
Nicolò Zaniolo è l'uomo, pardon, il ragazzo del momento in casa Roma: la prestazione tutta tecnica e cuore offerta contro l'Inter ha consegnato al pallone nostrano un talento dal futuro assicurato, su cui anche la Nazionale potrà puntare con estrema regolarità.
E pensare che in giallorosso ci è arrivato in punta di piedi, da perfetto sconosciuto: valutato 4.5 milioni nell'ambito dell'operazione che ha portato Nainggolan alla corte dei nerazzurri, che avrebbero preferito non perderlo a titolo definitivo, come invece è poi avvenuto. Niente diritto di riacquisto per i nerazzurri che si sono dovuti accontentare soltanto del 15% su una futura eventuale rivendita, rinunciando in maniera permanente al suo cartellino.
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Cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, Nicolò si ispira a Kakà, che ricorda per struttura fisica ed eleganza nei movimenti, anche se ha avuto modo di rubare i segreti del mestiere direttamente da padre Igor, ex attaccante tra le altre di Spezia, Messina e Genoa. In pochi ricordano che prima di incantare con la maglia dell'Inter a livello giovanile, Zaniolo era riuscito a ritagliarsi uno spazio tra i professionisti con l'Entella, debuttando in Serie B a soli 17 anni.
Nell'estate del 2018 si è ritrovato catapultato nel grande calcio all'improvviso: approdato alla Roma, sembra a un passo dal prestito al Sassuolo di De Zerbi ma Monchi decide alla fine di confermarlo nella rosa della prima squadra. Scelta più che azzeccata.

Più di una dote fuori dal comune per un ragazzo di 19 anni, notate dal ct Roberto Mancini che il 3 settembre scorso lo convoca, a sorpresa, in Nazionale: un evento storico, considerato che neppure aveva esordito in Serie A. Il quarto della storia a riuscire in tale impresa, nonostante non sia stato poi impiegato: prima di lui c'erano riusciti solo Raffaele Costantino, Massimo Maccarone e Marco Verratti.
Ma non è finita qui: per l'esordio assoluto con la maglia della Roma, Di Francesco gli concede uno scenario davvero fantastico, quello del 'Santiago Bernabeu', dove il 19 settembre affronta il Real Madrid, vittorioso per 3-0 in Champions. Poco male, visto che il giovane trequartista - schierato in questa gara da mezzala - è uno dei migliori dei suoi nei 54 minuti in cui resta in campo, denotando una personalità da vendere. Una settimana dopo, finalmente, il primo gettone nella massima serie nel finale del tranquillo 4-0 rifilato al Frosinone all'Olimpico.
Presenza dopo presenza, minuto dopo minuto, Zaniolo dimostra che tra i grandi può starci benissimo, il suo contributo si fa sempre più pesante fino ad arrivare alla gara che potremmo definire 'della consacrazione', guarda caso proprio contro l'Inter che qualche mese fa lo ha sacrificato: goal sfiorato in più di una circostanza e zampino nella tanto discussa azione del rigore non concesso da Rocchi, con D'Ambrosio a sgambettarlo in area di rigore. La difesa interista - una delle più solide del torneo - soffre terribilmente la sua freschezza tanto che, al momento della sua uscita dal terreno di gioco al 77', tra i tifosi presenti sugli spalti serpeggia una delusione mista però a gioia, per aver trovato un campioncino vero.
Partita osservata con attenzione anche da Roberto Mancini, rimasto impressionato: "Mi ha incuriosito per il suo fatto di essere mancino, l'ho chiamato per conoscerlo meglio. Ha delle grandi qualità, gli serve esperienza ma ha tutto per diventare un centrocampista top". E se lo dice uno come il ct, c'è da fidarsi.




