Tre anni dopo la tanto discussa notte di Cardiff, Giorgio Chiellini prova a fare chiarezza su quanto accaduto durante l'ultima finale di Champions League persa dalla Juventus contro il Real Madrid.
Chiellini nella sua autobiografia nega fermamente qualsiasi lite all'interno dello spogliatoio, raccontando invece di una squadra a pezzi fisicamente già all'intervallo.
"Non accadde proprio nulla di clamoroso. Eravamo solo stanchi. Perché mai avremmo dovuto litigare o addirittura menarci subito dopo avere raggiunto il pareggio? A che scopo? Mica stavamo perdendo 3-0, e comunque anche in quel caso non avrebbe avuto senso. Siamo rientrati nello stanzone molto provati. Mandzukic malandato sul lettino che quasi non camminava, Pjanic lo stesso, tutti e due che si facevano sistemare il ginocchio mentre il mister parlava. Avevamo il fiatone, altro che litigare. Ci siamo detto cose banali: 'Proviamo a stare su, non ci disuniamo, sarà dura, loro adesso verranno fuori".
Il capitano non nasconde che alla vigilia le speranze di portare finalmente a casa la coppa fossero tante.
"Quella volta ero proprio convinto che l'avremmo vinta, la Champions: un mese prima eravamo nettamente i più forti d'Europa. Purtroppo le finali arrivano sempre troppo tardi per noi. La cosa peggiore è che non siamo riusciti a gestire la partita, e dopo il secondo goal preso in quel modo abbiamo pensato che fosse già finita, io in primis, e questo non si fa. Perché non era assolutamente finita. Anche se dallo stupido goal di Casemiro, quello del 2-1, passammo al 3-1 in un amen, come degli sprovveduti: Mandzukic che si fa anticipare in quel modo, Alex Sandro che si fa infilare bellamente a fondo campo, io e Leo che restiamo lì come due mammalucchi a guardare Ronaldo che insacca. Eppure, sul 3-1 per loro abbiamo comunque rischiato di fare goal, e se ci fossimo riusciti si sarebbe riaperto tutto, perché il Real può smarrirsi in un momento".
Chiellini infine torna ancora sulle tante voci circolate nelle settimane successive e rivela come Buffon fosse andato da lui per chiedergli spiegazioni.
"Dopo qualche giorno viene da me Buffon e mi fa: 'Chiello, scusa, ma mi sono perso qualcosa? Non è che magari è successo davvero quello che scrivono e io non me ne sono accorto? Sai, magari ero andato un momento al bagno...'. Ecco, a forza di leggere o sentire cose 'segrete' su quell'intervallo, a Gigi è venuto il sospetto. E io l'ho rassicurato: 'Tranquillo, Gigi, non è successo proprio niente'. Alla fine, il dubbio è venuto pure a me che non mi sono mai mosso... Non bisogna credere alle leggende metropolitane, al gossip, anche se siamo personaggi pubblici che a volte alimentano un interesse morboso. Ne ho sentite di storie strane attorno al calcio, e quasi sempre false".


