I capelli riccioluti al vento, una corsa palla al piede quasi da mezzofondista e un destro esplosivo con cui spesso faceva piangere i portieri avversari. Gustavo Abel Dezotti, nella sua carriera, ha scritto pagine importanti del calcio argentino e italiano.
Cresciuto e affermatosi in patria con il Newell's Old Boys, approda in Italia nel 1988 per vestire la maglia della Lazio. A Roma trova difficoltà ma chiude in crescendo. Passato alla neopromossa Cremonese, ne diventa il bomber e il finalizzatore.
Pur con un paio di saliscendi fra Serie A e Serie B, gli anni in grigiorosso lo consacrano come miglior cannoniere straniero della storia del club e miglior marcatore di sempre dei lombardi in Serie A. Ancora oggi è considerato un idolo dai tifosi.
In Nazionale ha disputato i Mondiali di Italia '90, ma sarà ricordato per l'espulsione rimediata nella finalissima.
L'ASCESA DEL 'GALGO'
Nato a Monte Buey, nel Dipartimento di Córdoba, in Argentina, il 14 febbraio 1964, Dezotti cresce calcisticamente in patria a Rosario con il Newell's Old Boys. Nel 1982 entra a far parte della Prima squadra e ci rimane per sei anni, nei quali totalizza 40 goal in 208 presenze e nella stagione 1987/88 assieme fra gli altri ad Abel Balbo e Nestor Sensini vince il campionato argentino con i Leprosos.
Il suo rendimento personale cresce molto nelle ultime due stagioni, che lo vedono andare in campo da titolare:: 11 reti in 41 gare nel 1986/87, 12 centri in 39 partite nel 1987/88.
"Fare il calciatore era il sogno della mia vita - dirà -, quello che amavo e avrei voluto fare, e che poi ho avuto la fortuna di fare".
Nel 1983 con l'Argentina Under 20 (3 presenze) partecipa anche ai Mondiali di categoria in Messico, piazzandosi al 2° posto finale. Si guadagna il soprannome di 'El Galgo', ovvero 'Il Levriero', per lo spunto in progressione e le lunghe leve.
LA STAGIONE IN CHIAROSCURO ALLA LAZIO
Nell'estate del 1988 la Serie A apre al 3° straniero e anche Dezotti, come molti suoi connazionali, approda nel campionato italiano. L'attaccante argentino è acquistato dalla Lazio del presidente Gianmarco Calleri, neopromossa eguidata dal tecnico Beppe Materazzi.
Nella squadra biancoceleste affianca altri due sudamericani: gli uruguayani Ruben Sosa e Nelson Gutierrez, ed è chiamato a non far rimpiangere Paolo Monelli, l'attaccante che con 13 goal è stato determinante per la promozione in Serie A dei capitolini.
Nella stagione dei Giochi olimpici di Seul, con il campionato che comincia a ottobre, il debutto assoluto del 'Galgo' nel calcio italiano arriva in Coppa Italia a Pescara il 21 agosto 1988: l'Aquila perde 2-1, ma lui va subito a segno con un colpo di testa su cross dalla destra di Monti. In precedenza, il 9 agosto, aveva subito timbrato il cartellino in amichevole nel 2-0 dei biancocelesti al Real Saragozza.
La Lazio, sconfitta all'esordio, poi ingrana e supera il Licata, Dezotti è in buona forma e si ripete nel 3° impegno contro il Campobasso. Contro i molisani va a segno con un tap-in dalla breve distanza. L'argentino, scatenato, realizza addirittura una doppietta nel rocambolesco 4-3 sul Messina di Zeman del 31 agosto.
Fanno 4 goal in 3 partite giocate, niente male come biglietto da visita. L'ex Newell'Old Boys aggiunge anche l'assist per il goal di Rizzolo nel k.o. per 2-1 contro il Milan di Sacchi il 3 settembre. La Lazio si piazza terza nel suo girone e prosegue il suo percorso.
Nella seconda fase è inserita nel 5° Girone con Fiorentina, Inter e Udinese. Proprio Dezotti, al suo 5° goal in 5 gare, stende la Fiorentina per 1-0 il 14 settembre. 'El Galgo' non si ferma nemmeno contro l'Inter, quando il 21 settembre sblocca il risultato al 1' trafiggendo per la prima volta in carriera Walter Zenga, il portiere che batterà di più nel corso della sua avventura italiana, con un tiro imparabile all'incrocio dei pali.
