Attaccante mancino di indiscutibili doti tecniche e dal buon fiuto del goal, Fabrizio Cammarata sembrava destinato da giovane ad una carriera di altissimo livello, quando, nella Primavera della Juventus, faceva faville in coppia con Alex Del Piero.
Il passaggio a calciatore professionista avviene però per lui lontano da Torino e, nonostante una buona carriera, caratterizzata da alcune reti pesanti, fra cui la doppietta con cui nel 2000 infligge alla sua ex squadra una sconfitta pesante in chiave Scudetto, non arriverà mai a giocare con un top club.
Dopo metà anno in panchina al Sulmona, fra i Dilettanti, a 35 anni intraprende definitivamente la carriera da tecnico, che lo ha visto finora lavorare all'estero in diversi Paesi.
GIOVANE PROMESSA ALLA JUVE IN COPPIA CON DEL PIERO
Nato a Caltanisetta, in Sicilia, il 30 agosto 1975, Fabrizio Cammarata dimostra fin dalla tenera età di avere doti calcistiche superiori ai suoi coetanei, tanto che all'età di 13 anni diventa un giocatore delle Giovanili della Juventus dopo un torneo in Sardegna da protagonista con lo Juventus Club Caltanissetta, la squadra con cui si è formato.
È il 1988 e a segnalarlo alla Vecchia Signora è l'Atalanta. C'è però un problema, visto che il Torino si è mosso prima e ha fatto firmare a Fabrizio un precontratto. Grazie anche ad un espediente, una bugia raccontata al club granata, la giovane promessa riesce a liberarsi e successivamente si accorda con la Juventus.
"La Juventus mi prese fidandosi dell'Atalanta - racconterà in un'intervista del 2020 a 'gianlucadimarzio.com' -. Inizialmente al Torino raccontai una bugia, dicendo che non me la sentivo di lasciare la Sicilia. Poi incontrai i dirigenti granata e spiegai loro la situazione. Comunque andare via dalla Sicilia a quell'età non è stato facile, però volevo sacrificarmi per raggiungere un obiettivo importante, quello di diventare giocatore".
La militanza nel vivaio bianconero forma il ragazzo sia come calciatore sia come uomo, e non è un caso che in tutta la sua carriera Fabrizio dimostrerà sempre un comportamento impeccabile anche quando si troverà ad aver a che fare con presidenti vulcanici.
Il boom con la Juventus arriva con la Primavera guidata da Antonello Cuccureddu nella stagione 1993/94, quando il centravanti può usufruire degli assist e della classe di Alex Del Piero, prelevato dal Padova, con cui forma una delle migliori coppie italiane a livello giovanile e conquista 'il double' Scudetto-Torneo di Viareggio.
Non sono successi banali: sono infatti 33 anni che Madama non vince la prestigiosa Coppa Carnevale, ben 22 che non si aggiudica lo Scudetto di categoria. La finale del campionato Primavera vede i bianconeri impegnati in un Derby Scudetto con il Torino di Rampanti.
Contro quella che sarebbe potuta essere la sua squadra, Cammarata è protagonista, e con Del Piero firma uno dei 2 goal della gara di andata che danno la vittoria alla Juventus al Comunale davanti a 5 mila tifosi. Nonostante il k.o. di misura nel match di ritorno, che si disputa sempre al Comunale, lo Scudetto Primavera il 25 giugno 1994 si colora di bianconero.
"Quell'anno è stato bello perché la Juventus, a livello giovanile, tornò ad alti livelli - dirà -. Con Del Piero, per gli addetti ai lavori, eravamo una delle coppie più importanti a livello giovanile. Mi ricordo che era arrivato con grandi aspettative, ma era molto umile. Aveva voglia di imparare come noi".
L'AFFERMAZIONE LONTANO DA TORINO
Ma il destino di Fabrizio Cammarata sarà molto diverso da quello del suo partner d'attacco. Se Alex debuttava già nel settembre 1993 con la Prima squadra, l'attaccante siciliano non farà mai l'agognato esordio con i grandi.
"Chiunque avrebbe voluto esordire con la maglia della Juventus - ammetterà -, ma la società fece altre scelte. Devo comunque ringraziarli perché, con me, si sono comportati bene".
Nell'estate 1994 il giocatore siciliano è così ceduto al Verona, dove vive una fetta importante della sua carriera, lunga in tutto 5 anni, anche se con in mezzo due esperienze in altre piazze.
Le prime due stagioni le vive in Serie B, campionato nel quale dimostra subito le sue doti realizzative, segnando 11 goal in 28 presenze nel 1994/95, il suo primo anno da giocatore professionista, e in seguito 7 in 34 partite nel 1995/96, ottenendo la promozione in Serie A.
