Agosto 2021, il mese del Grande Ribaltone. Sull'asse Barcellona-Parigi prima, su quello Torino-Manchester poi. Si parla di calcio, ma è un doppio scossone - in una ventina di giorni, addirittura - che non lascia indifferente neppure chi mastica poco di pallone. Perché Leo Messi che va al PSG rappresenta la fine di un'epoca, così come Cristiano Ronaldo che lascia la Juventus è la conclusione di un ciclo.
Giusto per capire la portata di quel doppio trasferimento: sono trascorsi quattro mesi, e gli effetti sono ancora visibili. Sul campo, sulle classifiche. La Juventus si sta rialzando pian piano, in sordina, ma è costantemente costretta a convivere con l'handicap di un avvio di campionato da brividi. Il Barcellona, che nei sedicesimi di Europa League sfiderà la Lazio, è invece sempre nel caos: estromesso dalla Champions ai gironi dopo una vita, lontanissimo dalla vetta della Liga. Un disastro.
Normale: lasciando per un attimo da parte i problemi e le lacune delle rispettive rose, come si fa a pensare di assorbire a cuor leggero la partenza dei due calciatori più forti del pianeta? Non si può, certo che no. E lo dimostrano pure i numeri, impietosi nel raccontare una verità pura e semplice: a chiudere in testa la classifica dei marcatori di Juventus e Barcellona nell'anno solare 2021 sono sempre loro, Cristiano Ronaldo e Leo Messi. Uno che oggi indossa la maglia del Manchester United, l'altro che sogna di alzare la Champions League anche col PSG.
Ronaldo ne ha infilati 20 tra tutte le competizioni da gennaio a fine agosto, quando ha abbandonato Torino e l'Italia; Messi qualcuno in più, 28. Tanti in entrambi i casi. E troppi per tutti coloro che, vanamente, hanno tentato di far dimenticare i due alieni.
Getty Images/GOALIl secondo miglior marcatore della Juventus nel 2021, per dire, si è fermato a 17: è Alvaro Morata, sempre in bilico tra capacità realizzative e quegli impacci che gli sono costati qualche fischio da parte del pubblico bianconero. Quello del Barcellona è invece Antoine Griezmann. Ironia della sorte, pure lui non gioca più al Camp Nou dopo aver concretizzato il proprio ritorno a Madrid, sponda Atletico, agli sgoccioli della sessione estiva di mercato.
E poi a 15 c'è Federico Chiesa, luce anche nei momenti bui della stagione juventina con in mezzo un titolo di campione d'Europa. Quindi, un discreto abisso: Dybala a 11, Cuadrado e McKennie a 6, Kulusevski a 5. E via così. Tutti lontani, lontanissimi da Re Ronaldo.
E al Barcellona? A 8 spunta il nome di Memphis Depay. Che non arriva alla doppia cifra, ma se non altro ha dalla sua la scusante di aver giocato solo quattro mesi in Catalogna. Quindi Frenkie de Jong, un centrocampista che a volte gioca pure in difesa, a 7. E poi Dembélé, costantemente diviso tra qualche golletto (6) e troppi problemi fisici.
Fantasmi. Presenze palpabili. O incubi, volendo. Perché Cristiano Ronaldo e Messi sono sempre lì, assieme ai ricordi che hanno lasciato, anche se ormai se ne sono andati da tempo. Con risvolti diversi, perché alla partenza della Pulga hanno pianto tutti (pure lui), mentre qualcuno, a Torino, leggeva il distacco da CR7 come una sorta di liberazione dal Grande Accentratore. Che però, spesso, ti faceva vincere le partite da solo.




