"Sceglierei sempre la Roma, anche se ho trovato poco spazio”, disse qualche tempo fa Mauro Esposito, anche se l’esperienza nella capitale con la maglia giallorossa fu molto avara di soddisfazioni.
I presupposti per far bene con la squadra allenata da Luciano Spalletti però c’erano tutti. Malgrado un fisico non proprio imponente, l’attaccante era dotato di buona tecnica e lettura degli spazi.
Due doti grazie alle quali si era fatto notare con il Cagliari. Già, Cagliari. Perché in Sardegna, Esposito ha vissuto le sue migliori stagioni in carriera. Le stesse che gli hanno permesso di realizzare il sogno - ipse dixit - di giocare con la Roma.
In rossoblù, l’attaccante campano era arrivato da Pescara, dove dal 1985 aveva intrapreso il suo percorso nel mondo del calcio. Dapprima con le giovanili, poi con la prima squadra in Serie B.
Dopo un fisiologico periodo di ambientamento, Esposito diede il suo contributo decisivo alla risalita del Cagliari in Serie A nel 2004. Un apporto di reti e prestazioni di livello che non mancarono nemmeno nella massima serie.
Chiude la sua prima stagione da titolare con 16 goal in 34 presenze. Un bottino niente male per uno che la Serie A l’aveva vista con il contagocce durante il prestito all’Udinese diversi anni prima.
Gli anni successivi si rivelano però molto più difficili in termini realizzativi. A rendere ancora più ripida la salita è un serio infortunio al ginocchio che ne compromette l’ultima stagione con il Cagliari.
Poi, nel luglio 2007, la chiamata che può cambiare la vita. Spalletti fa di tutto per convincerlo ad accettare l’offerta della Roma e respingere le sirene dell’Inter. Un’opera di convincimento che genera i suoi frutti, dato che Esposito passa in giallorosso.
A Roma corona il sogno di giocare con Totti. Ma è una delle pochissime gioie racimolate dall’attaccante nella sua militanza romanista. L’esordio con la nuova maglia avviene il 2 ottobre del 2007, in Champions League in casa del Manchester United.
Spalletti, sotto per 1-0, gli concede gli ultimi 10 minuti della sfida. In quel lasso di tempo breve, Esposito si ritaglia l’occasione di centrare la rete che varrebbe il pareggio ma il suo tiro termina di poco a lato.
Quasi una metafora di quello che sarà il suo percorso romanista. Chiuso dalla concorrenza di Totti, Vucinic, Mancini e Taddei, all’ex Cagliari non restano che le briciole di una stagione che termina con 16 presenze complessive (di cui solo una da titolare).
Nel suo bottino capitale ci sono un assist di tacco a Francesco Totti per il 4-0contro il Parma e una Coppa Italia vinta da comprimario, con sole due apparizioni totali nella competizione.
Dopo la Roma, il trasferimento altrettanto infruttuoso al Chievo Verona, prima di un graduale processo di ridimensionamento che lo porta al ritiro nel 2011. Una carriera che avrebbe potuto essere migliore, se solo quel ginocchio non lo avesse abbandonato sul più bello.
