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Carmine Gautieri PiacenzaGetty Images

Carmine Gautieri, da estrosa ala destra dal carattere vivace e istintivo a tecnico giramondo

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Ala destra che faceva della velocità, dell'estro e della fantasia i suoi punti di forza, Carmine Gautieri ha indossato nella sua carriera calcistica le maglie di 13 squadre, raggiungendo l'apice con quella giallorossa della Roma, dove approda nel 1997 perché fortemente voluto da Zdenek Zeman. Nella capitale resta due stagioni, la seconda con Fabio Capello in panchina.

Dopo aver giocato in Serie A anche con Bari, Perugia, Piacenza e Atalanta, e il flop al Napoli, proprio ispirato dal tecnico boemo ha intrapreso una carriera da allenatore che fino ad oggi lo ha portato alla guida di 11 squadre su e giù per la penisola.

DALLA GAVETTA ALLA SERIE A COL BARI

Nato a Napoli il 20 luglio 1970, Gautieri inizia a giocare a calcio per strada con i suoi amici, come da lui stesso raccontato a 'gianlucadimarzio.com'.

"Della mia infanzia ricordo tutto, gli odori, i profumi, quel pallone che rotolava incessantemente da mattina a sera. Le partitelle fra amici nella villa comunale a Mergellina. Ela voce dei ragazzi: ’Bene ora chi perde paga la coca cola a tutti'..."

Non mancano, tuttavia, anche ricordi meno belli.

"Ricordo il terremoto in Irpinia, avevo dieci anni. Una scossa ci ha buttato fuori di casa, dormimmo quattro giorni nella 127 di papà, poi in un'aula di scuola, dovevi fare la fila per andare in bagno alla mattina. Il passato è passato, ma non si cancella. Da un momento all'altro perdi la casa, distrutta completamente. Ti fai mille domande, non riesci a darti mezza risposta".

L'adolescenza di Carmine è fatta di scuola e lavoro.

"A 13 anni dopo le lezioni, un’ora al giorno mio padre mi mandava a lavorare in un distributore di benzina. Dovevo capire il senso e l’importanza del lavoro. E non era come oggi dove i nostri giovani li viziamo in tutto e per tutto e alla prima fatica diciamo loro: 'Va beh non importa, lascia stare'…".

Il pallone sarà per lui, come per tanti ragazzi nati negli anni Settanta, strumento di riscatto sociale. Carmine ci sa fare e nel 1987/88 inizia il suo percorso nel calcio professionistico nella Campania Puteolana di Pozzuoli, che milita nel campionato di Serie C1. La allena un giovane tecnico emergente di cui si sentirà parlare: Claudio Ranieri.

I risultati altalenanti della squadra portano all'esonero dell'allenatore romano in favore prima di Gastone Bean e di Gennaro Rambone. Alla fine, con Ranieri tornato in panchina per le ultime tre giornate, la squadra chiude al penultimo posto e retrocede in Serie C2. Gautieri disputa le sue prime tre gare da professionista, per poi approdare all'Empoli.

Con i toscani fa due anni di Primavera, senza scendere mai in campo con la Prima squadra, e nel 1989/90 è mandato in prestito alla Turris. A Torre del Greco la giovane ala destra fa due stagioni in C2, collezionando 59 presenze e 5 reti.

"Conservo un grandissimo ricordo di Ranieri - dirà -, anche se sono stato con lui poco tempo. Era giovane ma si vedeva già allora che sarebbe diventato un grande allenatore. Alla Turris ho avuto il brasiliano Amarildo, con cui ho fatto due anni stupendi e ho imparato tanto".

Nel 1991/92 l'Empoli lo richiama alla base e Gautieri, con un tecnico giovane ed emergente come Francesco Guidolin, esplode: 10 goal in 32 gare di campionato lo rendono il miglior marcatore degli azzurri in Serie C1, in una stagione che si chiude con un 5° posto finale.

Su di lui porta gli occhi il Cesena, che lo acquista e lo lancia in Serie B a 22 anni. Con Gaetano Salvemini e Azeglio Vicini che gli subentra, Gautieri è un titolare della squadra romagnola che chiude la stagione al 9° posto nel torneo cadetto. Per Gautieri arrivano 34 presenze e 3 goal in campionato e 3 partite in Coppa Italia, competizione in cui debutta nell'andata del 2° Turno al Ferraris contro la Sampdoria il 26 agosto 1992 (sconfitta per 2-1).

