Pubblicità
Pubblicità
Aleksander Ceferin UEFAGetty Images

Ceferin minaccia chi si ferma: "In Europa i club che si sono qualificati coi risultati"

Pubblicità

La UEFA torna all'attacco. Il monito al calcio europeo era già stato inviato in tempi non sospetti: la priorità è la conclusione dei campionati nazionali sul campo, pena un percorso in salita nelle competizioni continentali per i club di quelle nazioni che non si attengono al piano.

Concetto ribadito con fermezza ai microfoni de 'Il Corriere dello Sport' dal presidente Aleksander Ceferin che si è soffermato, in particolare, sulla caotica situazione italiana e sui dubbi che attanagliano la FIGC in ottica protocollo di sicurezza che non convince appieno.

"L’Italia è uno dei grandi paesi calcistici europei e il suo campionato ha una valenza essenziale, è visto da molti sportivi anche al di fuori dei suoi confini. La pandemia ha messo in ginocchio l’intera economia e non solo il calcio. Assoluta priorità alla salute pubblica, ci mancherebbe, ma come tutti gli altri settori anche noi abbiamo il dovere di ripartire rispettando gli impegni che ci siamo assunti. Le competizioni nazionali e quelle europee sono fisiologicamente collegate e noi vogliamo in Europa club che abbiano vinto i campionati e le coppe nazionali, qualificandosi sulla base dei risultati. È l’essenza dello sport, non solo del calcio".

La quarantena per l'intera squadra in caso di una nuova positività è un ostacolo al prosieguo della Serie A che, agendo in questo modo, non seguirebbe la linea intrapresa dalla Germania, il cui modello è ritenuto un esempio che le altre federazioni dovrebbero prendere in considerazione.

"Rispetto le decisioni delle autorità scientifiche, hanno la grande responsabilità di difendere la salute delle persone. Quel che succede in caso di positività dei calciatori è il passaggio fondamentale per la continuità delle competizioni. Io non ho alcuna competenza in materia, ma vedo che in alcuni Paesi, come la Germania, le soluzioni adottate sono più mirate e funzionali al prosieguo dell’attività, non alla sua improvvisa interruzione".

Almeno per le prime settimane della ripartenza dovremo abituarci ad assistere a partite senza pubblico sugli spalti, provvedimento necessario che potrebbe prolungarsi anche nei mesi successivi.

"Temo che per un certo periodo non sarà possibile far entrare il pubblico negli stadi. Spero che si tratti di una parentesi non troppo lunga, dopodichè rivedremo finalmente gli impianti pieni di appassionati entusiasti. Lo vogliamo tutti. Io per primo".

Pubblicità

ENJOYED THIS STORY?

Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

0