Intanto, che Cammarata sia considerato un grande talento lo dimostra il percorso nelle Nazionali giovanili: 4 goal in 7 presenze con l'Italia Under 16, 5 partite con l'Under 18 e un goal in 4 gare con l'Under 21, con cui va segno il 9 ottobre 1996 nel match valido per le Qualificazioni alla fase finale degli Europei di categoria contro la Georgia.
L'esordio nel massimo campionato arriva il 15 settembre 1996 al Bentegodi contro il Bologna, partita persa 0-2 dagli scaligeri, guidati da Gigi Cagni. Dopo appena 5 presenze, 3 in campionato e 2 in Coppa Italia, Cammarata è ceduto in prestito al Torino nel calciomercato autunnale.
La punta può dunque indossare la divisa granata, anche se in notevole ritardo. Con la formazione guidata prima da Mauro Sandreani, poi da Lido Vieri, segna 3 reti in 21 partite in Serie B e dopo un deludente 9° posto finale fa ritorno alla base.
Il Verona, che intanto è retrocesso a sua volta in B, lo cede però nuovamente in prestito, questa volta al Pescara. L'esperienza con gli abruzzesi è positiva, anche se i numeri sono modesti: 8 reti fra campionato e Coppa Italia in 33 gare giocate.
Tornato ancora in forza al club gialloblù, dal 1998 al 2000 vive quelle che possono dirsi a posteriori le stagioni migliori della sua carriera da professionista. Sotto la guida del giovane tecnico Cesare Prandelli, prima trascina a suon di goal (15 centri in 33 presenze in Serie B, più 4 apparizioni in Coppa Italia) la squadra in Serie A e vince il campionato cadetto, quindi si afferma fra gli attaccanti emergenti più interessanti nel massimo campionato.
In Serie A nella stagione 1999/00 segna 9 goal in 28 presenze, con una particolarità: 8 reti giungono da marzo in poi, con 2 doppiette da spietato ex contro le due formazioni torinesi: la prima al Torino il 25 marzo 2000 (0-3 al Delle Alpi per i gialloblù) e la seconda alla Juventus il 30 aprile al Bentegodi (2-0 per la squadra di Prandelli).
Dopo un palo clamoroso, l'attaccante di Caltanisetta batte Van der Sar allo scadere della prima frazione con una bella girata dal cuore dell'area di rigore, per poi ripetersi nella ripresa al 57' con una deviazione rasoterra di prima intenzione su assist dalla sinistra di Martino Melis, subentrato ad Adailton.
È il colpo del k.o. definitivo alla Vecchia Signora che l'ex Cammarata festeggia mimando con le braccia l'Aeroplanino. Quella partita infligge un duro stop alla squadra di Ancelotti e rilancia la Lazio di Eriksson, che a fine anno si laureerà campione d'Italia.
"Quella partita è stata incredibile - dirà Cammarata -, ho provato una grande emozione, ma senza voglia di rivalsa. Pensavo solo al Verona".
"Ho avuto in carriera altri allenatori importanti come Ventura e Sarri, ma Prandelli resta speciale. Mi ha insegnato a stare in campo, ancora oggi ci sentiamo"
I goal del centravanti siciliano contribuiscono invece in maniera determinante ai 15 risultati utili consecutivi ottenuti dagli scaligeri, che chiudono con un brillante 9° posto finale. E la prestazione contro la Juventus cambia la sua carriera.
Diverse squadre sono interessate a lui, ma a sbaragliare la concorrenza è il presidente del Cagliari Massimo Cellino, rimasto folgorato dalla prestazione del biondo attaccante, tanto da investire per lui ben 15 miliardi di Lire per portarlo in Sardegna dopo la retrocessione in Serie B.
Cammarata, conclusa con 42 goal complessivi in 135 presenze la sua esperienza pluriennale col Verona, accetta la sfida di provare a riportare i sardi in Serie A e diventa l'acquisto più costoso di sempre della storia del club isolano (sarà anni dopo superato da Leonardo Pavoletti),andando a formare una coppia d'attacco di tutto rispetto con il giovane honduregno David Suazo.
Questa etichetta finirà però, purtroppo per lui, per condizionarlo a livello psicologico, e complici ripetuti infortuni, Fabrizio non riuscirà a mantenere le enormi aspettative riposte su di lui, anche se sarà comunque ricordato sempre con affetto dal tifo rossoblù.
