La mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali di Russia ha fatto male a tutti gli italiani, ancora di più a chi con quella maglia un Mondiale l'ha vinto come Alessandro Del Piero.
L'ex capitano della Juventus, intervistato da 'La Gazzetta dello Sport', spiega così le difficoltà incontrate dal calcio italiano negli ultimi anni:
"Calciopoli è stata come una bomba atomica: nel 2006 si è rotto il calcio. E non mi riferisco solo alla Juve. Da quel momento i grandi campioni sono andati a giocare all’estero e le altre nazioni sono cresciute".

Non solo Calciopoli però alla base dei problemi italiani: "Quando ero a Padova pesavo 67 kg e mi dicevano che se non arrivavo a 80 non avrei potuto giocare in A. Adesso che non gioco più peso 80 kg... In Spagna guardano solo se sai giocare a pallone, in Italia purtroppo seguiamo logiche contrarie alla mia idea di calcio".
Ecco perchè Del Piero non chiuderebbe le porte se dovesse arrivare una chiamata della FIGC: "Non ho il numero memorizzato, quindi lascerei squillare. Poi, se dovessero lasciarmi un messaggio, lo ascolterei".
Infine non poteva mancare un giudizio di Del Piero sulla Juventus attuale: "Ho sentito dire che pareggiare o perdere col Barcellona era lo stesso. Non è vero: adesso lo Sporting può solo vincere e la Juve non è costretta a farlo.
Dybala contro il Barcellona ha giocato molto bene, è stato l’unico a fare qualcosa in più. Lo frega il macello di goal che ha segnato a inizio stagione. Troverà l’equilibrio per tornare su quei livelli". Parola di Pinturicchio.