Il cammino calcistico dell'ala napoletana prosegue nel 1993/94 con l'approdo al Bari. In biancorosso, sotto la guida di Beppe Materazzi, ottiene subito la promozione dalla Serie B alla Serie A. Dà un contributo cospicuo alla causa dei Galletti, con 6 goal realizzati in 36 presenze complessive.

Il 1994/95 è così il suo primo anno in Serie A. Gautieri fa l'esordio nel massimo campionato il 18 settembre 1994, all'età di 24 anni, nella sfida casalinga della 4ª giornatacontro la Reggiana, vinta dai pugliesi per 1-0. L'ala destra entra in campo al 68' al posto dell'esperto Angelo Alessio.

Con le sue sgroppate sulla fascia destra, 'Gaucho', come lo chiamano i compagni, è protagonista del successo esterno al Meazza contro l'Inter per 1-2, gara in cui propizia l'1-0 di Guerrero e servendo l'assist a Tovalieri per il 2-0. Con il colombiano e 'Il Cobra' è anche fra coloro che 'brevettano' la celebre esultanza del trenino, che proprio a San Siro trova la sua prima completa esecuzione.

Nel prosieguo del campionato alterna prestazioni brillanti a inspiegabili pause e denota fin da subito un carattere vivacee istintivo che a volte lo porta a polemizzare con gli arbitri, altre a litigare con i suoi allenatori. Totalizza 31 presenze senza goal in una stagione che vede i biancorossi chiudere al 12° posto.

L'avvio del 1995/96, il suo secondo anno in A, è positivo e lo vede anche trovare il suo primo goal in Serie A contro il Milan di Fabio Capello. È il 1° ottobre 1995, e i Galletti, ancora a secco di vittorie, ospitano i rossoneri di Baggio e Weah. Sulla carta non ci sarebbe partita, invece la squadra di Materazzi controlla bene le offensive rossonere e quando ha spazio per colpire in contropiede sa far male. L'episodio chiave del match si verifica ad inizio ripresa.

Gerson lancia in profondità verso la destra, dove Gautieri ingaggia un duello uomo contro uomo con Filippo Galli. L'ala destra brucia l'esperto centrale del Milan e con un tocco preciso da distanza ravvicinata batte Rossi, facendo esplodere i tifosi presenti al San Nicola.

LO SCONTRO CON FASCETTI E L'ADDIO AL BARI

Nonostante il prezioso successo, le cose per il Bari non vanno bene e alla 13ª giornata il presidente Matarrese opta per il cambio in panchina: arriva Eugenio Fascetti, via Beppe Materazzi. Per Gautieri è un cambio non semplice, visti i metodi duri adottati dal tecnico toscano che mal si conciliano con il suo carattere frizzantino.

"Appena arrivato a Bari - racconterà molti anni dopo il tecnico viareggino a 'La Gazzetta dello Sport' - mi resi subito conto che avevo due frecce sulle fasce: Gautieri e Parente. Ma che teste, ragazzi! Se avessero sfruttato in pieno le loro potenzialità tecniche, avrebbero giocato ad alti livelli. Anche se, comunque, Carmine avrebbe fatto la sua carriera".

Lo scontro fra le due personalità è inevitabile, ed esplode quando il Bari perde a Parma, allo Stadio Tardini, per 3-1. I pugliesi hanno 5 punti da recuperare sul Piacenza a 3 giornate dalla fine del campionato, e la situazione è disperata. Le possibilità di salvezza sono ormai ridotte al lumicino. Quando Fascetti si presenta per parlare con i giornalisti è scuro in volto e furioso per la prestazione di alcuni elementi della rosa, fra cui proprio Gautieri, autore di una prova incolore e sostituito dopo 53 minuti con Fabrizio Ficini.

L'allenatore del Bari non usa mezzi termini e ai microfoni delle tv definisce il suo giocatore "un senza palle". Parole pesanti, che offendono il ragazzo, anche se la società tenterà di farle passare come un tentativo di spronare Gautieri a dare il massimo nel rush finale. Di fatto, invece, la sua avventura con la maglia del Bari finisce lì, dopo 97 presenze e 7 goal.

Lui, intervistato dal 'Corriere della Sera', fornirà la sua versione dei fatti.

