Per anni è stato uno dei giocatori più forti in assoluto della Serie A ed ora che ha appeso gli scarpini al chiodo già da diverso tempo, si appresta a tornare ad essere uno dei grandi protagonisti del campionato nostrano, ma in una veste diversa: quella dell’allenatore.
La decisione del Genoa di affidare la panchina della prima squadra ad Andriy Shevchenko, rappresenta una delle novità più clamorose di questo finale di 2021. Il club rossoblù infatti, nel tentativo di invertire la rotta dopo un inizio di stagione travagliato, ha scelto di affidarsi non solo ad uno dei volti più noti dell’intero panorama calcistico mondiale, ma anche ad un allenatore che di fatto sarà alla sua prima esperienza alla guida di una squadra di club.
‘Sheva’ può contare già un’esperienza importante come tecnico, ma maturata interamente alla guida della Nazionale ucraina. Entrato a far parte nel febbraio del 2016 dello staff dell’allora commissario tecnico Mykhaylo Fomenko, gli è poi succeduto pochi mesi più tardi al termine di Euro 2016.
Da lì in poi ha svolto un lavoro importante che è culminato con la qualificazione a Euro 2020 e gli storici quarti di finale raggiunti nella stessa competizione. Il tutto per un percorso scandito da 52 partite complessive, delle quali 25 vinte, 13 pareggiate e 14 perse, con 71 goal segnati e 62 subiti.
CHE TIPO DI ALLENATORE E’ SHEVCHENKO
Andriy Shevchenko subentra a Davide Ballardini e, almeno sulla carta, dovrebbe proporre una filosofia di gioco diversa rispetto a quella del suo predecessore.
Ballardini infatti, nel corso degli anni (e anche nella scorsa stagione proprio al Genoa) ha ottenuto buoni risultati disegnando squadre che magari puntano poco su un prolungato possesso palla e che fanno dell’aggressività e dell’organizzazione le loro armi migliori.
Sebbene nelle ultime settimane abbia anche proposto alcune novità tattiche, generalmente si è affidato ad un 3-5-2 che dovrebbe rientrare meno nelle corde di Shevchenko.
Il tecnico ucraino spesso ha schierato squadre molto corte che hanno puntato sulla qualità di palleggio dei suoi uomini migliori e, da questo punto di vista, fondamentale sarà l’apporto dei centrocampisti e con ogni probabilità di Milan Badelj, visto che dovrebbe restare il padrone della cabina di regia.
Shevchenko nel corso dell’esperienza alla guida dell’Ucraina si è affidato a vari moduli, dimostrando quindi di sapersi adattare a varie situazioni, tuttavia lo schema che ha maggiormente utilizzato è stato il 4-3-3.
La sua Ucraina a Euro 2020 ha saputo sorprendere con la sua capacità di cambiare in corsa e di proporre un calcio offensivo ed è questo quello che ci si attende anche dal suo Genoa.
IL GENOA CON IL 4-3-3
La difesa a quattro rappresenterebbe il più grande cambiamento imposto all’ombra della Lanterna, ma non rappresenterebbe una novità assoluta totalmente da assimilare. Ballardini infatti l’ha già schierata in diverse occasioni nel corso di questo campionato. L’ex tecnico del Genoa, dopo essere partito con il 3-5-2, ha poi tentato la carta del 4-2-3-1 e del 4-3-1-2 con un centrocampo a rombo.
La cosa favorirà Shevchenko, anche se ovviamente poi bisognerà vedere con quale filosofia la sua linea si dovrà muovere.
In un Genoa con un 4-3-3, Sirigu verrebbe ovviamente confermato tra i pali e difeso da un reparto che potrebbe avere in Cambiaso e Criscito i due esterni, e in due tra Biraschi, Maksimovic e Vasquez i titolari al centro.
Chiavi della mediana affidate a Badelj, con Rovella ed un altro interno da scegliere tra Touré, Hernani, Melegoni ed i più esperti Sturaro e Behrami. Un’ulteriore opzione sarebbe ovviamente rappresentata anche da Galdames che, vista la sua rapidità e la sua bravura tecnica, potrebbe risultare prezioso anche in un 4-3-1-2 in posizione leggermente più avanzata.
Con questo modulo a contendersi un posto al centro del tridente sarebbero Mattia Destro e Caicedo, mentre Kallon ed Ekuban potrebbero essere chiamati ad agire sui lati. Un jolly prezioso potrebbe rivelarsi Fares che potrebbe essere utilizzato tanto come terzino sinistro, quanto come interno di centrocampo (Shevchenko ha sfruttato anche così Zinchenko nell’Ucraina) ed esterno offensivo.
Proprio gli esterni offensivi avranno una doppia mansione molto importante: in fase si non possesso infatti si passa al 4-5-1.
L’OPZIONE 4-3-1-2
Con il ‘rombo’ cambierebbe poco in fatto di uomini in mediana, ma cambierebbero non poco le cose in attacco. Galdames, come detto, potrebbe adattarsi al ruolo di trequartista (l’ha già fatto in stagione), ma anche Rovella potrebbe agire in quella porzione di campo.
In questo caso Shevchenko punterebbe su una coppia offensiva, il che potrebbe voler dire sfruttare al meglio le caratteristiche degli attaccanti a disposizione.
Destro e Caicedo potrebbero giocare uno al fianco dell’altro e anche Pandev verrebbe avvantaggiato da tale impostazione.
LA DIFESA A TRE
Andriy Shevchenko si ritrova a fare i conti con un nemico non da poco: il calendario.
Il Genoa da qui a Natale affronterà Roma, Udinese, Milan, Juventus, la Sampdoria nel derby, Lazio e Atalanta. La compagine ligure è quindi attesa da un cammino difficile e, in considerazione anche dei soli 9 punti messi sin qui in cascina e della necessità di allontanarsi dalle sabbie mobili della zona retrocessione, ‘Sheva’ potrebbe pensare di andare ‘sul sicuro’, procedendo quindi con dei cambiamenti più graduali.
Il Genoa è stato fondamentalmente costruito per il 3-5-2 e quindi dal punto di vista tattico cambierebbe poco rispetto a quanto visto nel recente passato.
Biraschi, Maksimovic e Criscito andrebbero a completare il terzetto di difesa, con Cambiaso e Fares che potrebbero presidiare gli esterni, Badelj confermato metronomo di centrocampo e Destro e Caicedo in attacco a comporre il duo offensivo.


