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Yazalde gfxGOAL

Héctor Yazalde, 'Chirola': l'unico argentino che ha vinto la Scarpa d'Oro oltre a Messi

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Dalla miseria del barrio di Villa Fiorito, lo stesso sobborgo di Buenos Aires in cui nacque Diego Armando Maradona, a grande bomber, capace di imporsi anche nel calcio europeo con lo Sporting CP. La carriera e la vita di Héctor Yazalde, uno dei grandei cannonieri del calcio argentino, sono state brevi ma intense.

La stagione che lo consacra è il 1973/74, quando con 46 goal conquista la Scarpa d'Oro. Con l'Argentina partecipa anche ai Mondiali di Germania Ovest. Continua a giocare e a segnare fino al 1981, quando all'età di 35 anni si ritira dopo una breve parentesi all'Huracán.

Lavora come assistente tecnico e successivamente come procuratore di calciatori, ma la sua vita in Argentina va a rotoli: prima contrae una brutta epatite, poi cade in depressione per la mancata convocazione ai Mondiali del 1978 e si separa dalla moglie. Infine contrae la cirrosi, secondo molti provocata dall'abuso di alcol, che se lo porta via a soli 51 anni, il 18 giugno del 1997, provocandogli un'emorragia interna e un arresto cardiaco.

DALLA MISERIA ALLA RAPIDA ASCESA

Nato nel barrio di Villa Fiorito, sobborgo di Buenos Aires, il 29 maggio 1946, Héctor Casimiro Yazalde vive un'infanzia e un'adolescenza segnate da una condizione di estrema miseria. Quando a 7 anni va a scuola, è così povero che non può permettersi di comprare i libri di testo.

Incontra tuttavia Horacio Aguirre, che diventerà un suo grande amico nonché uno dei più grandi chitarristi dell'Argentina. Quest'ultimo, con un gesto di grande generosità, gli presta i suoi, permettendogli così di studiare.

Ma la povertà è una brutta bestia, e nonostante sia portato per l'apprendimento, a 13 anni Yazalde deve lasciare la scuola e iniziare a lavorare per aiutare economicamente la sua famiglia, composta dai genitori più 7 fratelli. Così va in giro per le pericolose strade di Villa Fiorito a vendere giornali, banane e ghiaccio tritato, per avere in cambio qualche moneta.

E siccome nello spagnolo parlato in Argentina e in special modo a Buenos Aires per indicare le monete e piccole quantità di denaro si usa il termine femminile 'Chirolas', Héctor Yazalde diventa per tutti'Chirola', un soprannome che manterrà anche quando diventerà un famoso calciatore.

Mentre conduce un'esistenza così povera, il giovane Héctor si innamora però del calcio e sogna di emulare un giorno i suoi idoli del Boca Juniors, Roma, Valentím e Rattín. Si presenta a dei provini con il Racing Avellaneda e il Los Andes, ma viene subito scartato senza nemmeno esser visto in azione con il pallone.

"Mi cacciavano via, nessuno mi voleva- racconterà quando sarà diventato un letale attaccante -, non potevo nemmeno pensare lontanamente, allora, che avrei giocato in Prima Divisione. Mi vedevano con le scarpe bucate e il fisico emaciato e scappavano".

Il suo amico Aguirre, invece, entra nel Club Atletico Piraña, piccolo club di Buenos Aires, e nel 1965, all'età di 19 anni, Héctor va a vedere un suo allenamento con la squadra. Ad un certo punto, durante la partitella, alla squadra manca un elemento e allora qualcuno suggerisce di fornire al ragazzo l'attrezzatura per poter giocare.

Yazalde entra in campo e quando lo vedono in azione tutti restano a bocca aperta. Così, appena finito l'allenamento, il C.A. Piraña non se lo lascia sfuggire e gli fa firmare un contratto da 2 mila pesos al mese.