Positiva è sicuramente la prima stagione, condita da 14 goal in 36 partite fra campionato e Coppa Italia, come il suo partner d'attacco. Il Cagliari però, sotto la gestione tecnica di Bellotto prima e Beppe Materazzi poi, non va oltre l'11° posto finale in B, e manca l'obiettivo dell'immediato ritorno in Serie A.
Gli anni che seguono sono poco fortunati: appena 5 le reti in 30 presenze nel 2001/02, con un deludente 12° posto finale, mentre va meglio nel 2002/03, con Cammarata autore di 9 centri in 32 gare fra B e Coppa Italia e l'8ª posizione in classifica della squadra.
A 28 anni, però, Cammarata è logoro fisicamente, per le tante botte prese dai difensori. Avrebbe bisogno di star fermo per recuperare al meglio dagli acciacchi, invece deve scendere in campo, spesso sotto infiltrazioni. Il risultato è un avvio di 2003/04 non all'altezza, con 14 gare senza nemmeno un goal.
I tifosi lo contestano, e dopo l'esonero di Gian Piero Ventura e l'arrivo in panchina di Edy Reja, la sua avventura in Sardegna termina nel gennaio 2004, quando l'attaccante siciliano è girato in prestito al Parma.
"Ho grandissimi ricordi dell’esperienza in Sardegna - dirà a 'Sardegnalive.net' -, una grande piazza nonostante magari in campo ci siano state luci e ombre. Cosa non ha funzionato? Mah, varie cose, forse non sono sempre riuscito ad esprimermi al meglio, ma certamente ho sempre dato il massimo. Il primo anno è stato comunque positivo, poi forse le cose non sono andate come tutti credevano. C’erano tante aspettativa anche per i soldi spesi per me dal presidente Cellino, ma certamente da solo non potevo vincere".
"Ho sempre dato il massimo per la maglia del Cagliari - sottolineerà a 'gianlucadimarzio.com' -, poi è normale che si aspettassero da me più goal. Ma la gente non sa che pur di giocare e aiutare la squadra sono spesso sceso in campo infortunato".
"Al di là di tutto in Sardegna torno tutti gli anni, ho ancora tanti amici e ci sono tifosi che mi vogliono bene. Non ho rimpianti".
Chiusa la militanza in rossoblù con 12 reti in 112 gare, in gialloblù ritrova Cesare Prandelli, che gli dà fiducia come vice-Gilardino. Cammarata gioca in tutto 9 volte, togliendosi anche la soddisfazione di esordire da titolare nelle Coppe europee il 26 febbraio nella sfida di Coppa UEFA contro i turchi del Genclerbirligi (sconfitta per 0-1).
"Sapeva che ero mentalmente scarico - ricorderà Cammarata -, voleva che andassi lì per questo. Prandelli aveva capito la mia situazione e si fidava di quello che facevo in campo".
Chiusa la mezza stagione in Emilia con un 5° posto che vale la qualificazione in Coppa UEFA, Cammarata torna in Sardegna solo per onor di firma. Il Cagliari, che senza di lui ha ottenuto la promozione in Serie A con Zola, Langella ed Esposito, lo cede in Serie B al Catanzaro.
Al di là dei 2 goal in 20 presenze complessive fra campionato e Coppa Italia, l'esperienza in Calabria è negativa e termina con l'ultimo posto e la retrocessione sul campo in Serie C1, salvo riammissione alla B in seguito ai fallimenti di altri club.
Ma l'attaccante di Caltanissetta ha bisogno di cambiare aria e torna al Pescara, dove intanto è approdato un allenatore in rampa di lancio, un certo Maurizio Sarri. Il tecnico toscano rimette a posto fisicamente la punta, che dopo un paio di stagioni in ombra, ritrova l'antico smalto e mette a referto 7 goal in 34 presenze.
Il 2005-06 è importante per Cammarata anche in chiave futura: è infatti vedendo lavorare Sarri che, come ammetterà, sarà spinto, dopo il suo ritiro, a intraprendere la carriera da allenatore.
"Sarri stava 24 ore su 24 a lavoro - rivelerà Fabrizio a 'gianlucadimarzio.com' -. Lì ho capito che mi sarebbe piaciuto, un giorno, diventare allenatore. Avevo 30 anni, pensavo già al futuro. Sarri è stata una spinta per il mio attuale lavoro".
LE ULTIME STAGIONI SU E GIÙ PER L'ITALIA
Per il momento, tuttavia, Cammarata ha ancora voglia di campo. Dopo Pescara (15 reti in 67 gare complessive nelle sue due esperienze in biancazzurro) milita per un anno e mezzo nel Taranto (39 presenze e 9 goal) in Serie C1, poi passa alla Salernitana nel mercato invernale 2008.
