Schick Bayer Leverkusen Greuther Furth 2021Getty Images

La rinascita di Schick al Bayer Leverkusen: l'uomo giusto nel posto giusto

Secondo soltanto a Robert Lewandowski, anche meglio di Erling Haaland. Sì, possiamo dirlo: Patrik Schick si sta affermando come uno dei migliori attaccanti d’Europa. Grazie prima di tutto a sé stesso, al suo talento e al suo lavoro, ma anche grazie al Bayer Leverkusen, che nell’estate 2020 ha sborsato 27 milioni di euro per strapparlo definitivamente alla Roma. Soldi che il Lipsia non aveva voluto reinvestire, mentre i Werkself, forti dei quasi 100 milioni incassati dalla cessione di Kai Havertz al Chelsea, non ci hanno pensato due volte.

“Un attaccante di caratura internazionale, che ha dimostrato le sue qualità sia in Serie A che in Bundesliga con continuità. La sua capacità di attaccare la profondità e le sua abilità di finalizzatore sono perfette per il nostro sistema offensivo”

Così Rudi Völler, CEO del Bayer (che a giugno 2022 lascerà la poltrona), descriveva al sito ufficiale del club Schick. Völler, quasi 400 goal in carriera dei quali 47 in nazionale maggiore, di attaccanti ne sa più di qualcosa. E in Schick aveva visto qualcosa di buono. Più di qualcosa. Lo stesso che ci aveva visto la Roma e soprattutto anche Julian Nagelsmann.

“Patrik è il giocatore dei miei sogni”, aveva dichiarato l’allenatore che nel 2019 si era seduto sulla panchina del Lipsia e aveva ricevuto il ceco in regalo in prestito con diritto di riscatto. Un riscatto che non sarebbe mai arrivato.

"Se Patrik me lo chiedesse, gli direi: ‘mi manchi’. Se me lo chiedesse un nostro giocatore, però, direi che Patrik non mi manca”.
“Ha aree di sviluppo in cui può ancora migliorare in modo significativo, nonostante le buone qualità che ha già. È una promessa per il Bayer e un pericolo per le altre squadre. È incredibilmente pericoloso con i calci piazzati, incredibilmente bravo in aria nel prendere i cross da gioco aperto. Ha una tecnica di tiro speciale che è molto, molto buona. È stato molto diligente con noi, ha lavorato molto in fase difensiva, ha iniziato molto, si è sempre messo al servizio della squadra. Il Leverkusen si divertirà ancora molto con lui”.
PATRIK SCHICK LEIPZIG BUNDESLIGA 30112019Getty Images

L’attuale allenatore del Bayern Monaco ci aveva visto giusto, una volta di più. Anche se i numeri non lo assistevano - solo 13 goal tra tutte le competizioni, comunque record stagionale - Schick al Bayer dava già la sensazione di aver trovato la sua dimensione. O quantomeno un percorso che lo potesse condurre alla sua dimensione totale. Un percorso già iniziato a Lipsia, con Nagelsmann, che lo avrebbe voluto già all’Hoffenheim.

Se in Italia non dava l’impressione di poter essere una prima punta ma piuttosto una spalla d’attacco, la Bundesliga lo ha trasformato. A livello muscolare, prima di tutto, ma anche tattico. Per i primi tre mesi a Lipsia non ha visto il campo. Preparazione, recupero. Si è abituato a giocare molto più vicino alla porta, dentro l’area. Dote che a Roma non sembrava appartenergli, men che meno alla Sampdoria — dove aveva segnato 11 goal, miglior bottino personale in campionato, fino a quest’anno ovviamente.

“Una punta centrale classica, tecnicamente valida, forte nel gioco aereo e con la capacità di difendere palla e recuperarla. Sa leggere molto bene il gioco e ha un ottimo senso della posizione quando si trova dentro l’area. Un attaccante molto difficile su cui difendere”.

Questa descrizione era stata tracciata da Simon Rolfes, Direttore Sportivo del Bayer Leverkusen ed ex centrocampista del club renano, proprio nel giorno dell’acquisto di Schick. Chi lo aveva visto in Italia poteva forse storcere il naso. Eppure, con l’applicazione tattica di Gerardo Seoane in questa stagione, il ceco è diventato proprio quel tipo di giocatore.