"Come potevo non accettare - dirà anni dopo il centravanti - se mi pagavano quello che guadagnavo in un mese vendendo banane?".

La squadra disputa la Quarta divisione argentina e 'Chirola' dimostra subito di avere un feeling particolare con il goal: ne segna 25 in quel 1966/67 e trascina la sua squadra in finale contro il Villa Mitre.

Sugli spalti c'è anche un certo Julio Grondona, colui che ricoprirà la carica di presidente della Federazione argentinaper 40 anni, all'epoca allenatore dell'Arsenal de Sarandí e presidente della Commissione calcio dell'Independiente.

La presenza di Grondona sugli spalti aveva un unico motivo: osservare da vicino in azione quel 'Chirola' Yazalde di cui tutti parlavano. E al futuro numero uno dell'AFA bastano pochi minuti per capire che ha davanti un grande giocatore.

Per l'esattezza appena 10 minuti, in cui il centravanti del Club Atletico Piraña fa in tempo a segnare un goal per i suoi e a farsi espellere dall'arbitro. Grondona parla con il presidente del 'Los Diablos Rojos' Carlo Radrizzani, e lo convince a puntare sul bomber di Villa Fiorito.

Il patron sborsa un milione e 800 mila pesos argentini per comprare Yazalde. Pur essendo alto un metro e 76 centimetri, pesa poco più di 60 chilogrammi e quando si presenta in borghese, visibilmente denutrito, di lui dicono che "basta soffiare per farlo cadere".

Inizia ad alimentarsi bene, come un atleta dovrebbe fare, e come mai aveva fatto fino a quel momento in vita sua, e viene inizialmente aggregato alla squadra riserve. Ma con la palla è troppo forte, così può debuttare con la maglia rossa già in quel 1967.

Il primo goal ufficiale lo segna alla terza giornata contro il Platense. Al termine della sua prima stagione in Primera División, conquista il Campionato Nacionál, e inizia a giocare nelle Giovanili della Nazionale argentina.

Nel 1969 fa il suo esordio con la Selección, mentre nel 1970 vince con l'Independiente anche il Campionato Metropolitano. Per l'attaccante è il riscatto dopo gli anni della povertà: con i soldi ricevuti per la vittoria acquista un appartamento in centro nella capitale Buenos Aires.

Héctor è un centravanti molto mobile, che sa farsi valere in zona goal, con un destro micidiale e una grande abilità nel colpo di testa, ma anche sacrificarsi per la squadra, muovendosi fra le linee e dando manforte al centrocampo quando la partita lo richiede. A coronamento dell'ottima stagione disputata, nel 1970 Yazalde è anche nominato 'Calciatore argentino dell'anno'.

La 'cura' ricostituente fatta con l'Independiente lo ha reso uno dei migliori centravanti argentini in circolazione, i segni della povertà sul suo corpo sono soltanto un ricordo e ormai la sua fama travalica i confini del suo Paese d'origine: lo vogliono il Santos e il Palmeiras in Brasile, il Valencia in Spagna, l'Olympique Lione in Francia, il Nacional de Montevideo in Uruguay e il Boca Juniors in Argentina.

In molti pensano che la scelta ricada sul club xeneize, sua squadra del cuore, invece 'Chirola' sceglie l'Europa e dopo 72 goal in 117 gare con l'Independiente, accetta la proposta dei portoghesi dello Sporting CP.

LO SBARCO IN PORTOGALLO

All'inizio del 1971 il centravanti argentino attraversa così l'Oceano Atlantico per trasferirsi in Portogallo, Paese il cui campionato era di ottimo livello. Con i soldi ricevuti per venire a giocare in Europa sistema la sua famiglia e fa costruire per i suoi familiari una bella casa in un quartiere benestante.