"Rientrato da Bergamo, dopo il recupero infrasettimanale di campionato ho appreso che mia figlia non stava bene. Tuttavia mi sono presentato all'allenamento, senza chiedere un permesso. Lavoravo preoccupato e il mister mi ha spedito anzitempo negli spogliatoi, senza accettare spiegazioni. Sono i suoi metodi e li rispetto. Ho accettato zitto l'inevitabile esclusione nella partita contro la Cremonese. Ma credevo fosse finita lì...".

L'ANNO A PERUGIA E AL TOP CON LA ROMA

Comunque siano realmente andate le cose, Gautieri e il Bari si separano nell'estate del 1996 e l'estrosa ala destra si trasferisce in forza al neopromosso Perugia del patron Luciano Gaucci, che lo ingaggia a parametro zero. Con la maglia del Grifone Gautieri è protagonista di un bell'avvio di stagione, che lo vede andare a segno 4 volte contro il Parma (1-2 per gli umbri), Vicenza (1-1 al Curi), Fiorentina (k.o. per 4-1 al Franchi) e Lazio (altra sconfitta in casa per 1-2).

Gioca in squadra con Massimiliano Allegri e un giovanissimo Gennaro Gattuso.

"Avevo un ottimo rapporto con Max - rivelerà Gautieri a 'Calcionapoli24.it' -, già allora era un allenatore in campo, un ottimo allenatore in campo. Era un bravo ragazzo, ci stavo bene insieme. Gennaro, invece, era solo un ragazzo. Giocò un anno con noi prima di andare in Scozia".

Forse anche per il doppio cambio in panchina, con gli arrivi prima di Mauro Amenta, quindi di Nevio Scala, Gautieri non riesce tuttavia a incidere invece nella seconda parte di stagione, nella quale mette insieme soltanto 2 assist per Negri contro il Milan (vittoria per 1-0 degli umbri) e Giunti contro l'Atalanta (2-2).

Il Perugia chiude il suo campionato al 16° posto e retrocede in Serie B. Per Gautieri, però, si aprono le porte di una delle cosiddette Sette sorelle: la Roma del presidente Franco Sensi, infatti, lo mette nel mirino. A richiedere la talentuosa ala destra è infatti il tecnico Zdenek Zeman. L'operazione si concretizza per 4 miliardi di vecchie Lire e il giocatore napoletano si trasferisce nella capitale.

I giallorossi sono fra i protagonisti del calciomercato estivo del 1997, e acquistano fra gli altri i brasiliani Cafu, Paulo Sergio, Vagner e Zago. Nella prima parte della stagione Gautieri trova il campo con una certa continuità, debuttando con la Lupa il 31 agosto 1997 nella prima giornata di Serie A contro l'Empoli (vittoria per 1-3 al Castellani).

Il 5 ottobre nel roboante 6-2 inflitto al Napoli trova anche la prima rete con la sua nuova maglia. Poi finisce spesso in panchina, salvo riemergere nel nuovo anno solare e segnare anche il 2° goal della sua avventura capitolina nell'1-3 esterno contro il Lecce, sempre in campionato.

Gautieri chiude il 1997/98 con un bilancio di 18 presenze e 2 goal in Serie A, più 5 presenze e una rete in Coppa Italia nell'andata degli ottavi contro l'Udinese. La Roma invece chiude al 4° posto e si qualifica in Coppa UEFA. L'anno seguente l'ala destra giallorossa, sempre con Zeman in panchina, stabilisce il suo primato di goal in Serie A: ben 6 in 24 presenze, più 2 in 4 gare di Coppa Italia.

Il 29 settembre 1998, nella gara di ritorno del Primo turno contro i danesi del Silkeborg, l'ala destra napoletana colleziona anche quella che resterà la sua unica presenza nelle Coppe europee, nella fattispecie in Coppa UEFA (vittoria per 1-0 all'Olimpico dei giallorossi).

Dei suoi 6 goal in campionato, Gautieri ne realizza 4 fra dicembre e gennaio (contro Perugia, Parma, Cagliari e Vicenza) e 2 nella seconda parte della stagione con il Bologna (vittoria all'Olimpico per 3-1) e al Menti con il Vicenza (successo per 1-4). I giallorossi si piazzano al 5° posto in campionato, riconquistando l'accesso alla Coppa UEFA, mentre in Europa la squadra è eliminata ai quarti dall'Atletico Madrid.

