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Justin Kluivert su Cristiano RonaldoGetty

Kluivert a DAZN: "Dribblare per essere vincenti, il mio idolo è Cristiano Ronaldo"

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Ha soli vent'anni, ma quel cognome è pressante, in maniera continua. Sta crescendo pian piano, Justin Kluivert , deciso a superare il padre nella sua carriera calcistica. Per ora non ha ancora mostrato le grandi dote viste all'Ajax, risultando importante per la Roma solo a sprazzi. Ma per lui è appena l'inizio.

Guarda l'intervista integrale a Kluivert su DAZN

Tre reti in quindici gare stagionali per Kluivert con la maglia della Roma, limitato dai problemi fisici e dalla concorrenza in avanti. Ora però l'infortunio alla coscia è alle spalle, così come il turnover sulla trequarti: a meno di sorprese sarà uno dei titolarissimi fino al termine del campionato.

Intervistato da DAZN, Kluivert ha ripercorso la sua giovane carriera, a cominciare dall'esordio con l'Ajax nel 2016/2017:

"Non riuscivo a smettere di sorridere perché il mio sogno da ragazzino si stava realizzando, nessuno avrebbe più potuto rovinare quel momento e quella stagione. Ero felicissimo, il telefono era impazzito..."

La dinastia Kluivert, dunque, continua:

"Anche mio padre ha esordito giovanissimo con l'Ajax, che ci sia riuscito anche io è meraviglioso. Non riesco neanche ad immaginare cosa sarebbe se ci riuscisse anche mio figlio un giorno".

Aveva il cognome Kluivert sulle spalle, ma Justin ha dovuto lottare per arrivare a grandi livelli.

"Ho speso un sacco di energie, sangue, sudore e lacrime. E' veramente tutto quello che devi dare, la dedizione è importante e per questo ho avuto questa opportunità. Papà è il mio idolo, la guida che ho sempre seguito. Ha fatto tante cose, tutti abbiamo un modello e per me è lui. Sono molto diverso da lui, però credo di aver ereditato qualche giocata da lui. In una foto con lui ho un pallone in cui è disegnata una mela perchè per l mio compleanno mi regalò una specie di mela di vetro. Allora mi disse, la mela non cade mai lontano dall'albero. Una bella immagine".

Crescendo a Barcellona, quando il padre era idolo blaugrana, Kluivert ha conosciuto Mourinho:

"Quando ci siamo visti in Champions è venuto a parlarmi perchè era felice di vedermi giocare con l'Ajax perchè mi ha visto crescere quando era nello staff del Barcellona ma no, non ha provato ad acquistarmi".

Justin Kluivert su Cristiano RonaldoGetty

Dopo Barcellona, Kluivert ha cominciato a giocare seriamente ad Amsterdam, con le giovanili dell'Ajax. Insieme a De Ligt:

"Quando papà giocava a Barcellona io e i miei fratelli entravamo in campo, ma lo facevamo ovunque. All'Ajax giocavo con Malen e De Ligt, è bellissimo vedere che i giocatori con cui ero a dieci anni sono così in alto. La gente pensa che tutto sia facile, e si crea molto velocemente un'opinione negativa se qualcosa va storto, ma è sbagliatissimo, ma se uno arriva a vent'anni alla Juventus ha qualcosa da imparare . Arrivi in un paese diverso, devi arrangiarti da solo. Matthijs ha giocato per dieci anni con l'Ajax poi è andato via. La gente non capisce le difficoltà e critica, dovete darci tempo. Non credo sia chiedere troppo".

L'impatto di Justin con la Serie A è stato positivo, anche se poi anche lui ha vissuto alti e bassi più che comprensibili per un ragazzo classe 1999:

"Mi piace dribblare e superare quattro-cinque giocatori, ma non è più così facile. Non ci riesco sempre, ma questa è la mia idea per essere vincenti. Nel primo match contro il Torino, il mio esordio con la Roma che non dimenticherò mai, ho servito un assist a Dzeko, un sogno. E' stato stupendo essere subito determinante in un nuovo club".

Kluivert ha come idolo e modello ovviamente papà Patrick, ma non solo:

"Per quello che è in campo e fuori dal campo, il mio idolo è Cristiano Ronaldo, lo ammiro da quando ero bambino e lo seguo tuttora, ma non ho una foto con lui. Con mio padre sì. Sì, l'ho fatto, ho esultato come lui. Giocavamo contro il PSV in una gara importante, ho segnato il 3-2 e l'ho fatto. Mio fratello gioca nell'Under 13 e pensano che sia lì a Barcellona per mio padre, come dicevano di me all'Ajax. Ho sempre detto di venirmi a vedere giocare, questo mi ha reso il giocatore che sono oggi, era qualcosa che mi bruciava dentro".

Arrivato alla Roma, Kluivert ha esultato in maniera particolare per ricordare Nouri, scomparso tristemente:

"La storia di Nouri è qualcosa che non puoi capire se non eri lì. Per me era un piccolo idolo, il migliore, un leader e un gentleman che tutti rispettavano all'Ajax nonostante l'età. Quel goal contro il Plzen, come gli altri, sono per lui. Sono diventato il più giovane a segnare per la Roma in Champions ed è fantastico essere nella storia del club, ma è solo l'inizio. Voglio segnare tanti altri goal, sono sicuro che ci riuscirò. E' stato solo l'inizio".

Ora, sotto Fonseca, sta migliorando in diversi aspetti. Nella speranza di sollevare prima o poi la Champions come il padre:

"Quando sono arrivato a Roma ero terribile in fase difensiva e in Italia se non giochi per gli altri non vai in campo. Mi sono focalizzato molto su questo, avevo molti problemi in quella fase. Devi dimostrare di essere all'altezza quando hai il pallone e quando non ce l'hai. Papà ha segnato in finale di Champions e l'ha vinta, voglio che mi scattino la stessa foto quando l'avrò vinta. Con quale maglia? Spero che indosserò quella della Roma, ma non posso leggere il futuro. E' tutto da scrivere".

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