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Carlos Valderrama, stravaganze e geometrie del 'Pibe' di Colombia

Tutti sanno probabilmente che Maradona era chiamato 'El Pibe de Oro', 'Il Ragazzo d'oro'. Più o meno negli stessi anni in cui l'argentino dimostrava la sua classe con il Barcellona prima e il Napoli poi, in Colombia un altro ragazzo di grande talento aveva lo stesso soprannome: 'El Pibe', e faceva parlare di sé per il suo grande talento. Il suo nome è Carlos Valderrama.

LA CARRIERA: BIG IN SUDAMERICA, FLOP IN EUROPA

Nato a Santa Marta, città sul Mar dei Caraibi nel Nord della Colombia, il 2 settembre 1961,  in una famiglia benestante e numerosa composta da mamma, papà e 10 fratelli , grazie al padre Carlos Jaricho, insegnante di matematica ed ex calciatore professionista con l' Union Magdalena, la squadra della sua città, si innamora ben presto del calcio ma non sottovaluta gli studi, che hanno in lui la priorità.

Soltanto dopo essersi diplomato, infatti, all'età di 18 anni, Carlos, decide di diventare un calciatore professionista ed entra a far parte dell'Union Magdalena, la stessa in cui suo padre aveva giocato come difensore centrale. Carlos ha però una classe innata e un'eccezionale visione di gioco, nonostante difetti nella velocità, e così viene utilizzato da subito come centrocampista offensivo per sfruttarne l'abilità nei passaggi e nella costruzione dell'azione.

Il 1979 è per lui una sorta di anno rivoluzionario nella sua esistenza : per simboleggiare il passaggio alla maggiore età, Valderrama decide infatti di rivoluzionare il suo look: si fa crescere i capelli ricci in stile afro e li tinge di biondo platino lasciando neri i folti baffoni . Il tutto per dimostrare di essere un uomo libero.

Allo stesso anno risale anche l'appellativo di 'El Pibe', attribuitogli da suo padre perché con quel nome Valderrama era chiamato dal suo allenatore Rubén Deibe. Carlos per 3 stagioni gioca in rossoblù assiema al cugino Didì, e colleziona 94 presenze e 5 goal, passando poi, nel 1984, ai Millonarios di Bogotà, ai tempi la squadra più blasonata del Paese. 

Il passaggio dalla provincia alla capitale si rivela però problematico per il giovane numero 10, che dopo un solo goal in 33 presenze si trasferisce in forza al Deportivo Cali.  Con 'Los Verdiblancos' 'El Pibe' trova la sua dimensione definitiva, sforna assist a ripetizione per i compagni e inizia a segnare anche tanto. Il suo anno migliore è il 1985, quando segna 13 goal e trascina la sua squadra nelle prime posizioni della classifica e in Copa Libertadores, che giocherà nelle due stagioni successive.

Valderrama Germany Colombia 1994 World CupBongarts

Valderrama, con la sua folta chioma bionda, il passo cadenzato e i numeri d'alta scuola è ormai un fenomeno pronto a varcare i confini nazionali. Intanto il 27 ottobre 1985 fa il suo debutto anche con la Nazionale colombiana  in una gara di qualificazione ai Mondiali 1986 contro il Paraguay. Nel 1987 diventa il leader dei Cafeteros, e con Higuita dà spettacolo in Copa America. La Colombia giunge in semifinale, ma è eliminata dal Cile.

Può però giocarsi il 3° posto contro i padroni di casa dell'Argentina. Ed è con l'Albiceleste campione del Mondo di Maradona che 'El Pibe' (quello con la chioma biondo platino) gioca in assoluto una delle migliori partite in carriera. L'apparente lentezza è mascherata con continue giocate a due tocchi, verticalizzazioni entusiasmanti e giocate imprevedibili. Il numero 10 dei Cafeteros è votato addirittura 'Miglior giocatore del Torneo' proprio davanti a 'Re Diego', per una volta scalzato dal trono. Eduargo Galeano lo definisce come 'un fuoriclasse dai piedi storti', citazione rimasta storica. Grazie alle grandi prestazioni in Copa America a fine anno vince il Pallone d'Oro Sudamericano, diventando il primo calciatore colombiano a riuscirci.

