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Nicola Rizzoli Christoph Kramer Deutschland Argentinien 13072014Getty Images

Kramer contro Kramer: il campione del Mondo senza ricordi della finale

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Accadeva otto anni e mezzo fa: 13 luglio 2014, Germania-Argentina 1-0, il sinistro vincente nei supplementari di Mario Götze a spazzar via sogni e speranze di una nazione rimasta bloccata alle magie maradoniane di Mexico '86. Il Cristo Redentore con le braccia spalancate sui giovani e brillanti tedeschi. Indimenticabile. Ma non per tutti. Perché qualcuno che ha dimenticato c'è: Christoph Kramer, lo smemorato di Rio de Janeiro.

Kramer aveva 23 anni all'epoca, ne ha 29 oggi e nulla è cambiato: l'unico titolo – di club e con la Nazionale – che compare nel proprio palmares è il Mondiale vinto in Brasile nel 2014. Da titolare in finale, peraltro. Mica male. Solo che c'è un piccolissimo problema: di quel trionfo, il centrocampista del Borussia Mönchengladbach non ricorda praticamente nulla. Un colpo alla testa alla mezz'ora della partita contro l'Argentina, una spallata – involontaria, ma bella decisa – di Garay e il gioco è fatto: qualcosa nel cervello di Christoph non funziona più come prima, tanto che oltre a un naturale intontimento c'è di più. Molto di più.

"Kramer poco dopo il colpo subito da Garay è venuto da me chiedendomi: 'Arbitro, questa è la finale?'- ha raccontato alla 'Gazzetta dello Sport' Nicola Rizzoli, direttore di gara di quella sfida - Pensavo scherzasse, gli ho fatto ripetere la domanda, e lui: 'Mi serve sapere se questa è davvero la finale'. Al mio 'sì' sbalordito ha concluso: 'Grazie, era importante saperlo'. Ho avvisato Schweinsteiger e hanno sostituito Kramer...".

Christoph KramerGetty Images

La finale del centrocampista del Borussia Mönchengladbach dura appena 31 minuti. Impossibile proseguire in condizioni del genere. Löw si guarda alle spalle, chiama Schürrle e lo inserisce in campo al suo posto. Kramer viene portato a effettuare gli accertamenti del caso, che rivelano una concussione cerebrale. Ancora non ricorda nulla di quanto accaduto. E con ogni probabilità non lo ricorderà mai, come rivelato in seguito in un'intervista a 'Focus'.

“I medici sono certi che i ricordi di quella parte della finale contro l'Argentina non torneranno”.

Kramer contro Kramer, dunque, che non è Dustin Hofmann contro Meryl Streep e neppure Christoph contro il fratello Timo, ex calciatore di modesta levatura e fortuna nelle serie inferiori tedesche: è il campione del Mondo contro una parte del suo io, quella che ha rimosso ricordi che mai si dovrebbero rimuovere.

In ogni caso, sul profilo Instagram di Kramer è tutto un proliferare di immagini relative a quel 13 luglio di 6 anni fa. Il giorno calcisticamente più felice della sua vita, anche se soltanto a metà. Un post tra i tanti lo ritrae mentre alza la Coppa del Mondo dopo la partita, davanti allo spicchio di sostenitori tedeschi, con tanto di didascalia un pochino autoironica: #unvergessen, indimenticato.

Il Kramer calciatore, quello che ha memoria e piedi per calciare un pallone, è il classico eroe inaspettato. La finale del Maracanã è una delle 12 presenze complessive racimolate con la Nazionale tedesca dal mediano del Gladbach: la prima nel maggio del 2014, nelle settimane precedenti la sua sorprendente convocazione per i Mondiali, e l'ultima in un'amichevole stravinta per 4-1 contro l'Italia nel 2016, alla vigilia degli Europei francesi a cui invece Christoph non parteciperà.

La sua carriera di club si snoda invece tra due club in particolare: il Bayer Leverkusen, dove diventa grande e dove torna per una stagione nel 2015/16, e il Borussia Mönchengladbach, in cui milita ormai dal 2016. Nella stagione d'esordio in Champions League ha sfidato il Barcellona e Messi, prendendo a piene mani il coraggio di chiedergli la maglia dopo il 90'.

"Le maglie preferite della mia collezione sono quelle delle grandi partite, magari di Champions – ha svelato qualche tempo fa in un'intervista esclusiva a Goal – Giocare contro squadre come il Barcellona è speciale. Messi mi ha dato la sua, ero molto felice. L'ho incorniciata sulla parete di casa. Gliel'ho chiesta a un controllo antidoping, ero seduto accanto a lui e mi sono forzato a chiedergliela. Lui ha annuito e se l'è tolta. Io ho detto 'Grazie', lui 'Prego'. Ecco, questo è stato lo scambio di maglia con Messi".

Kramer avremmo potuto vederlo scorrazzare anche sui campi italiani. Il Napoli si era fortemente interessato a lui nel 2016 e pareva che potesse davvero portarlo in Serie A. Ma tutto si è risolto in una bolla di sapone per la scarsa volontà del diretto interessato, intimorito – si vociferava ai tempi – anche dalla presenza della Camorra. Un rumour che Christoph ha sempre smentito.

È un’idiozia! Non mi risulta che i giocatori del Napoli se la passino male”.

Il Napoli ha dimenticato Kramer, Kramer ha dimenticato il Napoli. E ancora non si è fatto tornare in mente quanto accaduto in un assolato pomeriggio brasiliano del luglio 2014. Intanto, però, lo smemorato di Rio prosegue la propria vita e la propria carriera. Con una Coppa del Mondo conquistata senza saperlo nel proprio curriculum.

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