Alcuni allenatori dicono che sono i primi tre tocchi a dare una dimensione alla tua partita. Capisci che per gli avversari proprio non ce n’è, quando le mezze palle sono tutte tue: schizzano e poi ti tornano sui piedi. Anche un piccolo errore arbitrale può farti girare le scatole: “Si può sbagliare, è una rimessa laterale!” Spiega Massa a Pioli dopo pochi minuti.
“Lascia!” Si sente da bordocampo appena prima del goal del vantaggio.
Saelemaekers ha 18 anni in meno di Ibrahimovic: una buona tecnica di base, un polmone in più dei comuni mortali e una discreta dose di personalità. Ad esempio, voi a Zlatan, direste mai di lasciarvi il pallone?
Capisci invece che davvero non è giornata quando la palla scotta tra i piedi e le cose facili diventano impossibili. Se un goal bello così, non ti va nemmeno di festeggiarlo, allora qualcosa non funziona. Sono i tempi in uscita che fregano Sinisa, squadra lunga e sempre in ritardo: “Cerchiamo di muoverla veloce e sbagliare meno, ca**o!”Oggi è solo una questione di testa, sì... quella l’hanno lasciata in Emlia.
Pioli dalla panchina chiede la transizione su Bennacer: palla a lui è palla in banca. E a quanto pare l’algerino sa anche fare goal, primo in Serie A e pure in rossonero.
“Soriano non può stare lì, allunga la barriera, non la vedo!” Urla Donnarumma prima della punizione di Orsolini. Massì che la vedi, Gigio. Oggi è tutto nella norma: un paio di interventi tra i pali, qualche indicazione alla linea difensiva e pure un pallone raccolto in fondo alla rete. Insomma, ordinaria amministrazione.
Rebic non ride mai, solo con Kessie si scioglie un pochino quasi come se volesse dargli un bacio. Ibra ha la calamita sulle scarpe: si abbassa per fare il regista, sposta i compagni come pedoni, è sempre coinvolto nella manovra. Si sbatte, gioca di squadra, ma un assist non può valere come un goal.
Zlatan non fare il permaloso, ci sono altre quattro partite in dieci giorni. Alla fine un raccattapalle dietro la porta lo vede rientrare negli spogliatoi: “Accidenti, oggi volevo proprio chiedergli la maglietta!” Pazienza! Sarà per la prossima volta. E magari sarà pure quella dell’ultimo goal.




