Pensi ad una persona, e subito la ricolleghi ad una foto. Si apre un cassetto nella mente, nascosto e oscuro, ma a volte anche ben visibile e alla luce del sole. Parli di un evento e nella mente compare quella specifica immagine. Piazza Tienanmen? L'uomo solo davanti ai carrarmati, il 'Rivoltoso sconosciuto'. Che Guevara? L'immagine del Guerrillero Heroico, capelli al vento, basco nero sul capo, sguardo al futuro. Kevin Constant? Beh, la celeberrima fotografia social con il papillon nero, a torso nudo. Scherzi a parte, il duttile giocatore ex Milan è senza dubbio un personaggio controverso per alcuni episodi della sua carriera extra-campo. Fuori rosa per tweet misteriosi, problemi in aeroporti turchi, scambi Acerbi. Di lui si sa spesso tanto, spesso poco. Informazioni sparate a mille all'ora che spesso non si ricordano e altre volte si finge di non ricordare. Una, però, è probabilmente qulela meno nota, spazzata via dal vento di simboli social e foto di dubbio gusto. La Francia.
Primavera 1987. Il socialista François Mitterrand è il Presidente della Repubblica francese, mentre la nazione ha smesso da un paio di anni di essere meta di immigrazione di massa. Nel paese sono però presenti migliaia di persone provenienti dalle ex colonie africane, tra queste la Guinea. La madre di Constant ha origini proprio nel paese dell'Africa occidentale e nel maggio del sopracitato anno dà alla luce il piccolo Kevin. Nasce a Fréjus, in Costa Azzurra, nella città fondata da Giulio Cesare. Vabbè, altra storia.
Constant è francese, si sente francese, ma nelle vene scorre sangue rosso-giallo-verde (e non rossoblù come vengono quasi sempre descritte le due parti del corpo umano nelle rappresentazioni mediche). Ci sa fare col pallone, sia tecnicamente che tatticamente, è duttile, è agile, ha voglia di sfondare. Lo nota il Tolosa, con cui giocherà nelle giovanili, venendo osservato da vicino da diversi rappresentanti della federazione. Nel 2004 ha diciasette anni e i responsabili delle giovanili della Nazionale vedono in lui uno dei pezzi del puzzle per comporre una squadra capace di portare alla Nazione per la prima volta un torneo Under 17, dopo quelli Under 19, Under 21 e principale. Per l'en-plein manca l'ultimo tassello.
La generazione dei nati nel 1987 sembra essere quella pronta per completare il castello di carte, ancora un po' in bilico senza l'alloro dell'Under 17. In tutta la Nazione c'è una serie di ragazzi dalle origini lontane, che si mischiano ad adolescenti dai tipici nomi francesi. Insieme a Kevin vengono convocati per Euro Under 17 del 2004 anche Karim, Jeremy, Hatem e Samir. Tradotto: Benzema, Menez, Ben Arfa, Nasri.
Torniamo al principio, al ruolo della mente, dei ricordi e delle fotografie. Perchè se la più famosa di Constant è quella dei tempi milanisti con il papillon al collo (e dove se no?), quella prettamente nostalgica relativa a Benzema lo vede alzare sorridente la coppa del torneo insieme agli amici Ben Arfa e Nasri. Medaglia d'oro al collo, acne e capelli come vengono vengono. Dietro di loro non si vede Kevin, Constant, che in quel torneo sarà però decisivo.
Maggio 2004, proprio 17 anni dopo la nascita di Constant. Agli Europei Under 17 partecipa la Spagna, in cui giocano due ragazzi di cui si dice un gran bene: Cesc Fabregas, che verrà eletto miglior giocatore del torneo, e Gerard Pique. Si è qualificata l'Inghilterra, così come il Portogallo, entrambe pregne di ragazzi di belle speranze che verranno spazzati via dalla dura legge dell'uno su mille ce la fa. A farcela veramente sono Spagna e Francia, che arriveranno in finale grazie ad una serie di buoni giocatori, ma anche di campioni e fuoriclasse futuri.
La classe della Francia e la solidità della Spagna si scontrano per determinare la vincitrice del torneo, l'erede del Portogallo, che l'anno prima ebbe la meglio sulla Rojita. Una squadra, quella giovanile iberica, continuamente in finale, ma sconfitta per due edizioni consecutive. La seconda volta, anche per mano di Kevin Constant.
Philippe Bergeroo, commissario tecnico della Nazionale francese Under 17, ha per le mani un piatto ricco mi ci ficco di cui forse non si rende conto completamente. Del resto in quei momenti tutti possono sorridere, spalle larghe e petto in fuori per urlare quanto bravi siano i propri ragazzi, senza però mai essere sicuro di quanto ci sia di soggettivo e quanto di oggettivo nelle proprie considerazioni per il futuro.
