Etichetta, luogo comune, tradizione vincente. Il caro vecchio 'catenaccio' è stato da sempre croce e delizia per il calcio italiano. Ce lo hanno ferocemente criticato, ma anche emulato. Spesso ci hanno anche accusato di usarlo anche quando non era vero, sminuendo le nostre grandi vittorie, come quella dei Mondiali 2006.
Tuttavia il catenaccio è ormai in via d'estinzione nel calcio moderno. E' ritenuto praticamente anticostituzionale, quasi illegale. La costruzione del gioco ha preso il sopravvento sulla distruzione. La palla non si spazza più, ma si deve sempre giocare. La costruzione dal basso, in particolare, è diventata ormai un'ossesione, anche quando palesemente non si hanno le caratteristiche per attuarla. Ed è per questo che vediamo sempre più spesso errori clamorosi in fase di impostazione da parte dei difensori.
Pure i portieri devono necessariamente saper avviare l'azione, 'giocare con i piedi'. Tutti questi preamboli per dire che la fase difensiva, nella sua essenza più pratica, quella che per capirla non bisogna essere necessariamente allenatori, viene sempre più trascurata nel calcio moderno, in maniera piuttosto preoccupante. Il catenaccio si è rotto, anche e paradossalmente soprattutto in Serie A.
L'ultima giornata rappresenta l'emblema, il manifesto della rivoluzione: 39 goal segnati, praticamente la media di quattro a partita. Un bottino che arricchisce ulteriormente quello delle reti segnate in totale in questa stagione, portandolo a 633 in 205 match disputati. E a rendere il tutto ancor più roboante c'è il confronto con le altre top leghe europee: in nessun campionato, infatti, si è segnato tanto quanto in Serie A.
Goal
E' vero, il numero di partite giocate è differente, specie rispetto alla Bundesliga, dove si sono disputate 43 partite in meno rispetto alla Serie A. Ma con Premier, Ligue 1 e Liga, la differenza di match disputati è davvero marginale e il numero di goal segnati in Serie A è di gran lunga maggiore. 84 in più della Premier League, 93 in più della Ligue 1 e soprattutto 135 in più della Liga, con una maggioranza di sole quattro partite rispetto al campionato spagnolo.
Per chi negli anni passati ha invidiato il 'calcio spettacolo' dei campionati esteri (specialmente Liga e Premier) adesso può godersi una Serie A totalmente rivoluzionata, dove non ci si annoia per niente e le partite bloccate sono un lontano ricordo. Pensate che sino a questo momento, in tutta la stagione ci sono stati soltanto sette 0-0. Per noi spettatori disinteressati (al netto delle fedi calcistiche) è sicuramente un privilegio, anche se bisognerebbe razionalizzare il concetto di 'calcio spettacolo', una linea sottilissima tra mentalità propositiva e scarsa applicazione difensiva. Siamo quindi sicuri che la nostra, parlando di calcio italiano, sia realmente un'evoluzione? O piuttosto un'involuzione? Ovviamente molto dipende da come si vede ed interpreta questo splendido gioco, anche se l'impressione è quella che per adattarsi il calcio italiano stia perdendo un po' la sua essenza, nel bene e nel male.
La storia della Serie A 'campionato più difficile al mondo' è già superata da parecchio tempo e la causa non è certo qualche goal in più, tuttavia pensare che un Roma-Juventus 3-4 possa rappresentare la normalità sarebbe preoccupante. Perché, anche qui, la linea che divide il fantomatico 'calcio spettacolo' e le difese imbarazzanti è davvero sottilissima. Segnare in Serie A sta diventando sin troppo facile e quasi alla portata di tutti. Agli ultimi Europei abbiamo dimostrato che la scuola difensiva italiana è ancora la migliore. Forse sarebbe meglio che questa storia dei goal non ci sfugga eccessivamente di mano.
