GOALA volte è tutta una questione di dettagli. Prendete Miroslav Raicevic: è un ex cestista, oggi quasi quarantaduenne, che in Italia ha militato per una sola stagione, a Napoli nel 2007/08. È omonimo di un altro Raicevic, Filip. Nessun legame di parentela. Discipline diverse l'una dall'altra. Eppure anche quest'ultimo avrebbe potuto giocare a Napoli, come aveva fatto il cestista qualche anno prima. Ogni centimetro del suo corpo e della sua anima lo avrebbe desiderato. Era l'occasione della vita. E invece niente: non se n'è fatto nulla, il treno è passato e non si è fermato.
Tutto, o quasi tutto, accade tra gennaio e febbraio del 2016. In quelle settimane, il ventiduenne Raicevic (Filip, il calciatore) è uno dei nomi grossi del mercato italiano. Gioca nel Vicenza, in Serie B, ma se lo contendono addirittura la Juventus e il Napoli, ovvero le due formazioni che arriveranno al primo e al secondo posto di quel campionato. A ripensarci oggi fa piuttosto strano, perché il montenegrino è scomparso dai grandi radar: nell'ultima stagione ha messo assieme appena 5 presenze senza segnare col Taranto, in Serie C, prima di rompersi il tendine d'Achille della gamba sinistra. E in quelle precedenti aveva vagato senza meta tra Bari, Livorno, Vercelli, Terni, Piacenza. Con una spruzzata di Ekstraklasa, il campionato polacco. La Serie A? Zero presenze, zero chiamate.
Rewind. Nella prima parte del 2015/16, Raicevic rappresenta la principale speranza per una squadra ancora scossa nel morale dall'eliminazione dai playoff promozione della stagione precedente. Con Pasquale Marino in panchina, e una serie di calciatori pescati precipitosamente sul mercato dopo il ripescaggio dalla C di inizio stagione, il Vicenza aveva accarezzato seriamente il salto in Serie A per la prima volta in una quindicina d'anni. Ma la doppia semifinale era andata al Pescara, poi destinato a sua volta a uscire in finale contro il Bologna. 1-0 abruzzese all'andata, 2-2 al Menti, eliminazione, lacrime.
È stata un'estate strana, quella post delusione. Marino si è fatto ammaliare dalle sirene del Catania, salvo fare rapidamente dietrofront dopo lo scoppio dell'operazione “I treni del gol”. Il regista Di Gennaro, perno della squadra, se n'è andato al Cagliari. Il centravanti Cocco, capocannoniere della rosa con 19 reti, è diventato un nuovo giocatore del Pescara. In entrata, il Vicenza ha preso tale Raicevic dalla Lucchese, Serie C. Centravanti di peso, prestante, non troppo tecnico. Nel 2014/15, mentre i biancorossi sognavano la A, ha segnato sei volte in C con i toscani. In pochi hanno fatto caso al suo arrivo, nonostante la cifra piuttosto ingente sborsata per l'acquisto: quasi un milione di euro.
Il problema del Vicenza è principalmente uno: in rosa non c'è un vero centravanti da doppia cifra. La squadra di Marino vince 1-0 a Modena all'esordio, poi pareggia senza reti in casa col Bari. In entrambi i casi, Raicevic rimane in panchina per tutti i 90 minuti. Alla terza giornata, la musica cambia: contro il Como tocca al montenegrino. Che al 9', dopo l'immediato vantaggio di Sbaffo, devia in rete di testa un cross di D'Elia andando a segno per la prima volta in B. Gara pirotecnica: alla fine sarà 3-3. Ma i riflettori iniziano finalmente ad accendersi su questo ragazzone un po' sgraziato, ma che evidentemente il proprio mestiere pare saper farlo.
“Ringrazio il mister per questa chance – dice dopo la partita ai giornalisti locali – ma penso di essermela meritata”.
Pian piano, Raicevic si trasforma nell'appiglio biancorosso in una stagione a corrente alternata. Dopo il Como, tra settembre e novembre punisce anche Pescara, Pro Vercelli, Ascoli e Livorno. Nemmeno l'espulsione rimediata al Picchi per una gomitata a Ceccherini, con conseguente doppia giornata di squalifica, diminuisce l'hype venuto a crearsi nei suoi confronti. Tra dicembre e gennaio arrivano altre quattro perle, tra cui una doppietta al Modena. Filip diventa così uno dei giovani più interessanti dell'intera Serie B. E anche al piano superiore cominciano ad accorgersene.
Ben presto viene a crearsi un duello di mercato. Da una parte la Juventus, dall'altra il Napoli. E nel mezzo Raicevic. Considerato un investimento per il futuro, più che per il presente. Un prospetto da bloccare nella speranza, chissà, che un giorno germogli definitivamente. Nel gennaio del 2016 i bianconeri sono in vantaggio, ma vengono raggiunti e superati dal Napoli. Che il 1° febbraio, nelle ultime ore della finestra invernale, è pronto a chiudere col Vicenza per portarlo da Sarri nell'estate successiva. Magari prestandolo per sei mesi all'Udinese, giusto per vederlo all'opera in Serie A.