L'anno seguente può dunque varcare l'Oceano Atlantico per sbarcare in Europa, in Ligue 1, con l'emergente Montpellier.  Con lui in squadra ci sono Blanc, Julio Cesar (il difensore), Eric Cantona e Roger Millan, ma l'impatto con il calcio francese non è quello che Valderrama immaginava. Il colombiano illude nel precampionato ma le stagioni in Francia sono caratterizzate da alti e bassi. Le prestazioni più importanti 'El Pibe' di Colombia le regala in Coppa di Francia 1989/90, risultando decisivo nella semifinale con il Saint-Etienne, con la squadra che senza di lui conquista poi il trofeo.

Il numero 10 colombiano si guadagna anche l'appellativo di 'Gullit biondo', per una vaga somiglianza fra la sua e la capigliatura dell'olandese. Al look stravagante aggiunge i numerosi braccialetti e collanine con cui ama adornarsi. Con la Colombia si qualifica ai Mondiali di Italia '90 e ancora una volta dà spettacolo nella sfida contro la Germania Ovest, sulla carta la più difficile, grazie a un assist 'impossibile' per l'1-1 di Rincon che qualifica i Cafeteros agli ottavi di finale come terzi nel Gruppo D. Ma il cammino dei sudamericani si interrompe contro il Camerun, che a Napoli si impone 2-1 con lo scatenato Milla che fa vivere una giornata amara a Higuita.

Dopo i Mondiali e  5 goal complessivi in 91 presenze con il Montpellier,   nel 1991 approda nella Liga spagnola, sposando il progetto del Valladolid colombiano. Ma la squadra che vede Maturana in panchina, René Higuita fra i pali e e Leonel Álvarez a centrocampo non decolla e a fine stagione retrocede in Segunda División piazzandosi penultimo. Valderrama comprende che il calcio europeo non fa per lui e decide così di far ritorno in patria. Fa una breve esperienza con l' Independiente di Medellin, ma è con l' Atletico Junior di Barranquilla che 'El Pibe' conquista il titolo colombiano nel 1993 e nel 1995.

Il 1993 è il suo anno migliore, gioca e incanta nelle qualificazioni ai Mondiali 1994. Al Monumental di Bueons Aires con una prestazione ancora una volta super, dirige con maestria il centrocampo dei Cafeteros nello storico 5-0 sull'Argentina che lo consacra come big del Sudamerica. Nello stesso anno arriva un nuovo 3° posto nel torneo continentale e il 2° Pallone d'Oro sudamericano della sua carriera che lo issa nell'albo d'oro del premio a pari merito con Maradona dietro soltanto a Figueroa e Zico (3 vittorie ciascuno).

La Colombia di Valderrama arriva ai Mondiali di USA '94 come potenziale grande sorpresa. Tuttavia il clima di tensione e paura che avvolge il Paese dopo la morte del re del narcotraffico Pablo Escobar, porterà a forti minacce al Ct. e ad alcuni componenti della Nazionale, determinandone il fallimento. Il difensore Andrés Escobar, fra i migliori componenti della rosa, a causa di un autogoal nella sfida decisiva con gli Stati Uniti padroni di casa, verrà assassinato al rientro in patria.

La sua morte segna anche 'El Pibe', che dopo un'assenza volontaria dai campi torna in auge nel 1995 con il secondo titolo colombiano della carriera. Poi decide di emigrare negli Stati Uniti e nel campionato MLS,  in cui gioca quasi ininterrottamente 8 stagioni (l'unica parentesi è un breve ritorno al Deportivo Cali nel 1996/97), e di cui diventa una delle stars con le maglie di Tampa Bay, Miami Fusion e Colarado Rapids. Con questi ultimi si ritira alla soglia dei 42 anni nel 2002  da vero mito, universalmente conosciuto in tutto il mondo per il suo look, e in Sudamerica anche per i suoi successi. Nell'MLS è a tutt'oggi il detentore del record assoluto di assist, ben 114.  

