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Figurine Panini: una storia italiana che dura da più di sessant'anni

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Chi non ha mai aperto, anche solo una volta nella vita, un pacchetto di figurine?

Quella piccola lotteria quotidiana da oltre sessant’anni affascina milioni di Italiani, offrendo allo stesso tempo il rassicurante calore della ritualità e il brivido sempre nuovo della scoperta.

Come la propria squadra del cuore, ognuno vive l’album Panini a modo suo.

C’è chi preso dalla passione tipica del nuovo innamoramento ha un pensiero fisso e punta a finirlo nel più breve tempo possibile e chi invece - vivendolo come un buon libro che si teme di finire troppo in fretta - dilaziona il suo completamento nel corso dei mesi.

In un mondo che si innova giorno dopo giorno, l’album Calciatori Panini riesce a restare al passo con i tempi, mantenendo tuttavia quel fascino per un’epoca che ormai non esiste più ma che ha contribuito in maniera decisiva a rendere quelle sessanta pagine di albo uno degli elementi fondativi della cultura popolare del secondo dopoguerra italiano.

Tutto ebbe inizio nel 1960 con l’intuizione di Giuseppe e Benito Panini, due dei quattro fratelli della dinastia modenese, che capirono prima di tutti gli altri quanto il calcio avesse già assunto per milioni di italiani una dimensione superiore al mero intrattenimento domenicale.

L’idea era semplice e per questo destinata a essere vincente. Stampare foto dei calciatori delle squadre di Serie A in misura ridotta e inserirle in un pacchettino di carta sigillato.

Il tutto avrebbe dovuto andare a riempire un albo illustrato che nel corso del tempo si sarebbe arricchito con statistiche e brevi cenni storici sulle diverse società.

Per il prototipo delle Figurine Panini fu scelto Bruno Bolchi, storico capitano e roccioso centrocampista dell’Inter di Helenio Herrera.

I fratelli Panini girarono tutte le tipografie di Modena e dintorni per trovarne una che realizzasse l’idea. La trovarono a Parma. La fotolito Badolati seppe realizzare i desideri di Giuseppe e Benito, dando vita ad un mito che ha da poco compiuto sessant’anni.

La prima grande rivoluzione di Calciatori Panini furono le figurine autoadesive. Se una volta le foto dei calciatori venivano inserite applicando un po’ di colla nel loro retro, dal 1963 le figurine iniziarono a essere commercializzate con un sottile strato adesivo, applicato ad una pellicola recante il numero corrispondente sulla pagina dell’albo.


Un’innovazione che ancora oggi fa delle figurine Panini una caratteristica distintiva, ma che ha tolto a molti nostalgici un po’ più maturi la soddisfazione di vedere l’albo crescere in volume man mano che quest’ultimo veniva riempito.

Stagione dopo stagione, l'albo si è arricchito di altre figurine: stemmi ufficiali, foto di rito nella classica disposizione 5 seduti e 6 in piedi, persino le curve e il pullman della squadre.

L’ultima novità in ordine di tempo è la possibilità di collezionare anche online l’albo della Serie C, rendendo virtuale un’esperienza che nasce, cresce ed è tutt’ora legata al mondo della carta stampata. I social hanno fatto il resto, allargando il circolo dei collezionisti ed espandendolo in tutta Italia.

Sempre fedele a se stesso, l’album Calciatori Panini ha saputo modernizzarsi nel corso del tempo, creando al contempo una mitologia e un linguaggio entrati a far parte del lessico comune.

Chi non ha mai sentito parlare di Pier Luigi Pizzaballa? Meglio conosciuto come “la figurina più rara d’Italia”, l’ex portiere di Atalanta e Roma divenne celebre per il fatto che proprio la sua figurina dell’edizione 1963-1964 risultava introvabile.


Il tutto a causa di un infortunio che lo costrinse a saltare alcune delle giornate dedicate agli scatti e che portò alla stampa della sua figurina solo nove mesi dopo l’uscita in edicola dell’albo.

In un calcio sempre più vittima suo malgrado del protagonismo dei calciatori, diventati ormai un ibrido tra personaggi pubblici e atleti e in cui la prima caratteristica spesso diventa preponderante rispetto alla seconda, l’album Panini rappresenta anche un grande esercizio di democrazia.

Non importa che tu sia Cristiano Ronaldo o un semisconosciuto terzino di una neopromossa: la tua figurina sarà identica e di pari valore per dimensioni e rilevanza all’interno della collezione.

L’eredità dei fratelli Panini, che nel frattempo hanno reso la loro avventura iniziata a metà degli anni Cinquanta un brand mondiale, è stata trasmessa a tutti noi e continua ancora oggi a passare di mano in mano. Anzi, di pacchetto in pacchetto.

Anche quest’anno, una nuova raccolta è appena cominciata. E che lo finiate o no, non è piuttosto rassicurante sapere che c’è sempre un’altra stagione nella quale potrete portare a termine la collezione?



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