Yazalde però non può giocare subito per lo Sporting e deve stare per 6 mesi a guardare i compagni, disputando solo le amichevoli non ufficiali: il club biancoverde, che per la stagione 1970/71 ha esaurito tutti gli slot disponibili per gli stranieri, lo ha infatti preso in previsione dell'annata successiva.

Yazalde ha in questo modo tutto il tempo di ambientarsi e di pensare ad altro:frequenta belle donne e fa vita mondana. Presto il Portogallo si trasformerà per lui in un autentico 'Eldorado' sul piano sportivo e non solo.

Ora 'Chirola' può permettersi di girare per le strade di Lisbona, una delle città più belle d'Europa, con le tasche piene di scudi portoghesi, e sembra passata un'era da quando da giovane era costretto a svolgere a Villa Fiorito i lavori più umili. Inizia persino ad andare a teatro, e qui vede per la prima volta la donna che segnerà la sua esistenza: la bellissima attrice Carmen De Deus, ex Miss Portogallo, anche conosciuta con il nome d'arte di Britt Nichols.

UN MATRIMONIO DA FAVOLA

Yazalde se ne innamora, a tal punto che va ogni sera a vedere lo stesso spettacolo. Fin quando non avviene l'incontro fra i due. Carmen, di 4 anni più giovane di lui, aveva girato un cortometraggio, 'Moviemania', che sarebbe stato premiato a Cannes.

"Uno degli attori - ricorderà la donna in un'intervista al sito d'informazione argentino 'Infobae' - era tifosissimo dello Sporting e così chiese al regista se poteva portare ad assistere alle riprese un calciatore della squadra che non poteva giocare le partite ufficiali. Lo avevo già visto seduto seduto in un caffè molto chic di Lisbona con l'attrice spagnola Concha Velazco, viveva in un appartamento sopra ad una farmacia aperta 24 ore al giorno e condivideva il pianerottolo con questa simpatica attrice".
"Chirola era un donnaiolo - aggiungerà -, prima di vedermi era già uscito con un'altra dozzina di donne. Che cosa mi ha colpita di lui? Non lo so, era davvero orribile, un indio! Ma a me piaceva quel tipo di uomo, con i lineamenti forti alla Monzón. Era così macho da attrarmi".
"Mi ha sedotto con la sua intelligenza - dirà l'attrice che Roman Polanski definì "la nuova Sharon Tate" -. In questo senso somigliava ai giocatori di oggi. Leggeva, studiava, alle 8 del mattino aveva una lezione di di inglese; poi di francese... Era un tipo diverso per l'epoca. Inoltre, era una persona meravigliosa".

Il Café La Mejicana è stato il luogo del primo appuntamento.

"Ci siamo fidanzati ed è stata la cosa migliore che gli potesse capitare. Il miospettacolo finiva e andavamo a mangiare nei posti migliori - racconta Carmen -. Ero molto giovane… Alla fine del 1972 mi chiese se volevo andare in Argentina per incontrare la sua famiglia. Sono arrivata a dicembre e sono rimasta lì tre mesi. Ma, quando sono tornata in Francia, abbiamo fatto un altro viaggio in Argentina: questa volta siamo andati entrambi e ci siamo sposati", ricorda Carmen.

Chirola e Carmen si sono uniti in matrimonio alla Basilica Maria Auxiliadora a Buenos Aires il 16 luglio 1973. Quel giorno piove tanto e il ricevimento è organizzato al ristorante 'La Raya'.

"Quella notte piovve come un inferno: mancava metà degli invitati! Ho finito per fare colazione all'alba al Tabac con ancora indosso il mio abito da sposa. Siamo andati a Mar del Plata per due giorni per la nostra luna di miele e siamo tornati in Portogallo".

RE DEI BOMBER E SCARPA D'ORO

Intanto, mentre corona la sua storia d'amore con Carmen De Deus, Yazalde a partire dalla stagione 1971/72 può finalmente scendere in campo per dare il suo contributo alla squadra anche nelle partite ufficiali.

