13 maggio 2012. Una data destinata a rimanere scolpita nel libro di storia della Juventus. Allo Stadium i bianconeri affrontano l'Atalanta dopo aver vinto matematicamente lo Scudetto - il primo post 'Calciopoli' - soltanto una settimana prima.
E' l'ultima recita stagionale davanti al proprio pubblico, quella che precede la consegna del trofeo atteso per sei interminabili anni. E' soprattutto l'ultimo atto di Alessandro Del Piero, da calciatore e capitano della Vecchia Signora, al cospetto dei suoi tifosi, della sua gente.
Festa, gioia, lacrime. A Torino è un tripudio di emozioni che condiscono un pomeriggio in salsa bianconera impossibile da dimenticare: Del Piero gioca, segna il suo ultimo goal a tinte zebrate, esulta e saluta la 'sua' Juve. L'uscita dal campo, nella ripresa, e l'indimenticabile giro d'onore rappresentano gli ultimi frame di una storia d'amore lunga 19 anni.
L'autore Alberto Galimberti - il cui libro è introdotto dalla prefazione di Bruno Pizzul - è partito proprio da qui, dagli ultimi lampi, quelli che precedono i titoli di coda, per ripercorrere la carriera di una delle icone della storia juventina, nonché uno dei calciatori più rappresentativi e vincenti dell'intero panorama italiano e non solo.
Un viaggio fatto di trionfi e di sconfitte, di cadute e risalite, di amarezza e di riscatto, di momenti (e soprattutto di goal) decisivi, destinati a cambiare la storia. Quella della Juve, quella della Nazionale, ma soprattutto la sua. Il tutto scandito da quella classe innata e da un'eleganza rara, da sempre fedeli compagne lungo il suo percorso. Qualità che lo proiettano senza alcun dubbio tra i calciatori più amati di sempre.
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