Quattro anni prima, nell'estate 1998, si era congedato dalla Nazionale colombiana, con la partecipazione ai Mondiali di Francia '98 che lo vedono congedarsi alla sua maniera con l'assist per Preciado nell'unica vittoria con la Tunisia. L'ultima partita, è il k.o. per 2-0 con l'Inghilterra, che lo issa come primatista assoluto di presenze con i Cafeteros (111 con 11 goal).

Dopo il ritiro, il 1° febbraio 2004 ha organizzato la sua partita d'addio al calcio, cui hanno partecipato diversi campioni sudamericani, che hanno voluto rendergli il loro tributo.

Carlos Valderrama GaleríaHenri Szwarc/Bongarts/Getty Images

IL CARCERE, LA 'PALPATA' DI MICHEL, LA FOLLE PROTESTA

La carriera e la vita di Carlos Valderrama sono costellati da un susseguirsi di  episodi a volte drammatici, a volte curiosi e divertenti, che hanno contribuito ad arricchire la sua leggenda. A 20 anni, nel 1981, l'aggressione a un agente di polizia gli costa 4 giorni di carcere.

A livello sentimentale, Valderrama si lega all'età di 17 anni a  Claribeth Albán.  I due però si separano e divorziano per i frequenti tradimenti del calciatore, che sposa in seconde nozze Elvira Redondo. Il legame sentimentale fra i due è solido e la coppia è tutt'oggi molto affiatata. Di recente ha fatto anche visita a Papa Francesco in Vaticano.

Valderrama dalle sue due mogli ha avuto 6 figli, 3 dalla prima e 3 dall'attuale compagna di vita. Nel 1995 'El Pibe' si sottopone all'esame del DNA, che conferma che il calciatore ha avuto un altro figlio da una relazione con la giornalista Emelina Ruge Tapias, risalente a quando giocava con l'Independiente di Medellin.

Quando 'El Pibe' approda in Europa, poi, la sua esperienza in Spagna nel Valladolid è ricordata più per un episodio 'hot' che per le sue prestazioni con la maglia biancoviola. 

È l'8 settembre 1991 e allo Stadio Santiago Bernabeu si gioca la sfida della seconda giornata della Liga fra il Real Madrid e i biancoviola.  Su un calcio d'angolo dalla destra per gli ospiti, quando in area si formano i consueti accoppiamenti in marcatura, Valderrama non crede ai suoi occhi quando vede il suo marcatore Michel che, posto davanti a lui, con la mano destra gli 'palpa' a più riprese i gioielli di famiglia.

Il corne battuto da Fonseca non sortisce effetto, ma il colombiano, incredulo, si rivolge all'arbitro, che in un'epoca in cui il VAR non era nemmeno pensabile, gli spiega di non aver visto nulla. L'episodio emerge soltanto due giorni dopo la partita attraverso le immagini televisive, che fanno il giro del Mondo e hanno grande clamore anche in Italia. È di fatto uno scandalo senza precedenti , anche perché il giocatore del Real Madrid non chiarisce l'accaduto.

"Sono goliardate che si fanno fra calciatori e che molti non vogliono capire", dichiara. "Sono cose che accadono in campo, non credo che sarà sanzionato per questo" , gli fa eco il compagno di squadra Sanchís.

La tesi prevalente è quella del tentativo di provocare l'avversario. I due giocatori avevano avuto  diversi scontri durante tutta la partita, con la palla in gioco e a gioco fermo, in una gara non particolarmente emozionante vinta 1-0 dai Blancos con rete di Aldana. Altri, con maggiore malizia, pensano invece che il calciatore del Real abbia voluto sollevare dei dubbi sulla virilità del colombiano. Quando le immagini mostrano l'accaduto, scoppia un putiferio.  