Con i granata resta soltanto mezza stagione, giocando poco (11 presenze) ma vince la Coppa Italia di categoria. Il 2008/09 è diviso a metà fra Pro Patria (9 partite) e Sambenedettese (18 presenze e 5 goal), squadre con cui milita in prestito in Lega Pro Prima divisione.
Nel 2009/10 scende in Lega Pro Seconda Divisione con la Pro Vasto, dopo aver rescisso il contratto con la Salernitana, e realizza 9 goal in 23 gara. Gli ultimi anni gli vive fra i Dilettanti, militando prima in Serie D con la maglia della Renato Curi Angolana (13 goal in 31 partite), quindi nell'Eccellenza abruzzese dove gioca fino a dicembre 2010 con il Sulmona.
ALLENATORE GIRAMONDO DOPO IL RITIRO
A metà stagione fa il grande passo, guidando proprio la formazione abruzzese fino al termine del campionato. Con il Sulmona conquista la Coppa Italia di Eccellenza e l'anno seguente è nuovamente al Pescara, stavolta come tecnico, per lavorare con le Giovanili biancazzurre.
Allena gli Esordienti, poi per 2 anni gli Allievi Nazionali, infine fa il vice-allenatore della Primavera, restando in tutto 4 stagioni nel club che lo aveva già visto protagonista come giocatore.
"Pescara è stata una tappa importante per la mia crescita da allenatore - dirà Fabrizio -, in quegli anni ho capito tante cose, il Settore giovanile ti permette di sbagliare qualcosa".
Dopo l'Italia, Cammarata sente la voglia di cimentarsi con il suo nuovo mestiere all'estero. Inizia da tecnico dell'Under 17 del Terek Groznyj in Russia, nel 2017/18, quindi si sposta in Oman, dove entra nello staff tecnico del Muscat Football Academy.
"A me piacciono le esperienze all'estero per conoscere nuove culture - spiega Cammarata -. In Russia avevamo tre campi a disposizione del Settore giovanile, oltre alla foresteria e una piscina. Poi, quando noi italiani andiamo all'estero, siamo riconosciuti per la nostra scuola di allenatori".
"Anche in Oman il calcio sta iniziando a formarsi, ci sono strutture importanti. Il Medio Oriente ha voglia di crescere dal punto di vista calcistico".
Nel 2019/20 per Cammarata un'altra tappa importante della sua seconda vita calcistica: su consiglio dell'ex compagno di squadra Daniele Delli Carri, che lo mette in contatto con Luca Pontrelli, ex presidente della Triestina che ha investito nel calcio albanese, Fabrizio diventa allenatore della Dinamo Tirana, nobile decaduta che milita nella Serie B locale.
Nonostante un percorso pulito senza sconfitte e con la prima posizione in classifica ben salda, il 28 dicembre 2020 Cammarata rassegna le proprie dimissioni. Il 2 gennaio 2021 è annunciato come nuovo tecnico dell'Apolonia Fier, compagine militante nella Serie A locale.
La guida per 6 mesi, finché nell'estate 2021 arriva una nuova svolta: l'ex Ct. dell'Australia, Tony Popovic, lo vuole al suo fianco come vice-allenatore sulla panchina del Melbourne Victory. In questo ruolo di assistente, che ricopre ancora oggi, nel febbraio 2022 ha vinto la Coppa Nazionale australiana (FFA Cup).
Popovic gli ha affidato il lavoro sulla fase offensiva e per il momento Cammarata si sente come a casa sua.
"Chiaro che le scelte spettino sempre a lui - precisa a 'Il Pescara' -, ma si è creato uno splendido rapporto umano e professionale. Ci siamo capiti fin dalla prima telefonata, un anno fa, quand'ero ancora in Albania… Devo dire grazie al mio amico Vincenzo Grella per avermi fatto conoscere lui e il calcio australiano. Una realtà incredibile, con società super organizzate, strutture moderne e funzionali, tifosi e seguito incredibili".
"Lo scorso anno abbiamo vinto la Coppa nazionale e raggiunto il secondo posto nella regular season, conquistando poi la semifinale playoff. Abbiamo giocato davvero un bel calcio, con un 4-2-3-1 in cui gli esterni offensivi erano attaccanti veri. Alla fine ci sono mancati dettagli per arrivare in fondo e vincere il titolo: in semifinale siamo stati eliminati dal Western United di Alino Diamanti, che ha poi vinto lo Scudetto".
"Ho girato tanto finora - aggiunge l'ex bomber della Primavera della Juve -, ma questa è al momento l’avventura più bella nel mio percorso da allenatore".
