E' ormai da qualche anno uno dei leader nello spogliatoio della Roma ma Aleksander Kolarov è soprattutto uno dei più grandi specialisti sui calci di punizione. Quando il terzino serbo si presenta sul punto di battuta, insomma, tutto può succedere.
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Da quando Kolarov è tornato in Italia nessuno in Serie A ha segnato più goal su punizione mentre in Europa ha fatto meglio solo un certo Messi. Il terzino serbo a DAZN svela un simpatico anedotto sulla sua passione per i tiri da fermo.
"Mio fratello ed io giocavamo da piccoli in cortile con una palla. Se riuscivi a colpire una parte del nostro cancello di legno, in alto a sinistra, facevi un gran rumore ed i vicini si lamentavano. Io cercavo di prenderla sempre per fare urlare i vicini".
Kolarov ammette però che fare centro dalla distanza non è solo un gioco da bambini.
"Per calciare le punizioni ci vuole talento, ci vuole piede ma anche tanto allenamento. Per me è importante la rincorsa. Se mi metto bene col corpo e vedo la barriera, riesco a prendere il pallone come voglio e c'è tanta possibilità che il portiere lo raccolga in fondo alla rete.
Prima di Kolarov c'è stato un altro serbo di piede mancino tra i migliori cecchini su punizione del nostro campionato: Sinisa Mihajlovic.
"Era l'idolo di tanti ragazzini quando giocava con la Stella Rossa, non solo il mio. Io ho avuto la fortuna di averlo in Nazionale e qualche segreto me l'ha detto".
Infine quando gli si chiede quale sia la sua punizione preferita Kolarov ha pochi dubbi.
"Mi è piaciuta tanto quella a Bologna in una partita che dominavamo e poi vinta all'ultima secondo. Futuro? Ci penso da tanto ma in questo momento mi vedo ancora come calciatore. Poi mi vedo sempre nel calcio ma non so ancora in quale ruolo".
