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GuarenteGetty

Dalla bolgia di San Siro alle 400 anime di Capraia: Guarente, calciatore, pescatore e consigliere comunale

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Ha giocato a Roma e Milano, a Parigi e Madrid. Attorno a lui migliaia sugli spalti e milioni nelle case, nelle strade, nei locali. Ha avuto una carriera particolare, poi ha deciso di seguire le orme, grandi, in un centro, piccolo. Catapultato dalle metropoli e dalla folla alla sua vecchia vita, quella che ha ricordato sempre con desiderio giovanile, un pizzico di nostalgia e la consapevolezza di poter scegliere il proprio presente e il proprio futuro. Dai campi internazionali a Capraia Isola, di nuovo, Tiberio Guarente.

Centrocampista dell'Atalanta. Lo ricordano così tutti, accostando il suo nome e il suo cognome ad una squadra in particolare. Ma Guarente ha anche vestito la maglia del Siviglia, a breve, e non solo. Ha lottato per il Verona, si è fatto in quattro per il Bologna, il Catania, il Chievo e alla fine per una squadra della sua regione. L'Empoli, e non il Pisa dove sì è nato, ma non cresciuto. Tra 400 volti noti e conosciuti fisionomicamente per filo e per segno nel corso degli anni.

Perchè Capraia Isola, comune dell'Isola di Capraia, conta una manciata di anime, che dovrebbero moltiplicarsi dieci volte, almeno, per coprire tutti i posti a sedere di San Siro, del Parco dei Principi, dell'Olimpico. Lì il padre di Guarente ha ricoperto il ruolo di primo cittadino quando il ragazzo ancora sognava come migliaia (milioni?) di bambini di spingere il pallone bianco e nero (allora) per prati verdi, sempre più in alto, sempre più forte.

Capraia e Guarente hanno fatto rima in passato, l'hanno fatto anche quando il tosto interno, corsa e pochi goal, ha deciso da uomo maturo, da 33enne calciatore che appende gli scarpini al chiodo, di provare ad entrare nel consiglio comunale cittadino. E' il 2018, e in mezzo a tanti colleghi che vivono una seconda carriera passato il terzo decennio d'età, lui decide di seguire le orme paterne per dare una mano alla sua terra, con idee e possibilità.

23 preferenze, eletto nella lista della sindaca Marida Bessi, come quarto miglior risultato:

"Sono contentissimo, anche perché oltre a me sono entrati altri tre giovani. Credo che si possa fare qualcosa di importante per quest’isola che ne ha davvero bisogno".

Oltre il lutto del vecchio cittadino Guarente, scomparso nel 2017, Guarente sceglie la vita politica come il padre, perchè sì, il calcio gli ha dato tanto, ma non quanto avrebbe voluto. Quel ginocchio ballerino non gli ha mai dato scampo, tanto che dopo gli anni ruggenti all'Atalanta, non è più riuscito ad essere titolare. Troppi dolori, troppe scelte diverse da parte degli allenatori, l'Italia maggiore mai raggiunta, ma agguantata ai tempi dell'Under 21.

Insomma, il classico poteva essere ma non è stato. Eppure la sua storia è molto più particolare e anti-routine di quella dei suoi colleghi. In positivo e sì, in negativo. Perchè Guarente è stato calciatore, consigliere comunale, sportivo e politico, due attività che spesso vanno a braccetto, da Rivera ad Hakan Sukur. Bisogna mediare tra difesa e attacco, tra destra e sinistra.

E lui, che da buon centrocampista interno di rottura non ha mai avuto le prime pagine, è apparso, venuto fuori, quando ha deciso di tornare in pianta stabile a Capraia Isola. Si è candidato nella lista 'Insieme per Capraia', deciso ad impegnarsi con passione. Perchè ha sempre creduto in quel che faceva, oltre il calcio, dentro la politica.

Perchè tutto è politica, ogni gesto lo è. Come quello di farsi sospendere lo stipendio nell'ultima stagione da professionista, ad Empoli: no, non scendo in campo causa infortunio, no, non pagatemi. Succede, strano ma vero. Forse perchè oltre ad una vita interessante nella parte colorata della vita, Guarente è dovuto incappare anceh in quella oscura, senza volerlo. Ovviamente.

E' il 2005, ha solo vent'anni, si mette in mostra nel Verona. Tutto va a gonfie vele, perchè gioca tra i professionisti e la possibilità di spingersi fino alla massima serie comincia ad essere concreta. Si interessano a lui i club di Serie A, trattano, si fermano. Perchè nell'inverno di quell'anno domini, viene colpito da una rara infezione virale, la poliradicolonevrite acuta idiopatica. Guaio.

L'infiammazione del sistema nervoso porta Guarente a giocare solamente quattro gare nella stagione successiva ed interrompere la sua prima da professionista, dopo aver giocato nelle giovanili dell'Atalanta. Sembra spegnersi immediatamente e repentinamente il sogno da calciatore, senza possibilità di tornare a vestire la casacca della Dea ed essere all'interno di quella lista di calciatori provenienti dal florido settore giovanile nerazzurro ad avercela fatta.

Poi tutto cambia, tutto passa. Recupera, può vivere un decennio ad alti livelli, senza dubbio. E tutto si rivolta, con quel ginocchio ballerino. Che lo porta ad una vita, nuova. In politica, a 10 cm dal mare, sul molo di Capraia. Ma non solo, perché oggi Guarente fa anche il pescatore professionista come raccontò nel corso di un'intervista a 'La Nazione':

"Faccio il pescatore professionista con mio cugino Giorgio e anche per passione. Proprio oggi ho catturato un dentice di 4 chili. Poi trekking sui sentieri, mare e aria buona. Insieme agli amici di sempre: siamo solo in 400 e ci conosciamo tutti. Sono anche consigliere comunale. Mio padre Gaetano è stato sindaco per 14 anni".

E' successo tutto per un motivo, chiudendo il cerchio. Guardando il mare, diviso tra le scarpette del passato e gli abiti da politico sull'acqua. In bilico, come la sua carriera.

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