Colpo di scena: l'affare, alla fine, non va in porto. Non tanto per un inserimento in extremis da parte del Genoa, quanto perché l'accordo sui bonus non si trova. Il Napoli rimane con un pugno di mosche in mano. Anche se solo parzialmente. Il matrimonio con Raicevic sembra solo rimandato, i due club si danno appuntamento ai mesi successivi e insomma, tutto è ancora apertissimo.
“Raicevic al Napoli è un'operazione soltanto rinviata – conferma il giorno successivo Gabriele Savino, procuratore del montenegrino, a 'Radio Crc' – Il Vicenza ha delle esigenze, il Napoli ne ha altre. Noi con il Napoli avevamo già un accordo, è sempre stata la nostra prima scelta. Giocare lì sarebbe stato molto stimolante. Non nascondo che Filip ci è rimasto male, anche se avrebbe in ogni caso concluso la stagione al Vicenza. Però non è che un rinvio. Toccherà a lui convincere il Napoli a puntarci. A giugno ne riparleremo con maggiore calma”.
Nella seconda parte della stagione, Raicevic è un uomo e un calciatore diviso a metà. Con il corpo è a Vicenza, con la mente è a Napoli. E in campo si nota in maniera drastica: dopo le nove reti collezionate fino a gennaio, da febbraio a maggio il centravanti va a segno soltanto un'altra volta, contro il Pisa a inizio aprile. Marino, nel frattempo, ha già fatto spazio in panchina a Franco Lerda. La squadra non gira, il suo centravanti neppure. Un anno dopo il sogno, la mediocre realtà è un tredicesimo posto finale con appena quattro punti di distacco dai playout.
E il Napoli? Da quasi certezza, sfuma gradualmente fino a diventare un'illusione. Anche se Raicevic, inizialmente, non se ne rende conto: a fine maggio rilascia un'intervista a 'Radio Crc' in cui ripete che bello sarebbe, e quanto gli piacerebbe, far parte della rosa di Sarri nella stagione seguente.
“La pizza e la mozzarella? Non le ho mai mangiate, ma spero di provarle presto. Andare al Napoli mi farebbe troppo felice e spero con tutto me stesso che ciò accada. Giocare al fianco di Higuain sarebbe un sogno, ad ascoltare la musichetta della Champions League mi vengono già i brividi. Mi andrebbe bene anche andare un anno in prestito. Non è semplice trovare una piazza migliore di quella napoletana”.
Nelle stesse ore l'agente Savino, intervistato da 'SpazioNapoli', rilancia:
“Non ho ancora sentito Giuntoli, ma ovviamente quella partenopea sarebbe una piazza molto gradita. A gennaio era tutto fatto, poi saltò tutto all’ultimo istante. Filip è dispiaciuto per non essere approdato in azzurro. Sarebbe rimasto a Vicenza fino a giugno, il club veneto alla fine decise diversamente. Ora tocca al Napoli riaprire la trattative, determinate situazioni vanno sfruttate subito. Difficile dire ora quale sarà il suo futuro”.
Non sarà a Napoli, il suo futuro. Ancora una volta. La porta verso il cielo azzurro è stata definitivamente sbarrata. E a Raicevic non rimane che rimboccarsi le maniche a Vicenza. Il problema è che la magia è svanita: in un contesto di pesantissime difficoltà societarie, che porteranno pochi anni dopo al fallimento, nel 2016/17 i biancorossi costruiscono una rosa non all'altezza della categoria. Al termine di quel campionato retrocederanno in C. Ma senza Raicevic. In estate il giocatore aveva rifiutato il rinnovo, beccandosi l'ira del presidente Pastorelli: “Atto irrispettoso”. In quel campionato segna solo tre volte nel girone d'andata e poi, finalmente, a gennaio riempie le valigie. Solo che la destinazione è Bari. Ed è sempre Serie B.
È l'inizio della decadenza definitiva. In Puglia Raicevic non si ambienta, nonostante all'esordio, che ironia della sorte è proprio contro il Vicenza, sia suo l'assist che permette all'altro ex Galano di firmare il punto del 2-1 decisivo. Lo score è desolante: otto presenze fino a fine stagione, zero reti. Va leggermente meglio l'anno successivo a Vercelli con la Pro (quattro reti) e quello dopo ancora a Livorno (cinque), prima di una puntata polacca allo Slask Wroclaw. Quindi il Piacenza in terza serie, dopo la promozione in B conquistata con la Ternana nel 2021, e il Taranto, dove milita da settembre 2022. Sempre ripensando ai tempi belli in cui Napoli e Juventus si davano battaglia per averlo.