Dopo 13 goal in 27 presenze totali nella stagione d'esordio in tutte le competizioni, a partire dall'anno seguente le cifre realizzative di 'Chirola' si impennano: il centravanti dello Sporting realizza 27 goal in 36 gare nel 1972/73, anno in cui conquista la Coppa del Portogallo, ben 50 in 35 partite nel 1973/74, l'anno della sua consacrazione, in cui lo Sporting si aggiudica lo Scudetto portoghese.

I 46 centri in appena 29 match in campionato valgono al centravanti di Villa Fiorito il primo titolo di capocannoniere del torneo lusitano e, soprattutto, la prestigiosa Scarpa d'Oro. L'argentino precede l'austriaco Hans Krankl del Rapid Vienna (36) e un terzetto composto dal connazionale dello Stade Reims Carlos Bianchi, dal centravanti del Borussia M'Gladbach Jupp Heynckes e dal grande Gerd Müller (tutti fermatisi a quota 30).

Il ragazzo povero e denutrito della periferia di Buenos Aires era diventato grazie al calcio una vera star, nonché un centravanti di assoluto rispetto e dai numeri impressionanti.

"Per premiare Chirola chiusero il lido di Parigi - ricorderà l'ex moglie -. Franz Beckenbauer e Gerd Müller erano lì con le loro mogli, ma la celebrità era lui. Me la dedicò e disse che era merito mio perché l'avevo portato fuori dalla movida. Fu incredibile, da allora quando segnava un goal i tifosi dello Sporting mi applaudivano".

AI MONDIALI CON L'ARGENTINA

L'exploit della stagione 1973/74 convince il Ct. dell'Argentina Vladislao Cap a inserire Yazalde nella lista dei convocati per i Mondiali in Germania Occidentale. Quella che viene inserita nel Gruppo 4 con Italia, Polonia e Haiti non è una grande Selección, ma una squadra combattiva pronta a vender cara la pelle contro avversarie di rango.

'Chirola', che prende la maglia numero 22, guarda dalla panchina Kempes e compagni perdere 3-2 con la Polonia la gara d'esordio, per poi essere buttato nella mischia nella seconda e decisiva partita con l'Italia. Ma Valcareggi lo fa marcare dallo stopper della Juventus Francesco Morini, che di fatto lo annulla.

La Scarpa d'Oro non riesce a incidere sulla partita e sarà anche sostituita. L'Albiceleste conquista comunque un punto prezioso contro gli Azzurri e il centravanti dello Sporting vivrà il suo momento di gloria nella terza gara contro la cenerentola Haiti. È sua infatti la doppietta che consente all'Argentina di imporsi 4-1 sui centroamericani e di qualificarsi come seconda del girone alla Seconda fase grazie alla differenza reti favorevole rispetto agli azzurri (+2 contro il +1 dell'Italia).

La Selección farà però breve strada: inserita in un gruppo a quattro squadre con Germania Est, Brasile e Olanda, gli argentini vengono travolti 4-0 dall'Olanda di Cruijff, perdono 2-1 con il Brasile una gara molto combattuta, e, già eliminati, pareggiano 1-1 con la Germania Est. Yazalde disputa soltanto la prima sfida. Nonostante lui non possa saperlo, quella contro gli Arancioni sarà anche l'ultima sua presenza con l'Argentina, con cui chiude con un bilancio di 10 partite e 2 goal.

IL BIENNIO AL MARSIGLIA

Dopo l'anno magico 1973/74, Yazalde si conferma su livelli realizzativi molto elevanti anche nella stagione successiva 1974/75. Benché lo Sporting non conquisti altri titoli, il centravanti argentino realizza 36 goal in 33 partite complessive, e fa il suo esordio in Coppa dei Campioni (2 presenze e una rete), torneo che vede tuttavia i portoghesi uscire subito al Primo turno contro i francesi del Saint-Etienne.

