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Goal pesanti e follie: perché non puoi dimenticarti di Brandao

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"Mister, entro e faccio goal per lei"

Siamo al minuto 88 di Inter-Marsiglia, match di ritorno degli ottavi di finale di Champions League 2011/2012. L'Inter ha perso l'andata 1-0, ma ha rimesso a posto le cose con il goal di Milito. In quel momento si andrebbe ai tempi supplementari, ma è proprio in quel momento che entra in campo Brandao, esattamente dopo aver pronunciato quella frase al suo allenatore Deschamps.

La sua stagione fino a quel momento è stata avara di soddisfazioni, ma Brandao ci crede davvero a quello che ha appena detto. Talmente ci crede che alla fine accade. Siamo al minuto 92: rilancio di Mandanda, Lucio buca l'intervento e Brandao (dopo uno stop di schiena) si ritrova sui piedi il pallone della qualificazione. Goal, 1-1, Julio Cesar battuto e Inter praticamente eliminata. Il rigore realizzato da Pazzini al 96' non serve a nulla, l'OM passa in virtù della recentemente defunta regola dei goal in trasferta e si qualifica per i quarti di Champions per la prima volta dopo 20 anni, con Brandao nelle vesti di eroe.

Un eroe totalmente inatteso, che a San Siro e più in generale al Marsiglia non doveva nemmeno esserci. L'estate precedente l'attaccante brasiliano era stato rispedito in patria, perché ormai non più parte del progetto OM. Ma a gennaio, in seguito a un epidemia di infortuni in attacco e all'impossibilità di spendere sul mercato, Deschamps si è visto costretto a richiamarlo. Una scelta forzata, ma dannatamente efficace.

Dal suo ritorno Brandao segna soltanto sette goal, ma è incredibile quanto siano stati pesanti. Di San Siro abbiamo già parlato, ma alla notte magica di Milano dobbiamo aggiungere la rete decisiva nella semifinale di Coppa di Lega contro il Nizza e quella ancor più decisiva in finale contro il Lione. Anche in quel caso l'impatto di Brandao è clamoroso, stile San Siro: Deschamps lo manda in campo al minuto 98 e sette minuti dopo segna il goal decisivo per la vittoria della coppa.

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Il rapporto di Brandao con le finali è pazzesco. Al Saint-Etienne, l'anno dopo aver lasciato definitivamente il Marsiglia, vive la stagione migliore della sua carriera a 32 anni. Segna 15 goal in tutte le competizioni, di cui 11 soltanto in Ligue 1, ma il vero capolavoro lo fa ancora una volta in Coppa di Lega, la sua competizione. Ancora una volta raggiunge la finale, ancora una volta segna il goal decisivo e ancora una volta, ovviamente, la vince. Ruba la scena ad Aubameyang, che gli serve l'assist, e riporta un trofeo al Saint-Etienne dopo un'attesa lunga 32 anni.

Ma la carriera di Brandao è caratterizzata anche da problemi extra campo e autentiche follie, come la testata in pieno naso a Thiago Motta al termine di un PSG-Bastia nel 2014. Brandao è appena arrivato in Corsica, la Ligue 1 iniziata da sole due giornate, ma per lui si conclude praticamente lì.

"Brandao deve essere squalificato a vita".

Il presidente del PSG Al-Khealifi richiede la massima pena per Brandao, che alla fine 'se la cava' con 6 mesi di squalifica e un mese di carcere per "aggressione premeditata".

"Volevo solo calmarlo - ha poi spiegato a 'Canal +' - poi sono stato sopraffatto dagli eventi. Motta mi ha insultato per tutta la partita".

Quando Brandao torna a giocare, otto mesi dopo il misfatto, è ormai un giocatore al tramonto. Lascia il Bastia e la Francia per emigrare in Grecia, al Levadiakos. Nelle prime nove giornate la squadra perde soltanto una partita, Brandao segna due goal e diventa immediatamente un idolo dei tifosi. Ma l'idillio greco dura poco: da un momento all'altro il brasiliano non si vede più in campo e successivamente non viene nemmeno più convocato.

Si parla di problemi fisici, ma la verità viene fuori soltanto dopo.

"Sono deluso e lascio il Levadiakos per la mancanza di professionalità e di organizzazione, per me è ancora una squadra amatoriale e dovrebbe essere migliorata molto affinché impari a comportarsi con più rispetto per i giocatori stranieri e greci".

Brandao promette che presto troverà una nuova squadra in Europa o in Brasile, ma in realtà quella in Grecia è la sua ultima tappa. Niente più miracoli, sorprese o follie. Almeno per adesso. Perché Brandao non lo dimentichi ed è proprio quando lo fai che lui ritorna.

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