La Masia non produce molti attaccanti puri, numeri nove con una media di circa un gol ogni partita, a livello giovanile. Centrocampisti e "falsi nueve", sì, ne escono parecchi dall'academy Barcellona. Ma gli attaccanti puri d'alto livello sono piuttosto rari.
E così quando i blaugrana si sono seduti con Iker Bravo e i suoi agenti per discutere di un contratto vero e proprio con l'allora 16enne nell'estate del 2021, sapevano di doverlo trattenere. Come tante cose accadute a Barcellona negli ultimi anni, tuttavia, non ci sono riusciti.
Un anno dopo, Bravo può guardarsi indietro e vedere la sua prima stagione al Bayer Leverkusen, con cui ha debuttato in Bundesliga e lasciato il segno tanto da giustificare il precampionato con la prima squadra.
Nonostante la crescente dipendenza del Barça dai prodotti delle giovanili mostrata nelle ultime due stagioni, i progetti non erano in linea con quelli di Iker Bravo, e da qui la sua decisione di andarsene. Lui e la sua famiglia dialogarono aspettandosi di rimanere nel club di cui faceva parte dall'età di cinque anni, ma se da un lato il Barça impostò l'affare dal punto di vista economico non riuscì a convincerlo del progetto che avevano in mente per lui.
Come tanti giovani nel calcio moderno, Bravo si è reso conto che il calcio tedesco poteva offrirgli il percorso che tanto desiderava, e infatti il suo impatto è stato immediato. Le sue due presenze in prima squadra - una in campionato e una in DFB-Pokal - sono state la giusta ricompensa dopo una stagione che lo ha visto segnare 10 gol in 17 partite ufficiali nelle giovanili.
"Il suo debutto in questa stagione non era nei piani", spiega a GOAL Alberto Encinas, viceallenatore del Leverkusen che in precedenza ha lavorato nella Masia.
"Ora inizierà la pre-stagione con noi ed entrerà a tutti gli effetti nello spogliatoio. Sarà molto bello per lui lavorare a contatto con la prima squadra".
"E' un giocatore abbastanza completo", continua Encinas, "perché non è solo un finalizzatore. Lui, ovviamente, ha una grande capacità di rifinitura e movimento in area di rigore, ma grazie ai suoi trascorsi al Barça può abbassarsi favorendo il possesso come centrocampista aggiunto. Non è solo un attaccante d'area".
Nonostante il forte impatto di Bravo dalle parti della BayArena, le sue statistiche raccontano di un giocatore i cui numeri in termini di goal sono leggermente diminuiti, anche se non è una sorpresa per Encinas.
"Lo ricordo come giocatore di spicco al Barça. Quando le cose andavano male, chiedeva sempre palla ed era in grado di trascinare tutti da solo".
"Quest'anno ha avuto più alti e bassi a livello mentale, ma è normale. Ha 17 anni e ha vissuto un cambiamento importante nella sua vita: lasciare casa per un nuovo Paese, una nuova lingua, una cultura diversa, un altro modo di giocare. È normale che il suo gioco possa soffrire. Al Barça era più dominante perché la squadra teneva più palla, ma l'evoluzione complessiva del suo gioco qui è stata positiva. Essere al Leverkusen lo ha reso un giocatore migliore, perché gli allenatori lo hanno messo in un contesto diverso, mettendolo a volte un po' a disagio, ma questo gli ha permesso di imparare cose nuove".
Bravo è stato sicuramente in grado di mostrare alcune delle cose imparate in Germania nella Nazionale spagnola nel recente Campionato Europeo Under 17. Bravo ha segnato due gol in tre partite durante il torneo in Israele, tra cui una splendida volée da 20 metri contro la Turchia al debutto.
"È un giocatore che ti dà continuità al gioco, oltre a finalizzare", afferma a GOAL l'allenatore della Spagna U17, Julen Guerrero.
"Si fa trovare bene tra le linee, è forte, tiene la palla alta, gioca velocemente, è un giocatore che può dare tanto. Noi lo sappiamo, la squadra lo sa".
Anche il Barcellona lo sapeva, ma non è riuscita a convincere uno dei suoi diamanti più rari a rimanere alla Masia. Un giocatore come Iker Bravo potrebbe capitare da quelle parti per un po' di tempo.




