark Hughes.

Un addio che si sarebbe potuto consumare due anni prima, subito dopo la vittoria della Champions League. L'addio di Mourinho, direzione Chelsea, e l'arrivo per un brevissimo periodo di Luigi Delneri spingono McCarthy a forzare la mano per l'addio, ma i due anni di contatto rappresentano un problema insormontabile. Lo 'Special One' porta a Stamford Bridge Paulo Ferreira e Ricardo Carvalho e ci prova anche per il classe 1977, ma non ci riesce: al suo posto arriverà un certo Didier Drogba dal Marsiglia.

"Quando Mourinho è andato al Chelsea, voleva prendere cinque giocatori: Carvalho, Ferreira, Deco, Maniche ed io. Ero molto vicino al Chelsea. Ho anche fatto le visite mediche, ma i rapporti tra Mourinho e Porto si sono incrinati e non è stato possibile fare ulteriori affari".

L'arrivo di Victor Fernandez, colui con cui il sudafricano aveva avuto un rapporto complicato al Celta Vigo, non facilita l'addio: Benni vuole andare all'Everton, a caccia del sostituto di Rooney, ma la trattativa non si concretizza.

Anche Inghilterra l'impatto di McCarthy è da urlo: il sudafricano va in rete al debutto in campionato con l'Everton e subito dopo in Europa contro il Salisburgo. Nella sua prima stagione in Premier realizza 18 goal, diventato vice capocannoniere del campionato alle spalle proprio di Didier Drogba.

Un infortunio durante la prima giornata e il sorprendente rendimento di Roque Santa Cruz relegano McCarthy a un ruolo di secondo piano nella stagione successiva. Ma nonostante un impiego limitato, il sudafricano riesce a segnare 11 reti tra tutte le competizioni.

Il rapporto tra il Blackburn e McCarthy si incrina definitivamente nella terza annata insieme, quando sulla panchina dei 'Rovers' si siede Paul Ince. In attacco arrivano rinforzi, con Villanueva e Fowler che si aggiungono a un reparto già ben nutrito con Santa Cruz, Roberts e Derbyshire.

Nel mercato invernale, il sudafricano decide di volare a Londra e firmare con il West Ham. Ma l'avventura nelle fila degli 'Hammers' è tutt'altro che indimenticabile: dopo l'infortunio all'esordio il 6 febbraio 2010 nel 2-1 sul Burnley, McCarthy resta fuori per oltre due mesi. 

Alcuni rumors raccontano del malumore di Allardyce per il peso eccessivo di Benni, che in un anno al West Ham disputa appena 326 minuti con sole tre presenze da titolare e nessun goal. Nella stagione successiva viene escluso dalla rosa e gli viene proposto un milione di sterline per la rescissione consensuale, che McCarthy firma nell'aprile 2011. Il classe 1977 lascia il club londinese dopo 14 presenze e nessuna rete.

Termina così il viaggio lungo 14 anni in Europa di Benni McCarthy. Il calciatore di Città del Capo torna a casa, in Sudafrica, dove firma un contratto biennale il 2 agosto 2011 con gli Orlando Pirates.

"Sono entusiasta di essere tornato e spero di dare il mio contributo con il maggior numero di goal possibili per riportare la squadra dove merita".

Il 19 maggio 2012, McCarthy segna una doppietta nello scontro diretto con i Golden Arrow nel 4-2 che consente agli Orlando Pirates di confermarsi campioni del Sudafrica. Benni realizza 10 goal e partecipa al secondo 'Triplete' di fila della sua squadra.

Dopo essere diventato il primo calciatore sudafricano a vincere tre titoli con altrettante squadre in due diversi continenti, dopo quelli con Ajax e Porto, McCarthy annuncia il ritiro il 6 giugno 2013, all'età di 35 anni.

Ma esattamente un anno più tardi, il 13 luglio 2014, Benni fa una comparsa con la maglia del Whitehill Welfare, club di sesta divisione scozzese, in un'amichevole pre-campionato contro l'Hamilton Academical. Il sudafricano segna al 14' e fornisce un assist al compagno Kerr Dodds.

È l'ultima apparizione sul rettangolo verde di gioco di Benni McCarthy, l'uomo venuto da Hanover Park e passato dalle 'gangster leagues' al tetto d’Europa con la vittoria della Champions League.

Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, McCarthy si è trasferito nel 2013 ad Edimburgo e ha iniziato a studiare da allenatore. Sint-Truiden in Belgio, Hibernian nello staff del suo ex avversario in Blackburn-Everton Alan Stubbs, fino al ritorno a casa: il 13 giugno 2017 viene nominato allenatore del Cape Town City. Un'avventura che termina il 4 novembre 2019, quando viene esonerato dopo sole due vittorie in 18 partite. Passa un anno prima di un nuovo incarico: è l'AmaZulu ad affidargli la panchina il 14 dicembre 2020. Un'avventura che prosegue, in attesa di nuovi traguardi, ma questa volta da un'altra prospettiva.

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