GOALWissam Ben Yedder fino a 20 anni non era ancora nessuno. Calcisticamente parlando nemmeno esisteva. Parliamo di calcio, quello che si gioca 11 contro 11. Perché se invece parliamo di calcetto, futsal, quello che si gioca 5 contro 5, allora Ben Yedder qualcuno era. Giocava già con la nazionale francese, danzando alla grande sul parquet.
Eppure nello stesso anno in cui ha debuttato con nazionale di futsal, la vita di Ben Yedder è totalmente cambiata. Nel 2010 un osservatore del Tolosa ha avuto la pazza idea di toglierlo dai palazzetti e portarlo direttamente negli stadi. Lui ci credeva, si poteva fare. E alla fine ha avuto maledettamente ragione.
"Se avessi continuato col futsal, avrei dovuto cercarmi un altro lavoro"
Ma grazie a Dio quell'osservatore ha convito il Tolosa a dargli una chance. Ben Yedder è ripartito praticamente da zero. A calcio a 11 aveva giocato solo a livello dilettantistico, continuando parallelamente la sua carriera nel futsal, dato che il regolamento autorizzava il doppio tesseramento. Ma questa volta era una cosa diversa. Ben Yedder stavolta doveva cambiare sport, prendere una decisione definitiva. Basta parquet, si va sull'erba.
Ben Yedder si è portato dietro tutto quello che aveva imparato sui campetti indoor. Specialmente una regola: "Il calcio senza dribbling non serve a nulla". Veloce di gambe e di pensiero, il pallone lo ha spostato sempre prima degli altri. L'allora tecnico del Tolosa, Alain Casanova, ha avuto poi un'intuizione ancora più folle di quella avuta dal suo osservatore. Trasformare quell'ex giocatore di futsal di appena 172 centimetri in una prima punta. Trasformarlo in uno degli attaccanti più prolifici d'Europa.
Nell'annata 2012-2013 la trasformazione si è definitivamente completata. 15 goal in Ligue 1 e prima delle sue dieci stagioni consecutive concluse in doppia cifra. Da quel momento in poi Ben Yedder non ha più smesso di segnare. Tolosa, Siviglia e poi Monaco, no stop. Da Ben Yedder è diventato 'Benyebut', per noi italiani 'Benyegoal'.

Col trasferimento in Andalusia è arrivato il passo successivo: la consacrazione in Europa. Nella stagione 2017-18 infila addirittura 10 goal in Champions, tra preliminari, fase a gironi e fase a eliminazione diretta. Ma la notte delle notti per lui quella di Old Trafford, a casa del Manchester United. Il match d'andata in Spagna era terminato 0-0 e anche la ritorno la situazione sembrava non sbloccarsi. Almeno fino all'ingresso in campo di Ben Yedder. La mossa di Vincenzo Montella, che a quei tempi allenava il Siviglia, ha impattato sulla partita come un uragano. Sono passati di fatto appena 6 minuti da quando Ben Yedder è entrato al posto di Muriel a quando ha mandato al manicomio tutti i tifosi dei Red Devils con una clamorosa doppietta.
Nel giro di due stagioni dalle pari del Sanchez-Pizjuan è diventato un eroe. L'anno dopo si è ripetuto in Europa League, stampando un'altra doppia cifra nel corso della competizione preferita dagli andalusi, che però si è conclusa anticipatamente agli ottavi. Ben Yedder ha segnato sei goal consecutivi: doppietta al Krasnodar, poi due goal alla Lazio tra andata e ritorno e infine altri due allo Slavia Praga, che alla fine non sono bastati per la qualificazione.
Nel frattempo è arrivata inevitabilmente anche la chiamata della Nazionale. Stavolta non quella di futsal. Ben Yedder è diventato quindi il primo giocatore della storia a indossare sia la maglia della nazionale di calcio a 5 che quella di calcio a 11 francese. Il debutto si è materializzato contro la Colombia, il primo goal contro Andorra. Con i Bleus Ben Yedder ha giocato un Europeo e vinto una Nations League, arrivando a vestire anche la maglia numero 9 contro la Croazia.
Oggi Ben Yedder è leader, trascinatore e capitano del Monaco. Piccolo ma con grandi poteri, un po' come il giovane Goku, uno dei suoi personaggi preferiti, al punto da esultare mimando la celebre onda energetica di Dragon Ball dopo i suoi goal.
La stagione 2021/22 è stata la migliore in assoluto in termini realizzativi. 32 goal segnati in tutti le competizioni, uno in meno dei suoi anni. Mentre in quella appena trascorsa non ha fatto altro che confermare il trend: altri 25 goal e undicesima stagione di fila in doppia cifra.
"Il calcio è la mia vita, pensavo sempre al calcio, ho sempre voluto fare il calciatore".
E se non l'avesse fatto, il calcio si sarebbe perso un grande giocatore. Un grandissimo attaccante, sicuramente sottovalutato per quello che ha dato e sta continuando a dare.
