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Federico Macheda Manchester United

Federico Macheda, la meteora lanciata da Ferguson al Manchester United

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Andare a giocare all’estero, andare a giocare in Premier League, ti dà sempre quell’aura di superiorità o di grande talento che “ce l’ha fatta”. Farlo da giovane, perché ti sceglie Sir Alex Ferguson, ti rende ancora più destinato a entrare nella leggenda. Potete chiederlo a Federico Macheda, che a soli sedici anni, nel 2007, si trasferisce al Manchester United, alzando un polverone mediatico che coinvolge la Lazio e Claudio Lotito, il presidente che nel 2001, quando Macheda aveva appena dieci anni, lo aveva accolto nei giovanissimi della Lazio. Che Ferguson avesse avuto la possibilità di offrire un primo contratto da professionista a Macheda, strappandolo, di fatto, alla Lazio, la squadra del cuore dell’attaccante, era una forzatura del sistema che metteva la Serie A in una condizione di sfavore nei confronti degli altri campionati europei, almeno quelli più importanti.

Al di là di questa vicenda burocratica, Macheda si ritrova a disputare un anno nelle giovanili dei Red Devils, per poi entrare nel giro della prima squadra nella stagione successiva, quella 2008/09. Dovrebbe essere, almeno sulla carta, il preambolo a una carriera fatta di grandi successi, con il palcoscenico dell’Old Trafford a rappresentare il fondale scenografico sul quale esibirsi, per la regia di Ferguson. Eppure la carriera di Macheda ci dice ben altro, soprattutto che lui, per sua stessa ammissione, sente di aver compiuto grandi errori, tutti da ritrovarsi in alcuni trasferimenti che lo hanno reso una meteora del nostro calcio: su di tutti, quello alla Sampdoria. Per arrivare in maglia blucerchiata, compiendo il viaggio a ritroso rispetto a quello che lo aveva portato dall’Italia all’Inghilterra, Federico deve prima confrontarsi con quel palcoscenico affascinante che vive sotto l’occhio attento della Regina: in un Manchester United-Aston Villa, Ferguson lo strappa agli allenamenti della squadra riserve, allenata da Ole Gunnar Solskjaer, e lo lancia in campo per fargli assaporare il fascino della prima batteria di giocatori.

Federico Macheda Sir Alex Ferguson Manchester UnitedGetty Images

Macheda ricambia segnando, a diciassette anni, il goal decisivo che permette ai Red Devils di vincere 3-2, nei minuti di recupero. La Premier inizia a parlare di Macheda e lui ottiene la convocazione in Champions League, per poi segnare anche con il Sunderland il decisivo 2-1, poco dopo il suo ingresso. La storia di Federico inizia a instradarsi sui binari che aveva accompagnato quella di Solskjaer, non a caso suo allenatore nelle riserve: un cecchino che entra, nei minuti di recupero, e condanna l’avversario a vedere l’esultanza dei Red Devils dritto in volto. Così fosse, però, Ferguson non avrebbe bisogno di puntare su Cristiano Ronaldo, Wayne Rooney e Robin van Persie, che restano le prime – ovvie – scelte del manager scozzese. La stagione successiva colleziona 8 presenze in totale e un solo gol, contro il Chelsea, non utile ai fini del risultato.

Gli spazi si fanno pochi, nonostante la giovane età sembra che quel giovane talento non possa competere con CR7 e compagni, quindi nel gennaio del 2011, per andare incontro alle esigenze dei blucerchiati, arriva il prestito alla Sampdoria. È uno dei momenti più bui della storia recente del club genovese: Garrone ha appena ceduto sia Cassano che Pazzini, dopo aver perso la qualificazione alla fase a gironi della Champions League e archiviato la partecipazione all’Europa League, dopo la sconfitta per mano del PSV.

Per rimpiazzare i due nuovi gemelli del goal, a Di Carlo, che poi verrà sostituito da Cavasin, vengono dati Macheda, Maccarone e Icardi, con il primo e l’ultimo in prestito, il secondo a titolo definitivo dal Palermo. Alla Sampdoria le cose non funzionano più: la squadra che la stagione precedente era arrivata quarta in campionato sotto la guida di Delneri è completamente smarrita.

L’arrivo di Cavasin mette la parola “fine” a ogni possibile tentativo: l’arrivo di Macheda, chiamato a sostituire Cassano, doveva essere l’operazione salvifica per portare la Sampdoria di nuovo lì dove si sperava. Invece Federico, che è ancora un ragazzino, segna un solo goal, in Coppa Italia, retrocedendo in Serie B col club blucerchiato. "Pensavano che, visto che ero del Manchester United, li avrei salvati, ma non ero pronto. Ero ancora un ragazzino".Da quel momento, dal rientro alla base, in Inghilterra, inizia il lungo peregrinare di Macheda, che nella prima parte di stagione non riesce a ritagliarsi abbastanza spazio alla corte di Ferguson e a gennaio, come accaduto con la Sampdoria, si accasa altrove. Nel 2012 tocca al QPR accoglierlo nelle sue fila: gioca appena tre volte in Premier League, senza mai segnare, confermando la sua striscia non positiva.