L'ala destra classe 1970 è confermata anche per la stagione 1999/00, che vede l'approdo in panchina di Fabio Capello. Ancora una volta il rapporto con un allenatore duro e rigoroso, come il tecnico friulano, sarà problematico.

"Quei due anni in giallorosso sono stati un sogno - afferma Gautieri in un'intervista a 'gianlucadimarzio.com' -, un inno alla vita, al crederci sempre. Mi porto dentro un bagaglio di ricordi bellissimo. Prima Zeman, il mio maestro, una linfa. E poi Capello, con lui non potevi sbagliare nemmeno una virgola, niente. Un giorno andammo in campo per l’allenamento e due di noi avevano i calzini diversi dal resto del gruppo… Sospese l’allenamento: 'Se non li cambiate e non vi mettete tutti i calzini uguali non riprendo', disse...".

E non mancano gli aneddoti.

"Ricordo ancora una serata a casa Totti bellissima - racconta -.Finito l'allenamento, Francesco mi si avvicina dicendomi: ’Stasera vieni a mangiare la cotoletta da mia mamma…’. Io lo guardo, di primo impatto tentenno, sai l’imbarazzo… ‘Ahò, vieni e basta, nun sta a rompe…’. Una serata bellissima, ma Francesco è così. La sua forza è la sua semplicità, la sua leggerezza".

Proprio l'arrivo di Capello segna però la fine della sua avventura con la Roma. Dopo essere subentrato nella prima giornata di campionato, Gautieri è infatti ceduto al Piacenza assieme al compagno di squadra Statuto. L'ala napoletana chiude così l'esperienza in giallorosso con 11 reti in 53 gare, senza esser riuscito a conquistare alcun trofeo.

PIACENZA E ATALANTA

La carriera di Gautieri prosegue fra alti e bassi in provincia, prima con il Piacenza, dove resta per tre stagioni, quindi a Bergamo, con l'Atalanta, dove milita per altri due anni. Con gli emiliani gioca 2 anni in Serie A e uno in Serie B, totalizzando complessivamente 16 goal in 113 gare e conquistando la promozione nella massima serie nel 2000/01.

Nel 2001/02 supera il suo primato di goal in Serie A, realizzandone 7 in 33 partite. Fra le sue reti c'è anche una doppietta a San Siro da capitano della squadra nella sconfitta per 3-2 del Piacenza con l'Inter.

Passato all'Atalanta nell'estate 2002, in nerazzurro vive una stagione in Serie A e una in Serie B, e anche in questo caso è fra i protagonisti del ritorno della Dea nel massimo campionato (46 presenze e 12 reti nel 2003/04). Nel 2004 è acquistato dal Lecce, ma

Passa alla storia un celebre episodio che lo vede protagonista il 6 gennaio 2004. Allo Stadio Partenio l'arbitro Dondarini assegna un calcio di rigore per l'Avellino all'81'. Capparella trasforma, ma l'arbitro comanda la ripetizione. Mentre i suoi compagni protestano in maniera vibrante, Gautieri va nei pressi del dischetto e con i piedi lo cancella, scavando una buca.

Dagli undici metri va alla battuta ancora Capparella, che stavolta colpisce in pieno la traversa. L'Atalanta alla fine riesce a strappare un pareggio, e l'ala napoletana si prende i meriti del rigore fallito dal centravanti avellinese.

La 'bravata' gli costa però caro, dato che viene deferito per il suo comportamento e viene deferita anche l'Atalanta per responsabilità oggettiva. Nell'estate 2004 Gautieri è comprato dal Lecce di Zeman, ma per problemi familiari fa ritorno a Bergamo. Gioca la prima parte di stagione in Serie A, collezionando 2 reti in 13 presenze che portano il suo bilancio in nerazzurro a 17 reti in 90 gare.

IL FLOP AL NAPOLI E GLI ULTIMI ANNI

Nel gennaio 2005 Gautieri si trasferisce al Napoli, in Serie C1, e ha l'opportunità di far valere il proprio valore nella sua città d'origine. Le attese riposte nei suoi confronti sono molto alte, e il debutto, sotto la guida tecnica di Gian Piero Ventura, è incoraggiante. L'ala destra va subito in goal al San Paolo, con la maglia numero 10 sulle spalle, contro il Giulianova, ma la rete viene annullata.

