Rocco Commisso ha sempre detto tutto, senza freni. Da quando è arrivato a Firenze per diventare nuovo presidente della Fiorentina, l'imprenditore italo-americano si è impegnato per riportare la squadra viola in alto, magari passando anche da un nuovo impianto per la squadra, così da avere una fonte di guadagno importante con il quale aumentare la possibilità di vincere dei trofei. Del resto il Franchi è ormai superato.
Per Commisso, intervistato da Financial Times, il giudizio sullo storico stadio della Fiorentina, in cui la squadra gioca dagli anni '30 dello scorso secolo, è veramente duro. Le dichiarazioni riguardo l'ex stadio Giovanni Berta o stadio Comunale sono fortissime.
Commisso giudica infatti l'Artemio Franchi di Firenze come:
la cosa più merdosa che sia mai stata inventata. Che storia ha? Hanno vinto due campionati in 90 anni. La burocrazia mi sta facendo impazzire. Il mio giudizio è relativo alle condizioni e al decadimento e alla totale insicurezza dell’impianto".
La burocrazia non è certo uno degli aspetti positivi dell'Italia:
“È un Paese molto burocratico. Se sei abituato a fare affari negli Stati Uniti d’America, dove le cose sono organizzate e accadono rapidamente, l’Italia è un po’'scioccante. Il Viola Park lascerà il segno, anche se i ritardi e le modifiche hanno comportato costi aggiuntivi di oltre 20 milioni di euro".
A proposito della differenza tra Italia e Stati Uniti, Commisso attacca la Juventus a proposito dell'indagine Covisoc. Quotata in Borsa, la società ha visto il prezzo delle azioni sceso di circa un terzo nei giorni successivi alla notizia. Se gli stessi eventi si fossero verificati in una società quotata negli USA, gli azionisti che avevano subito perdite, dice il presidente della Fiorentina:
"farebbero causa a quei 'motherfuckers', scusate il mio linguaggio. La politica del calcio italiano? Ci sono gelosie, è vero. Perché chi altro ha fatto quello che ho fatto io in Italia? Vuoi che li elenchi? Non gli Agnelli. Il nonno, forse, non i nipoti. Non Singer al Milan. Non quel ragazzo alla Suning. Usano i soldi degli altri".
Impossibile non parlare di Dusan Vlahovic, che non rinnoverà il contratto in scadenza nel 2023:
Scelti da Goal
"E' cresciuto qui e dovrebbe essere riconoscente, qualunque cosa accada, al club che lo ha portato dove è"