Qualità e intensità. Ma anche spirito di sacrificio e concentrazione. In una parola: maturità. Il Milan, nel momento più importante e delicato della stagione, sfodera una prestazione da incorniciare, di quelle che rischiano di lasciare per davvero un segno indelebile nella storia recente del club. La vittoria sulla Juventus all’Allianz Stadium può indirizzare il finale di campionato e i destini futuri del club, la cui strategia a breve e medio termine non può che essere legata a doppio filo dagli introiti legati alla partecipazione alla prossima Champions League.
Un trionfo che porta in calce la firma di Stefano Pioli. Dalla serena ma decisa convinzione trasmessa ai propri giocatori nei giorni antecedenti ad una gara che avrebbe potuto far tremare le gambe ad un gruppo giovane e con pochi giocatori abituati a gestire momenti di così grande tensione fino alle illuminate scelte tecniche sull’undici titolare, Pioli ha preparato la partita alla perfezione, completando l’opera con un’oculata gestione del risultato.
L’intuizione che salta all’occhio non può che essere quella che ha portato il tecnico emiliano a scommettere su Brahim Diaz, preferito a Rebic e Leao per completare insieme a Calhanoglu e Saelemaekers il trio di guastatori alle spalle di Ibrahimovic. Un assetto che si era visto già solo nella vittoriosa trasferta di Firenze ma sul quale Pioli ha puntato con decisione durante la settimana, intravedendo nelle qualità dello spagnolo le caratteristiche ideali per mettere in difficoltà la Juventus sulla trequarti.
Il campo gli ha dato pienamente ragione: con i suoi movimenti tra le linee e i suoi tagli Brahim si è rivelato l’uomo più pericoloso del Milan. Al resto ci ha pensato la tecnica individuale del talento in prestito dal Real Madrid, che con una pennellata d’autore ha sbloccato il risultato ed ha poi conquistato un calcio di rigore (poi fallito da Kessié) proprio al termine di un’azione personale palla al piede.
L’altra scelta evidentemente vincente di Pioli è stata quella sulla coppia difensiva: al fianco dell’inamovibile Kjaer (sontuoso anche all’Allianz Stadium) il tecnico rossonero ha dato ancora una volta spazio a Tomori, in calo nelle ultime uscite e in discussione dopo l’ottimo rientro di Romagnoli contro il Benevento.
L’inglese ha ripagato la fiducia con una prova maiuscola, facendo leva sul suo straordinario atletismo per annullare Morata e contribuendo in maniera sostanziale a costringere la Juve a chiudere il match con un solo tiro nello specchio. Il goal del 3-0 finale, che permette ai rossoneri di passare in vantaggio negli scontri diretti con i bianconeri, corona la sua miglior prestazione stagionale.
Compito di Pioli sarà ora mantenere la concentrazione del gruppo al top in vista del prossimo impegno, ravvicinatissimo e ricco di insidie: da Torino al Torino, la corsa Champions del Milan passa adesso per la sfida contro i granata. Un altro esame da superare con maturità.


