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Haaland Dortmund gfxGOAL

Erling Haaland ritrova il Borussia Dortmund: storia di un rapporto intenso

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Era il dicembre del 2019 e il mondo era oggettivamente un’altra cosa rispetto ad ora. E il calcio pure. Niente restrizioni, stadi pieni. In Champions League era appena esplosa una Supernova: ErlingHaaland con 8 gol solo nella fase a gironi aveva fatto strabuzzare gli occhi a mezzo mondo. E con l’anno che andava concludendosi, cercava una squadra che gli permettesse di fare il salto. 

Papà Alfie e Mino Raiola volavano di città in città per valutar le proposte dei club e portare al Red Bull Salisburgo un’offerta da una ventina di milioni di euro o poco più, valore del cartellino a metà tra clausola e gentleman agreement.

Dopo Natale, a ridosso di capodanno, all’improvviso emerge una notizia: è il primo pomeriggio del 29 dicembre, il ‘kicker’ riceve la soffiata: Erling Haaland diventerà una giocatore del Borussia Dortmund. Neanche un’ora dopo, ecco arrivare l’ufficialità e le foto di rito che ritraggono il norvegese in giallonero. Fino alla mattinata era ancora una caccia alla pretendente, poi la sorpresa.

A convincerlo è stato un video che gli è stato mostrato durante la presentazione. Un video montato ad arte che ritraeva il Muro Giallo, la Südtribüne, che restituiva l’idea dell’atmosfera del Signal Iduna Park nelle partite casalinghe, la spinta degli 80mila, di un pubblico caldissimo. Quello che, paradossalmente, il classe 2000 ha potuto vivere soltanto per un paio di mesi o poco più, prima che il Covid cambiasse tutti gli scenari.

“Sembrava piacergli molto quel video. Eravamo in concorrenza con tanti altri club” ha raccontato l’ex direttore sportivo Michael Zorc alla ‘Bild’, “ero come un bambino dopo aver parlato con Raiola alla vigilia di Natale per definire l’accordo. Si capiva già dall’inizio che sarebbe stato il fit perfetto, anche per la sua personalità straripante che lo fa identificare con il nostro stadio, i nostri tifosi. È ciò che cercava: un’atmosfera che lo ispirasse. Sa esplodere in campo”.

L’esordio ad Augsburg entrando dalla panchina, con 3 goal segnati nel giro di una ventina di minuti ribaltando il risultato da 3-1 a 3-5, non ha fatto altro che caricare ulteriore hype. Poi doppietta al Colonia (5-1 finale), doppietta all’Union Berlino (5-0). 15 goal in tre partite, 7 solo di Haaland. Polverizzato ogni record sui migliori esordi nella storia del calcio tedesco. Più la doppietta al PSG in Champions League, il beef con Neymar che dopo l’ottavo di ritorno gli copia l’esultanza dopo che il norvegese suoi social aveva definito Parigi “la sua città”.

Erling Haaland AugsburgGetty Images

Anche nella pausa post Covid è rientrato con lo stesso ritmo, segnando il primo goal del calcio post primo lockdown nei top campionati. E mica in una partita qualunque: Revierderby contro lo Schalke 04. Ha mantenuto un ritmo di una rete a partita nei primi 6 mesi. Ci si chiedeva per quanto potesse tenere un passo del genere. Spoiler: per sempre, almeno fino ad ora.

Le due successive stagioni sono state ugualmente esplosive, pur con un minutaggio un po’ più contingentato per gestire le due competizioni. D’altro canto il monito del suo primo allenatore al Dortmund, Lucien Favre, era stato chiaro.

“Haaland ha bisogno di riposare, non può giocare tutte le partite”. 

A maggior ragione considerando quello che è stato il suo ritmo e il ritmo del Dortmund, enormemente dispendioso. In effetti già durante la sua seconda stagione - 2020/21 - si sono visti i primi scricchiolii muscolari che hanno fatto tornare quelle parole di Favre di grande attualità, anche dopo la sua dipartita e sostituzione con Edin Terzic. A fine stagione, comunque, il norvegese ha vinto il suo unico trofeo: la DFB-Pokal, in finale contro il Lipsia, quel Lipsia targato Red Bull che nel dicembre 2019 sperava di riuscire a tenere Erling all’interno del network. Salutato con doppietta e coppa.

Erling Haaland DFB PokalGetty Images

Il piano del Bvb era quello di riuscire a tenere Haaland almeno due anni e in effetti ci è riuscito, resistendo alla tentazione di monetizzare già nell’estate 2021 (a quello ha provveduto la cessione di Jadon Sancho). L’ultima stagione con MarcoRose, però, è stata una grande delusione. Per il Borussia, ma anche per lo stesso Haaland: tre stop per problemi muscolari in tre momenti diversi dell’anno. Eliminazione ai gironi di Champions League, scarsa gestione della Bundesliga, fuori prematuramente dalla Pokal e Supercoppa persa. Tutto questo, comunque, segnando sempre.

Il suo bilancio finale in 30 mesi di Borussia è di 86 reti in 89 partite, media di quasi una a partita. La decisione di passare al Manchester City, ringraziando il Dortmund e il Muro Giallo tornato finalmente al completo per l’ultima parte della sua ultima stagione, è stata la più logica. 

“Abbiamo venduto tanti giocatori importanti in cent’anni di storia e potremo continuare a giocare a calcio anche senza Erling” aveva detto l’ad Watzke.

Erling ha voltato pagina, il Borussia ha voltato pagina, ma l’abbraccio che gli verrà riservato da ex compagni, ex allenatori e tifosi sarà comunque di felicità per ciò che è stato. Breve, forse, ma molto intenso.

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