Il confronto con i nerazzurri di Trapattoni, futuri campioni d'Italia, si chiude 1-1 con un altro gran goal, realizzato al Flaminio da Alessandro Bianchi, ma nell'ultima partita l'Aquila stende anche l'Udinese grazie a un guizzo di Ruben Sosa e con 5 punti precede i quotati avversari e vola ai quarti di finale.
Dezotti, con 6 goal in 7 partite, è uno dei protagonisti del torneo. Ha dimostrato di possedere un gran fisico, un destro esplosivo e quella progressione in corsa che è un po' il suo marchio di fabbrica. I tifosi si aspettano così grandi cose da lui anche in campionato. Succede però che con l'inserimento di Ruben Sosa venga chiamato maggiormente al sacrificio, e che sta per esplodere una giovane promessa del vivaio: il suo nome è Paolo Di Canio.
Il debutto in Serie A del riccioluto argentino arriva il 9 ottobre 1988 allo Stadio Manuzzi nella sfida esterna contro il Cesena della 1ª giornata. Dezotti fa coppia con Sosa, benché porti il numero 7, e Di Canio agisce sulla destra. Finisce 0-0. La Lazio di Materazzi è una squadra quadrata, che subisce pochi goal, ma che fa fatica a segnare. I 5 pareggi consecutivi con cui apre il campionato sono eloquenti.
Dezotti segna soltanto su rigore alla 4ª giornata, sbloccando il risultato con il Como (1-1), si sacrifica tanto per i compagni ma per il resto si dimostra poco lucido sotto porta. L'attaccante a tratti devastante della Coppa Italia sembra un lontano ricordo.
In 29 presenze totali con la divisa biancoceleste, i goal in Serie A a fine anno saranno appena 3. Taciturno e di animo tranquillo, batte ancora Zenga, con una girata di testa sul primo palo, il 4 giugno 1989, scatenando peraltro la reazione dei milanesi, già campioni d'Italia (1-3 il risultato), e alla penultima giornata con uno spettacolare sinistro (suo piede debole) al volo da centro area dà un saggio delle sue qualità superando anche Pagliuca e spinge la Lazio, alla quinta vittoria stagionale, verso la salvezza.
In Coppa Italia la Lazio uscirà poi ai quarti di finale contro l'Atalanta (2-0 a Bergamo e vittoria per 3-2 a Roma), con Dezotti che si ferma a 9 presenze e 6 goal. Complessivamente la sua prima stagione italiana la chiude con 9 reti in 37 gare, che non basteranno tuttavia a guadagnarsi la riconferma.
"Voglio bene alla Lazio - dirà in un'intervista a 'Radio Sei' del 2011 -. Di Roma ho dei ricordi bellissimi, la Lazio è stata la squadra che mi ha portato in Europa. Per me e la mia carriera è stato molto importante. I tifosi si sono sempre comportati bene con me anche quando sono andato a Cremona".
LEGGENDA DELLA CREMONESE
Il club capitolino lo cede alla Cremonese nell'estate 1989. E il binomio fra Dezotti e la maglia grigiorossa sarà vincente. La Coppa Italia è ancora foriera di goal per 'Il Levriero', che con una doppietta guida alla vittoria la squadra di Tarcisio Burgnich a spese del Brescia (1-3 al Rigamonti).
L'avventura nel torneo dei lombardi si chiude tuttavia precocemente con la sconfitta contro il Milan nel Derby lombardo del 2° Turno (1-0). Ma dove Dezotti stupisce tutti è in campionato. L'attaccante di Monte Buey, desideroso di riscatto, supportato da Alviero Chiorri e dallo svedese Anders Limpar, e in alternativa dal giovane Maspero e da Neffa, si dimostra una macchina da goal.
A San Siro segna la sua terza rete a Walter Zenga nella prima giornata, ma l'Inter rimonta 2-1. Si ripete alla 3ª, con il più classico dei goal dell'ex rifilato alla Lazio (1-1). Nell'occasione l'argentino è uno dei primi a non esultare dopo esser andato a segno. Nella giornata successiva, contro il Genoa, è espulso nel finale con rosso diretto.
