Non poteva che essere Aleksandar Mitrovic l'uomo che riporta la Serbia ai Mondiali. Il goal decisivo segnato dall'attaccante contro il Portogallo permette alla nazionale di Stojkovic di vincere il girone e strappare il pass per Qatar 2022.
Uno score molto importante quello di Mitrovic in queste qualificazioni ai mondiali. L'attaccante ha trascinato la Serbia fin dalle prime giornate del Gruppo A: 8 goal in altrettante partite, di cui sette segnate nelle prime quattro gare giocate. Un ruolino impressionante, che ha permesso alla nazionale allenata da Dragan Stojkovic di stare con il fiato sul collo del Portogallo per poi superarlo proprio all'ultimo incontro in vetta al girone.
‘Mitro’ sale a quota 44 reti con la Serbia, della quale è il miglior marcatore della storia, davanti Stjepan Bobek, leggenda del Partizan Belgrado che con la ex Jugoslavia, tra gli anni ‘40 e ’50, si fermò a quota 38 goal.
Sono addirittura 33 le reti segnate da Mitrovic nelle ultime 35 partite ufficiali disputate dalla nazionale serba. Uno score da top player assoluto.
Ma il momento positivo di Mitrovic non si limita alle occasioni nella quali indossa la maglia della nazionale. L'attaccante sta trovando una grande continuità di rendimento con il Fulham, che spera di riportare in Premier League.
Sono venti le reti messe a segno dalla punta serba in diciassette partite giocate in Championship con i Cottagers, impegnati in una lotta punto su punto con il Bournemouth per la vetta della classifica.
L'attaccante sembra aver beneficiato della guida tecnica di Marco Silva. Il portoghese ha sostituito Scott Parker, allenatore con il quale Mitrovic sembrava aver perso la sua vena realizzativa nel corso della passata stagione.
I Magpies avevano scommesso nel 2015 sulle doti di Mitrovic, versando 18 milioni di euro nelle casse dell’Anderlecht per assicurarsi quello che all’epoca veniva considerato da molti uno dei potenziali ‘nuovi Ibrahimovic’ del calcio europeo. E anche se non ha mai avuto la classe e la padronanza tecnica di Zlatan, a ‘Mitro’ non è mai mancata quella dose di follia che gli ha permesso di segnare goal da cineteca, ma anche di cimentarsi in particolari esultanze come ai tempi dell’Anderlecht, quando il suo gesto con la lingua tra le dita a formare una V aveva destato scalpore. Non un riferimento erotico, a detta dell’allora ventenne stella dei biancomalva, ma piuttosto un voler ‘tagliare la lingua’ ai critici.
GettyUn atteggiamento da duro, da ‘bad boy’, che Mitrovic in realtà sfodera solo in campo. Fuori si definisce, come raccontato in un’intervista rilasciata al Telegraph qualche anno fa, un “family guy”. Ma quando mette piede sul rettangolo verde si trasforma.
“Se non avessi giocato a calcio mio padre dice che sarei diventato un criminale o un kickboxer. Avrei dovuto fare qualcosa che mi permettesse di scaricare la mia adrenalina”.
A 27 anni Aleksandar sembra però aver imparato a controllare la sua impulsività, la sua natura ribelle: mai una parola fuori luogo in questi mesi difficili, nessuna polemica con Parker per le continue panchine o con la stampa per qualche giudizio non certo tenero nei suoi confronti. D'altronde Mitro i critici li zittisce nell'unica maniera che conosce: segnare goal a raffica.


