Altro giro, altro appuntamento mancato con i tre punti: sembra proprio che l'Inter abbia dimenticato come si vince, pratica a cui ci aveva abituati con regolarità estrema tanto da far propendere verso essa l'ago della bilancia dello Scudetto fino a qualche settimana fa.
Dopo l'ultima sosta di gennaio, i nerazzurri hanno invece frenato notevolmente, lasciando parecchie perplessità soprattutto per quanto concerne il rendimento casalingo: nelle quattro partite disputate a San Siro sono arrivate tre sconfitte, compresi lo 0-2 col Liverpool in Champions e l'1-2 nel derby del 5 febbraio.
Sono quindi due i ko interni di fila tra le mura amiche in Serie A, come non accadeva dalla stagione 2017/2018: allora furono Juventus e (sempre lui) Sassuolo a far male alla squadra di Luciano Spalletti, oggi avversario e diretto concorrente in una pazza lotta per lo Scudetto.
Ad accentuare le preoccupazioni dei tifosi nerazzurri vi è però anche un altro dato non meno importante: l'Inter ha infatti interrotto una striscia di 32 gare consecutive che l'avevano sempre vista andare a segno a San Siro in campionato, con lo 0-0 contro la Fiorentina del luglio 2020 a rappresentare l'ultima disavventura. Fino a ieri.
Un dato abbastanza strano per una squadra che può comunque vantare ancora il miglior attacco del campionato, anche se la sensazione che si stia vivendo di 'rendita' grazie alle goleade di quando tutto sembrava funzionare alla perfezione è molto alta.
Inzaghi dovrà lavorare soprattutto sulla testa dei suoi attaccanti, in particolare di Lautaro che in questo 2022 ha segnato soltanto su rigore e in Supercoppa italiana: l'ultimo sigillo in campionato risale al 17 dicembre in quel di Salerno, mentre a San Siro la gioia personale manca dal 12 dicembre, giorno della doppietta (e di un rigore sbagliato) contro il Cagliari.
Ieri il 'Toro' è partito nell'undici titolare assieme a Sanchez, coppia che ha mostrato evidenti limiti soprattutto sul piano fisico al cospetto dei rocciosi difensori neroverdi; nemmeno l'ingresso di Dzeko e il passaggio al 3-4-1-2 con lo spostamento del cileno sulla trequarti sono serviti per sparigliare le carte, specchio delle difficoltà offensive da sistemare al più presto per non compromettere ulteriormente la stagione.
Da riperfezionare pure l'intesa tra Lautaro e Dzeko: l'argentino, rispetto a quando faceva coppia fissa con Lukaku, si trova ora a dover attaccare la profondità con maggiore frequenza, condizione che invece prima era una prerogativa del belga; il bosniaco, al contrario, tende maggiormente ad arretrare il suo raggio d'azione, prediligendo il sacrificio che però, a quanto pare, non si incastra alla perfezione con le caratteristiche del partner di reparto.
Crisi acuita dall'infortunio di Correa e dalla non proprio limpida situazione relativa a Caicedo, ufficialmente recuperato ma ancora a secco di minuti in questa nuova esperienza meneghina: ieri è rimasto seduto in panchina, mai preso in considerazione da Inzaghi per dare peso e muscoli ad un attacco parso troppo 'leggero'.
Insomma, per l'Inter è lecito soffermarsi sulla difficoltà realizzativa, qualcosa che a inizio stagione non ci saremmo mai sognati di pensare: da risolvere a partire dalla trasferta di 'Ferraris' col Genoa, match da vincere a tutti i costi per riallacciare il rapporto con i tre punti e riacquisire la fiducia andata persa in queste due settimane non proprio indimenticabili.
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