Salta così per squalifica il match contro l'Atalanta, poi si scatena: segna al Napoli del suo amico Maradona (1-1), futuro campione d'Italia, affonda il Milan Campione d'Europa di Sacchi allo Zini (1-0), finalizzando una bella combinazione con Chiorri, e timbra ancora il cartellino con Verona (1-1), Udinese (2-2), Lecce (sconfitta 2-1), e Ascoli (vittoria per 0-1). Sono 8 goal in 12 partite, che lo portano anche in vetta alla classifica dei marcatori.
Ma le prestazioni della Cremonese e del suo bomber calano nella seconda parte della stagione. Nonostante 'El Galgo' aggiunga altre 5 reti, fra cui spiccano quelle firmate contro Lazio (vittoria per 2-1 dei grigiorossi allo Zini) e Bologna (2-1 sempre allo Zini sul Bologna) e Milan (rete su rigore nel 2-1 rossonero), alla fine arriva la retrocessione in Serie B, con il terzultimo posto finale e 4 sconfitte nelle ultime 4 giornate.
I 13 goal totali in campionato in 32 partite, cui si sommano 2 reti in altrettante gare di Coppa Italia, rendono comunque molto positivo il bilancio del primo anno cremonese di Dezotti, logicamente confermato anche per la Serie B nel 1990/91. Sotto la guida di Burgnich, e dal febbraio del 1991 di Gustavo Giagnoni, i grigiorossi sono protagonisti di un bel campionato, che chiudono in 3ª posizione, guadagnandosi l'immediato ritorno in Serie A.
Dezotti è determinante con i suoi 11 goal in 32 partite, cui si aggiungo altre 2 reti in 3 gare in Coppa Italia. L'argentino è determinante soprattutto nel girone di ritorno, quando propizia alla squadra lombarda 5 vittorie con Reggina (3-2 con doppietta), Salernitana (2-1), Lucchese (1-0), Ancona (1-0) e Cosenza (2-1).
Entrato ormai nel cuore dei tifosi grigiorossi, nel 1991/92 vive la sua 2ª stagione con la Cremonese in Serie A. Ancora una volta 'El Galgo' fa il suo, anche se le reti personali scendono a 9 complessive in 30 gare disputate, con doppiette a Genoa e Inter (altri due goal rifilati a Walter Zenga, la sua vittima preferita in Italia), ma la squadra del presidente Luzzara conclude il campionato al terzultimo posto e arriva una nuova retrocessione.
Dezotti, per la seconda volta, affronta il torneo cadetto. È il 1992/93 e quella Cremonese, sotto la guida del nuovo tecnico Gigi Simoni, passerà alla storia. I grigiorossi giocano un campionato di alto livello, piazzandosi al 2° posto e ottenendo ancora una volta la pronta risalita in Serie A.
Il bomber argentino, soprattutto nel girone di andata, in coppia con Andrea Tentoni, è una sentenza, e alla fine saranno ben 12 le sue marcature in 30 partite, con i picchi delle doppiette casalinghe contro il Pisa (2-0) e l'Ascoli (3-1). Il suo compagno di reparto farà ancora meglio, prendendosi lo scettro di miglior realizzatore della squadra con 16 centri nel torneo.
Non solo: la Cremonese di Simoni è protagonista anche del Torneo Anglo-Italiano. I grigiorossi vincono il Gruppo B battendo West Ham, Tranmere e Derby County, e pareggiando con il Bristol City. In semifinale superano il Bari con un complessivo 6-3 fra andata e ritorno e il 27 marzo volano a Wembley per la finalissima, ancora contro i Rams.
Dezotti lascia spazio a Florianjic nell'undici iniziale, con lo sloveno che affianca Tentoni. Superata l'emozione iniziale per giocare in quello che è considerato uno dei templi storici del calcio, i ragazzi di Simoni dominano la partita, imponendosi 3-1 con i goal di Verdelli, Maspero e Tentoni. Dezotti subentra nel corso della ripresa al posto di Florianjic e solleva il trofeo con i suoi compagni. Quel pomeriggio in terra inglese rappresenta probabilmente rappresenta l'apice della storia del club grigiorosso.