I 30 goal in 26 gare nella massima divisione portoghese valgono inoltre a 'Chirola' il secondo titotolo consecutivo di capocannoniere del torneo. Ma gli sconvolgimenti politici con la rivoluzione dei garofani e il Colpo di Stato che pone fine al regime di Salazar, inducono lui e sua moglie Carmen De Deus, che nel frattempo ha rinunciato per la gelosia del marito alla carriera cinematografica, a lasciare il Paese.

Nonostante l'interesse del Real Madrid, la coppia si trasferisce in Francia: il centravanti argentino è infatti acquistato dall'Olympique Marsiglia. 'Chirola' saluta lo Sporting e Lisbona da vero idolo, con un bilancio impressionante di 104 goal segnati in altrettante partite.

L'avventura francese durerà un anno e mezzo. Nella prima stagione 'Chirola' realizza 19 reti in 34 gare totali e il 12 giugno 1976 con i compagni, grazie ad una vittoria per 2-0, si aggiudica la Coppa di Francia battendo in finale il Lione.

Quello vissuto in Costa Azzurra sarà un periodo molto felice anche della vita privata di Yazalde, come racconta l'ex moglie.

"Vivere a Marsiglia era come stare in paradiso - racconterà Carmen De Deus a 'El Grafico' -. Abitavamo in un appartamento di 300 metri quadri con una vista impressionante.C'era sempre qualche calciatore argentino che veniva a trovarci: ho cucinato personalmente per Osvaldo Piazza, Raúl Nogués, Delio Onnis e Carlos Bianchi. Un altro che veniva spesso da noi era il pugile Carlos Monzón. Non dimenticherò mai la prima volta che venne a cena: spesi una fortuna in ostriche, calamari e crostacei. Ho cucinato tutto il pomeriggio. Ma lui voleva una bistecca, così dovetti correre in macelleria...".
"Con Carlos diventammo amici stretti e non perdevamo un suo combattimento a Montecarlo. Ricordo in particolare i due con il colombiano Rodrigo Valdez. Nel giro di un'ora da casa nostra eravamo sulla spiaggia di Saint-Tropez o in viaggio verso Aix-en-Provence. Frequentavamo Alain Delon e Jean-Paul Belmondo. Ed eravamo sempre mano nella mano".

LA PROMESSA NON MANTENUTA

L'idillio francese dura però poco: dopo aver iniziato con la maglia dell'OM anche la stagione 1976/77, Yazalde che viaggia verso i 31 anni sente quello che potremmo definire come 'il richiamo della foresta', l'esigenza di tornare nel suo Paese. Decisiva, per prendere questa decisione, è però una promessa. A fargliela è Julio Grondona, colui che lo aveva portato all'Independiente da giovane e che ora ne era il presidente, e di cui Héctor si fidava.

"Grondona gli aveva promesso che sarebbe stato convocato per i Mondiali del 1978 - rivela Carmen De Deus, che in Argentina diventa ufficialmente Carmen Yazalde - ma non l'ha mantenuta. Questo lo ha devastato. Da lì 'Chirola' è entrato in una depressione da cui non è mai uscito".

Yazalde crede al presidente dell'AFA e dopo 23 goal in 48 partite con il Marsiglia fa le valigie e rientra in patria, dove intanto vige la dittatura del Generale Videla. Proprio quest'ultimo imporrà al Ct. Menotti di convocare solo calciatori che militavano in Argentina, con l'unica eccezione di Kempes.

"Tutti i guai sono cominciati dal ritorno in Argentina - sostiene Carmen -. Rescisse il contratto con il Marsiglia e ha perso molti soldi. Pensava di andare a giocare con l'Independiente, invece firmò con il Newell's Old Boys di Rosario. Ma la cosa peggiore, al di là dei debiti, sono state le cattive compagnie. In Portogallo e in Francia al massimo si concedeva un bicchiere di aranciata dopo aver mangiato un'aragosta. In Argentina invece tornò a frequentare gli amici di gioventù, con cui non andavo d'accordo, e che gli hanno fatto male. È con loro che ha iniziato a bere vino. È stato come se di colpo tutto quello che aveva imparato in Europa l'avesse perso, tornare nel suo vecchio ambiente lo ha danneggiato".