Patrik Schick - Czech RepublicGetty Images

Nel 4-2-3-1 del tecnico svizzero ricopre il ruolo di prima punta, con due esterni d’attacco che hanno caratteristiche di spinta, di dribbling e creano costantemente superiorità numerica, supportato da un trequartista come Florian Wirtz, classe 2003 con una maturità calcistica decisamente oltre quella che è la sua età anagrafica. Non lavorano ‘per’ Schick, ma lavorano ‘con’ Schick. Mentre la difesa e il centrocampo hanno più compiti di gestione del pallone, l’attacco guarda sempre la porta. Sempre fronte, mai spalle.


Il ceco si sta dimostrando un ‘nove’ puro non solo per come trova la porta, ma soprattutto per come cerca il movimento dentro l’area. Raramente gioca fuori dalla fascia centrale del campo, in quelle zone tendono ad andarci Wirtz o Diaby, oppure i terzini, soprattutto. Schick ha solo un compito: cercare la porta e segnare.

All’Europeo lo ha fatto anche da metà campo, contro la Scozia. Anche quella rete, una delle cinque che lo ha portato ad essere capocannoniere della competizione, pari con Cristiano Ronaldo, è segnale di una fiducia che ora sembra veramente ritrovata.

“Patrik potrà anche sembrare caratterialmente introverso, ma quando è in campo si trasforma in un killer - aveva raccontato Tomas Trucha, suo vice-allenatore ai tempi del Bohemians, a ‘The Athletic’ - Ha tutto ciò che serve per permettergli di brillare ed essere protagonista quando si sente a suo agio in una squadra”.

E a Leverkusen si sente pienamente a suo agio. Lo dimostrano i numeri e le prestazioni. Era partito forte, segnando 8 reti nelle prime 9 giornate di Bundesliga, mancando la porta soltanto in un paio occasioni. Poi un infortunio alla caviglia lo ha tenuto ai box per quasi un mese e al Bayer c’era preoccupazione che non potesse più tornare in condizione come era fino a fine ottobre Giusto per smentire tutti, ha segnato 8 goal nelle 4 partite giocate a dicembre: poker in 25 minuti contro il Greuther Fürth, poi doppiette ad Eintracht Francoforte ed Hoffenheim. Tra il primo e l’ultimo di questi otto goal sono passati solo 175 minuti. Un goal ogni 25 minuti in campo. Ovviamente, ha vinto il titolo di miglior giocatore del mese. E non ha mancato l’appuntamento nemmeno nelle uscite nel 2022.

Se in Italia qualcuno può essere sorpreso del rendimento del 26enne, di certo non lo sono a Leverkusen, almeno in società. Rolfes a fine 2021 ha fatto il punto sulla sua crescita.

“Seguivamo Patrik da tempo, già durante il suo periodo a Roma potevamo intravedere le sue qualità. Tuttavia la questione è sempre quella di poter dimostrare al massimo del proprio potenziale questi mezzi. A Lipsia segnava abbastanza, ma doveva sempre fare i conti con gli infortuni. Qui siamo stati in grado di lavorarci e si vede che il lavoro sta dando i suoi frutti. È in ottime condizioni fisiche e ha un grande potenziale. Si sente molto a suo agio, sia dal punto di vista atletico che personale”.

Soprattutto, ciò che lascia sereno il Bayer al momento è un contratto in essere che andrà in scadenza al 30 giugno 2025, che lascia tranquilla la società e può fare da scudo a eventuali assalti della big.

“Siamo in una situazione confortevole a livello contrattuale: sono sicuro che continuerà a giocare qui con noi anche dopo la fine di questa stagione”.

Il nome di Schick è già stato accostato a diversi top club, ma la serenità fa da padrona. Al Bayer, intanto, ma anche per il ragazzo, che ha trovato un ambiente senza pressioni, in una cittadina industriale di 150mila anime sulle rive del Reno. Il suo posto felice. Il suo posto giusto.

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