Il 1993/94 è la sua ultima stagione italiana. I grigiorossi ottengono un brillante 10° posto finale e conquistano la prima salvezza della loro storia in Serie A. Dezotti parte al solito forte nel girone di andata, con 5 reti che valgono 3 vittorie su Roma (1-2), Lecce (2-1) e Piacenza (4-0).
Nel girone di ritorno ne aggiunge solo un altro nell'ultimo turno contro il Genoa (1-1). È il saluto personale del 'Galgo' al pubblico grigiorosso che per 5 anni lo ha sostenuto, facendogli vivere momenti indimenticabili. Termina dunque la stagione con 6 reti in 30 partite. Quelle complessive nella sua avventura in Lombardia sono invece 55 in 164 match fra campionato (Serie A e Serie B) e Coppa Italia.
I suoi 28 goal nella massima Serie lo rendono anche il miglior goleador della Cremonese in Serie A, nonché il miglior bomber straniero di sempre della società.
VICECAMPIONE DEL MONDO CON L'ARGENTINA
Gli anni in Italia portano Dezotti anche a vestire la casacca della Nazionale maggiore argentina. Il riccioluto attaccante esordisce il 12 ottobre 1988 nella gara amichevole contro la Spagna pareggiata 1-1. Dezotti subentra nella ripresa al posto di Claudio Paul Caniggia.
In tutto mette insieme 7 apparizioni in gare ufficiali con l'Albiceleste (13 presenze e un goal considerando anche le partite non ufficiali), e partecipa ai Mondiali di Italia '90, in cui viene convocato all'ultimo al posto di Ramon Diaz. 'El Galgo' disputa 3 partite del torneo, con la Romania nel girone (1-1), con la Jugoslavia nei quarti, subentrando alla fine dei supplementari al posto di Calderón.
Il match, particolarmente combattuto, si decide ai rigori e il bomber grigiorosso trasforma il rigore decisivo che porta la Selección in semifinale , e la finalissima con la Germania Ovest al posto dello squalificato Caniggia. Nella sfida dell'Olimpico è ricordato però per l'espulsionerimediata nei minuti finali.
La Germania Ovest conduce 1-0 grazie al rigore trasformato da Brehme, e gli argentini, con i nervi alle stelle, tentano un forcing per pervenire al pareggio. Ma i tedeschi controllano con ordine. Kohler, a un certo punto, si attarda con il pallone fra le mani e il numero 9 dell'Argentina perde le staffe: lo cintura platealmente al collo e il contestato arbitro messicano Méndez estrae il rosso diretto nei suoi confronti all'87', con la squadra di Bilardo costretta a chiudere la partita in 9 uomini.
Dopo quell'episodio negativo, Dezotti non indosserà più la maglia dell'Argentina nella sua carriera.
GLI ULTIMI ANNI FRA MESSICO, ARGENTINA E URUGUAY
Nell'estate del 1994 'El Galgo' lascia l'Italia e a 30 anni riparte dal Messico. Qui gioca 2 anni con il León (17 goal in 52 presenze) e uno conl'Atlas di Guadalajara (22 presenze e una rete). A 33 anni l'attaccante non ha più la progressione letale dei suoi anni migliori.
Torna allora in patria, venendo ingaggiato dal Quilmes, squadra con cui tuttavia non trova mai spazio, per spendere infine in Uruguay, nel Defensor Sporting (9 presenze e una rete), gli ultimi sussulti di una carriera da 474 presenze e 113 reti in sole gare di campionato.
Dopo il ritiro, che avviene nel 1999 a 35 anni, si è stabilito a Rosario e ha ricoperto la carica di Direttore sportivo del Newell's Old Boy per poi continuare a svolgere per diversi anni ruoli dirigenziali nel club di Rosario.
Durante i primi mesi di pandemia nel 2020, ha postato sul suo profilo Instagram una doppia foto, una con la maglia della Cremonese, l'altra con quella della Lazio, i club cui è rimasto sempre legato, con un messaggio eloquente, "Forza Italia!", di sostegno al Paese in cui ha speso anni importanti da calciatore.
Anche oggi del resto, a qualche tifoso della Cremonese, facendo il nome di Gustavo, entrato nella storia del club per i suoi goal e la sua umanità, non potrà che scorrere qualche lacrimuccia.