Per la finale contro la Spagna, Bergeroo sceglie una sola punta, ovvero Menez, supportata da un centrocampo folto, composto da Nasri, Ben Arfa, Yahauoi, Mangani, Ducasse e sì, Kevin Constant. Gioca come interno, pronto a dare una mano all'amico Jeremy, avventandosi sui palloni vaganti, ma anche lasciando partire l'azione. Dalla panchina lo guarda con interesse e invidia Benzema, alla pari degli altri giocatori che sognano l'ingresso in campo a gara in corso. Lo applaudono, lo ringraziano, si sfregano le mani. Perchè sì, è Costant dopo pochi secondi, al primo minuto, a siglare la rete del vantaggio per la Francia nella finalissima.
GettyConstant è in campo per servire Menez, ma è Menez a servire Constant. Ingresso in area al decimo secondo di gioco, cross per il compagno di squadra e volè da parte del ragazzo di Frejus per il vantaggio della Francia. Châteauroux è in delirio. Ah sì, Euro Under 17 si gioca in casa e per tutta la rappresentativa è un motivo in più per vincere. Caricata all'inverosimile di responsabilità e potenza emotiva, la Nazioanle transalpina giovanile gioca sul velluto, e per la Spagna la gara si fa in salita. Molto in salita.
Tensione al massimo, ma gara in bilico per tutta la prima ora di gioco. Fino a quando il catalano Gerard Pique stacca più in alto di tutti da angolo (ma guarda un po'), depositando alle spalle di Costil l'1-1. Un pareggio che arriva dopo i tentativi infruttuosi di Ben Arfa da una parte e Fabregas dall'altra. Sono loro a dare spettacolo e saranno loro ad essere tra i giocatori più riconoscibili delle rispettive nazioni nel decennio successivo.
Quando Piquè segna il pareggio, Constant non è in campo. E' stato sostituito dal suo commissario tecnico, che vede davanti a sè la possibilità di trionfare e decide di coprirsi inserendo Franck Songo'o. Proprio il sostituto di Constant causerà il corner da cui arriverà il pareggio della Spagna. Tutto collegato nel destino, a cui non vuole affidarsi Nasri, autore del 2-1 che regalerà alla Francia, in casa, il suo primo titolo Under 17.
Il cambio Songo'o-Constant è quasi una routine per la Francia, visto la stessa decisione, allo stesso minuto, anche nella semifinale contro il Portogallo. Un deja-vù che quasi si ritorce contro Bergeroo, salvato però da una componente tecnica veramente troppo alta per poter fallire. E dire che in quella finale, così come nel match precedente, non prende parte il giocatore che più di tutti farà strada nel mondo del calcio. Karim Benzema promtte bene, ma è ancora acerbo. I titolari sono altri, tra questi Constant.
Nei festeggiamenti post gara Benzema è felicissimo, quasi in disparte, ma tra tutte le foto scattate quella più famosa rimarrà quella in cui è in primo piano con Nasri e Ben Arfa, quasi da protagonista assoluto. Gli eroi di quella finale sono Samir, senza dubbio, ma anche Menez e sopratutto un Constant capace di abbattere i dubbi di una nuova delusione dopo undici secondi.
GettyUn biennio dopo la conquista degli Europei Under 17, Constant esordirà con il Tolosa in Ligue 1, in un campionato a cui si stanno affacciando rapidamente anche i compagni con cui ha vinto la medaglia d'oro nel 2004. La squadra è però ben definita è per lui c'è la cessione, guarda caso, al Châteauroux, nella città in cui si è laureato Campione. Sembra destino, sembra fato, sembra futuro scintillante. No.
Perchè Constant finisce in Ligue 2 e dopo aver fatto il salto di Nazionale militando nella rappresentativa Under 19, le porte della rappresentativa transalpina si chiuderanno, con la scelta di optare per il team maggiore della Guinea nel 2007, a metà tra consapevolezza di avere la strada in salita nella Francia e l'amore per la nazione africana tramandatogli dalla madre.
Ben Arfa vivrà alti e bassi, come Menez e Nasri. Benzema alzerà sempre più l'asticella, fino al cosmo, facendo brillare sè stesso, amici e compagni. E Costant? Beh, Constant sarà capace di passare dalla Ligue 2 alla Champions League, con la maglia del Milan, vivendo la Serie A anche con Chievo, Genoa e Bologna. Poi, la discesa sarà sempre più verticale, verso il basso. Turchia, Svizzera, Iran.
Nel 2020, nel muro di casa Constant, le scarpette al chiodo: al fianco dell'unica medaglia d'oro, risalente a tempi di miti, fango e leggende, in cui era lui il titolare e i mostri sacri, figli di emigranti come lui, guardavano con ardore, amicizia e invidia, seduti su una panchina di Châteauroux.