Al Newell's Yazalde gioca quasi 5 anni, segnando altri 55 goal in 120 presenze, ma contrariamente a quanto promesso da Grondona, Menotti non lo inserisce nell'elenco dei convocati per i Mondiali casalinghi. Un duro colpo da digerire per il bomber, che da lì non si rialzerà più veramente. A 35 anni, nel 1981, chiude la carriera disputando una sola gara con la maglia dell'Huracán.

LA RAPIDA DISCESA E LA MORTE A 51 ANNI

Intanto il suo matrimonio da sogno va a rotoli.

"Rimasi a Buenos Aires perché ero in trattativa per un lavoro - racconterà Carmen -, mentre a Rosario non avrei potuto fare nulla. Così eravamo distanti e ci vedevamo soltanto una volta a settimana, quando aveva il giorno libero. Io mi sentivo sola e non conoscevo nessuno. Poi scoprii che aveva un amante, ma molto tempo dopo".

Quando ancora gioca, l'attaccante contrae un'epatite causata da siringhe infette e le sue condizioni di salute peggiorano.

"Allora le siringhe non erano monouso - dirà Carmen -. Fece delle analisi e restò infettato. Mi presi cura di lui per settimane, mentre stava sdraiato su un letto. Diventò giallo e sembrava stesse morendo".

Yazalde si riprende ma le cose peggiorano dopo la fine della carriera calcistica.Lavora come assistente tecnico di Luis Cubilla al River e all'Olimpia di Asunción, poi diventa procuratore di calciatori, ma la sua depressione peggiora.

"Fra di noi mancava il dialogo, restava sempre chiuso in casa e non faceva assolutamente nulla - ricorda Carmen -. Si sentiva solo e non faceva niente per migliorare. Inoltre dopo l'epatite non poteva bere".

Chirola e Carmen, che avevano avuto anche un figlio, Gonzalo, si separano.

"Nonostante la separazione provai ad aiutarlo facendolo chiamare da Passarella - dirà la donna - per tirarlo su di morale. Parlai con psicologi e medici, ma non c'era niente da fare. Aveva perso ogni vitalità, non sapeva cosa fare della sua vita e voleva morire".

A trascinarlo definitivamente nel baratro è probabilmente l'alcol. L'ex Scarpa d'Oro muore a soli 51 anni il 18 giugno 1997 per un'emorragia interna causata dalla cirrosi e un arresto cardiaco.

"Ad uccidere 'Chirola' sono state le cattive compagnie - sosterrà l'ex moglie Carmen -. Le donne e i presunti amici che frequentava non lo hanno aiutato. Io sono stata malissimo, perché anche se non stavamo più insieme, parlavamo spesso. È stato doloroso vederlo morire solo, triste e senza soldi. Il suo problema con l'alcol gli aveva rovinato il fegato, che gli funzionava ormai solo al 10%. Nell'ultimo periodo non aveva nemmeno soldi per comprare il whisky, beveva qualsiasi cosa... E mio figlio Gonzalo doveva monitorarlo costantemente".
"Sono sicura - conclude Carmen - che se non fossimo tornati in Argentina oggi 'Chirola' sarebbe ancora vivo. E vivremo ancora assieme, l'uno accanto all'altro".

L'idolo dello Sporting resterà per 38 anni, con i 46 goal segnati in campionato nel 1973/74, il miglior marcatore argentino in un campionato europeo: sarà superato soltanto nel 2011/12 da Lionel Messi, capace di realizzare 50 reti nella Liga con la maglia del Barcellona.

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