Nella seconda giornata gli azzurri sfidano la Vis Pesaro in trasferta. L'ex Roma è abulico, svogliato, e non incide. La settimana seguente la squadra partenopea sfida la Fermana, Gautieri ha una reazione d'orgoglio e firma il goal del provvisorio 1-0. La gara termina 1-1 e il tecnico Ventura, attardato in classifica rispetto alla coppia di testa composta da Avellino e Rimini, viene esonerato da De Laurentiis.

Al suo posto in panchina arriva Edy Reja. Gautieri è confermato titolare sulla fascia destra anche dal tecnico goriziano, che lo schiera dal 1' pure nel successivo impegno contro la Virtus Lanciano. Ma la sua gara dura appena 13 minuti, visto che il giocatore partenopeo deve lasciare il terreno di gioco per infortunio.

Gautieri non indosserà più la maglia azzurra del Napoli: il giorno seguente arriva l'annuncio dell'addio al club campano dopo soltanto 5 presenze e un goal e del ritorno al Piacenza fino al termine della stagione 2004/05.

Per molto tempo i tifosi del Napoli si sono chiesti perché la sua avventura con la squadra della sua città d'origine sia durata così poco, e vengono fatte tante ipotesi. E come sempre in questi casi la verità arriverà per bocca del protagonista.

"Decisi di cambiare - dichiarerà in un'intervista a 'Calcionapoli24.it' -, non ero riuscito ad ambientarmi pur essendo napoletano. Tanti anni fuori si sono fatti sentire. Volevo essere corretto nei confronti di chi mi pagava e dell’ambiente ed ho preferito andarmene".
"Quando un giocatore non ha gli stimoli giusti per dare il massimo - spiegherà - , deve andare via e rinunciare qualcosa, come ho fatto io rinunciando ad un bello stipendio per andare a Piacenza. Se non stai bene, devi andare via".
"Sono orgoglioso di essere stato parte del progetto Napoli, anche se per poco. Ho vestito con fierezza la numero 10, una maglia importante".
"Con Ventura sono stato bene - preciserà -, sono stato bene anche con Reja e con De Laurentiis. Però qualcosa non andava per me, la società mi mise a disposizione tutto e di più, ma fui io a non sentirmi bene lì. Forse, essendo stato 20 anni fuori… Ho sentito il bisogno di cambiare".

Mentre il Napoli, sotto la guida di Edy Reja, inizia la sua risalita al vertice della classifica del Girone B di Serie C1, Gautieri chiude una stagione in tono minore con 9 presenze senza goal in Serie B con gli emiliani, che si piazzano noni. A fine anno si consuma così anche l'addio ai colori biancorossi, dopo un bilancio complessivo per lui di 16 reti in 113 partite in 3 anni e mezzo.

Alla soglia dei 35 anni la sensazione è che per l'ala destra sia iniziata la fase discendente della carriera. Ma Carmine ha ancora voglia di giocare: in estate si trasferisce a titolo definitivo al Pescara, fortemente voluto da Maurizio Sarri.

"Con Sarri c'è stato un grande rapporto - assicura Gautieri -, mi ha chiesto lui di venire al Pescara e grazie a lui sono migliorato tantissimo. Mi ha fatto crescere e anche tanto".

Nonostante l'età avanzata, il giocatore napoletano vive una stagione 2005/06 da titolare in Serie B, campionato in cui segna 2 reti in 33 presenze. Il Pescara termina a metà classifica, piazzandosi 11°.

Meno brillante è il suo secondo anno in Abruzzo: Gautieri, in una stagione molto travagliata per la squadra biancazzurra, con Ammazzalorso e Luigi De Rosa che subentrano in corsa a Davide Ballardini, vede il campo appena 17 volte. Il Pescara termina il campionato all'ultimo posto e retrocede in Serie C1.

Il 3 agosto 2007 Gautieri firma con il Francavilla, club che milita nel campionato di Eccellenza abruzzese, dove approda nel doppio ruolo di giocatore e responsabile tecnico delle Giovanili. Ma è una toccata e fuga, perché venti giorni dopo lascia la società per firmare da giocatore con il Sorrento, che disputa il campionato di Serie C1.

Con la maglia rossonera, la 13ª diversa indossata nella sua lunga carriera, vive la sua ultima stagione da calciatore. Il 2 dicembre 2007 realizza in trasferta con la Lucchese la sua ultima rete (sconfitta 2-1 per i campani). Gautieri conclude l'anno 2007/08 con 16 presenze e un goal, e all'età di 37 anni decide di ritirarsi dal calcio giocato.