A volerlo difendere, oggi, c’è da dire che la carriera di Macheda ha sempre vissuto di un problema non da poco: arrivare a freddo in squadre già formate, venendo caricato della responsabilità di risolvere i problemi. Solo perché arrivava dal Manchester United. Gli succede anche l’anno successivo, quando a gennaio del 2013 passa in prestito allo Stoccarda: anche in Bundesliga, però, nonostante le quattordici presenze, il tabellino di fine stagione recita zero reti per l’attaccante romano. Privo di mordente e anche messo completamente in disparte dal progetto United, Ferguson accessa di mandarlo in prestito sin da subito, senza attendere il mese di gennaio, in Championship, la Serie B inglese, al Doncaster.

Federico Macheda SampdoriaGetty Images

Nel South Yorshire resta appena sei mesi, il tempo di collezionare quindici presenze e tre reti, per poi passare al Birmingham City, a gennaio. Il mese che sancisce l’apertura del mercato invernale diventa, per Macheda, lo spartiacque decisivo per ritrovarsi a vivere una nuova avventura, non sempre pregna di soddisfazioni. Almeno a Birmingham arrivano dieci reti su diciotto presenze in Championship. Le sue dieci reti, però, sono anche le ultime da giocare del Manchester United: nel 2014 il suo contratto con i Red Devils termina e Macheda è un giocatore svincolato, che viene accolto dal Cardiff City, con un contratto triennale.

L’esperienza dura appena due anni, perché dopo una prima stagione da sei reti, nella seconda i problemi fisici iniziano a fermarlo, spingendo la società inglese a cederlo in prestito al Nottingham Forest, in Championship, ancora. Le soddisfazioni languono, nel piatto di Federico, che quando a metà 2016 si ritrova senza squadra deve attendere quasi sei mesi prima di tornare ad allenarsi con i professionisti.

Opportunità che gli viene data dal Novara. A Novarello trascorre 18 mesi, quanto basta per essere ricordato come una grande meteora. Cinquanta partite e undici reti, per la squadra che lui aveva preferito al Bari, in quei mesi: dopo un primo periodo aggregato alla Primavera allenata da Giacomo Gattuso, passa alla corte di Roberto Boscaglia per sei mesi, più un’opzione per l’anno successivo. Sceglie il numero 10, che Daniele Buzzegoli aveva lasciato libero, e andò a giocarsi il posto con Galabinov, Sansone, Bajde e Di Mariano, mentre Lukanovic e Corazza erano fermi ai box. La prima rete arriva il 25 febbraio del 2017 contro lo Spezia: Macheda torna al gol dopo due anni dall’ultima volta.

A 25 anni c’è ancora qualcosa da raccontare, si pensa. Il Novara, quell’anno, arrivò a quattro punti dai playoff, perdendo l’occasione di giocarsi l’accesso in Serie A: i risultati ottenuti dall’attaccante romano, però, furono ricompensati con un rinnovo del contratto per un altro anno. Sembrava avesse trovato la sua dimensione più giusta. La proprietà decide di cambiare allenatore e si affida a Eugenio Corini, che in attacco ha due sole certezze: Macheda affiancato da Gianluca Sansone. Al tecnico, però, non gira tutto molto bene e l’attaccante ex United perde lo smalto che sembrava aver recuperato, segnando appena due reti in dieci presenze, su ventuno disponibili.

Corini finisce per preferirgli Da Cruz e Macheda macchia la sua esperienza a Novara, il primo maggio del 2018, con una rete alla quale, per reazione, seguì un’espulsione. Tre giornate di squalifica, perdendo i momenti decisivi di un campionato che stava accompagnando il Novara verso i playout. Alla fine, arrivò la retrocessione in Serie C, la seconda in Italia per Macheda dopo quella con la Sampdoria e l’epilogo fu lo stesso: a luglio 2018 le strade di Novara non gli appartengono più.

A settembre dello stesso anno, da svincolato, firma con il Panathinaikos, in Grecia. Era stato il quarto italiano di sempre a scendere in campo con la maglia del Manchester United, si ritrova a essere il secondo a giocare nel club greco dopo Giandomenico Mesto. Subissato dai debiti, con undici punti di penalizzazione a inizio stagione, costretto a un ridimensionamento che lo ha portato ad affidarsi al mercato svincolati, il Panathinaikos il primo anno ha potuto godere di undici reti siglate da Macheda, che in Grecia sembra leggermente rinato.

Federico è diventato l’idolo dei tifosi, non segna tantissimo, ma ha raggiunto la doppia cifra per la prima volta in carriera. Nella passata stagione ha totalizzato 4 goal e 1 assist in 18 presenze, prima di un infortunio alla caviglia che lo ha tenuto fuori nell'ultima parte della passata stagione.

All'alba dei 30 anni, Macheda ha intrapreso una nuova avventura: è volato in Turchia per giocare con l'Ankaragücü. Un'altra esperienza lontano dall'Italia in una nuova realtà, una nuova sfida per il romano che fece sognare l'Old Trafford.

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