Carmine Gautieri Varese Serie BGetty

ALLENATORE GIRAMONDO

Appese le scarpette al chiodo, Gautieri sceglie di restare nel Mondo del calcio e di intraprendere la carriera da allenatore. Il suo modulo base diventa il 4-3-3 di impronta zemaniana, il tecnico che più di tutti ha lasciato la sua impronta di gioco sul napoletano. L'allievo però, nel tempo, lo applicherà con più versatilità e minor rigidità rispetto al suo maestro.

Inizia dal Potenza come vice-Chierico con delega al Settore giovanile e dopo l'esonero dell'ex calciatore della Roma diventa l'allenatore dei lucani. L'esperienza si conclude però con l'esonero.

Da lì inizia un lungo girovagare su e giù per la penisola, che lo porterà a sedersi su altre 10 panchine diverse. L'esperienza in Sardegna alla guida dell'Olbia, dove subentra in corsa a Vullo nel 2009/10, è positiva, con un 8° posto finale in Lega Pro IIª Divisione.

Nel 2011, dopo una breve esperienza con gli allievi Nazionali dell'Empoli, è ingaggiato dalla Virtus Lanciano, con cui ottiene i successi più importanti da allenatore. Dopo il 4° posto nella stagione regolare, conquista infatti una storica promozione in Serie B vincendo i playoff e superando il Trapani nella doppia finale.

La società abruzzese gli rinnova il contratto per altri due anni, e Gautieri ottiene subito una salvezza in Serie B e si trasferisce al Bari, squadra che lo aveva visto protagonista anche da calciatore e con cui non si era lasciato bene. Dopo nemmeno un mese, però, rassegna le dimissioni per problemi famigliari.

Successivamente guida Varese e Livorno in Serie B, ma entrambe le esperienze si chiudono per lui con un esonero, che con i toscani arriva addirittura con la squadra in piena zona playoff. Nella primavera del 2016 riparte dal Latina, panchina sulla quale subentra all'esonerato Chiappini.

L'esperienza è positiva visto che riesce a conquistare la salvezza in Serie B all'ultima giornata. Nonostante una proposta di rinnovo sul tavolo, lascia il club e firma con la Ternana. Parte bene, con una vittoria, ma dopo 6 k.o. di fila arriva l'esonero in favore di Fabio Liverani.

Passato nel 2017/18 al Pisa, l'avventura in nerazzurro dura soli pochi mesi e si conclude con un esonero dopo una sconfitta nella Coppa Italia di Serie C, nonostante la squadra si trovi al 5° posto in classifica.

Nel 2019/20 assume in corsa la guida della Triestina, che porta ai playoff di Serie C dopo l'8° posto finale nella stagione regolare. Gli viene rinnovato il contratto per altri 2 anni ma nel novembre 2020 è esonerato dopo un pareggio in campionato col Carpi, nonostante il 5° posto in classifica.

L'esperienza più recente, dopo due anni, ha visto Gautieri assumere la guida tecnica dell'Avellino, subentrando a Piero Braglia nel febbraio 2022. Gli irpini arrivano quarti ma sono eliminati al Secondo turno dei playoff dal Foggia del suo ex maestro Zeman. Attualmente l'ex ala destra è in attesa di una nuova chiamata, e nel suo futuro ha sempre un grande sogno.

"Mi farebbe piacere un giorno tornare alla Roma - rivela in un'intervista radiofonica a 'Centro Suono Sport' -. Ho il telefono sempre acceso, se mi chiamano alle due di notte io alle cinque e mezzo sono a Trigoria. Tornerei in qualsiasi situazione".

Nella vita privata 'Gaucho' ha due figli, un maschio, Marco, diventato anche lui calciatore nel ruolo di difensore, e una femmina, Marianna, di professione modella. In quella professionale da allenatore, gli resta un unico rimpianto:

"Feci una cazzata ad andar via dopo un mese dal Bari - afferma a 'gianlucadimarzio.com' -... Ma non me la sentivo e penso che sia importante ascoltare il proprio istinto e i propri sentimenti…". 

Il suo carattere è rimasto quello vivace e istintivo di quando saltava in velocità gli avversari sulla fascia e a volte faceva arrabbiare i suoi allenatori.

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