Molti giornali aprono con la notizia: "La palpata ai genitali di Michel a Valderrama avrà degli strascichi" Gonzalo Gonzalo, il presidente del Valladolid, va all'attacco.

"Non capisco l'atteggiamento di Michel. Se gli piacciono gli uomini dovrebbe andare da qualche altra parte a fare queste cose di nascosto, non davanti a migliaia di persone ".

Incredulo anche il tecnico dei biancoviola Francisco Maturana.

"Michel ne esce malissimo davanti al mondo del calcio. - afferma - Nella mia carriera non mi era mai capitato nulla di simile".

Carlos Valderrama GaleríaPaolo Bruno/Getty Images

Alla fine la Commissione disciplinare della Liga punisce il centrocampista del Real Madrid con una multa per l'accaduto, spiegando che "si trovava alla sinistra di Valderrama e, di spalle al suo avversario, con la mano destra, ha toccato con quest'ultima in due occasioni le sue parti intime".

Solo nel 2017 lo stesso Michel, che in seguito ha fatto pace con il colombiano, ha spiegato cosa successe quel giorno con Valderrama.

"Dopo un fallo di gioco disse a un nostro giocatore che non parlava spagnolo, Prosinecki: 'Ma toccami le palle'. Io gli risposi che non doveva prendersela con lui, perché era stato Hierro l'autore del fallo. E lui ha replicato: 'Toccamele anche tu...'. Al che io gli ho detto: 'Sì, te le toccherò'. E così ho fatto. Ma perché dicono che volevo provocarlo? Me ne sono innamorato!".

Sempre con tono scherzoso, Michel, ai tempi in cui era allenatore del Malaga, ha raccontato di un incontro al Camp Nou con Valderrama e sua moglie.

"Mentre mi avvicinavo a entrambi, ho sentito Valderrama mormorare: 'Guarda, ecco che arriva il mio ragazzo'. Così sono andato da sua moglie e gli ho detto: 'Ehi, lo porto via!'. Stava morendo dalle risate! ".

Di recente Valderrama è tornato a scherzare sull'accaduto e in uno spot sulla lotta contro il cancro ai testicoli in cui ha fatto da testimonial, conclude dicendo:

" Grazie Michel per avermi toccato i testicoli ".

Ma Valderrama ha vissuto nella sua carriera anche periodi difficili. Come quando a inizio 1994 si lesiona il ginocchio e rischia di perdere i Mondiali negli Stati Uniti. Il momento più difficile è però la morte di Andrés Escobar. Lo shock che provoca in Valderrama è molto forte e il centrocampista pensa a un ritiro anticipato. Dopo alcuni mesi, però, ritorna sui suoi passi.

Intrapresa la carriera di dirigente dell'Atletico Junior dopo l'addio al calcio, nel 2007 Valderrama è protagonista di un episodio controverso. Nella gara persa contro l’America di Calì (3-1) l’ex capitano della Colombia ha avuto infatti uno scontro verbale durissimo con l’ arbitro Oscar Julian Ruiz. In seguito ad alcune decisioni del direttore di gara non gradite, Valderrama ha cominciato a insultarlo ripetutamente. Non soddisfatto, dopo essere stato espulso in seguito alle nuove proteste per l’assegnazione di un calcio di rigore, gli ha sventolato in faccia alcune banconote dandogli del corrotto. Sugli spalti scoppiano tafferugli e il campo dell'Atletico Junior è squalificato per una giornata. La stangata è arrivata tuttavia soprattutto a carico dell'ex numero 10, che è stato squalificato per 10 giornate e ha dovuto pagare una multa di 4 mila euro.

Al di là di questi fatti e del look bizzarro, che abbandona per un breve periodo per mostrarsi su Instagram in versione capelli lisci, Valderrama è ricordato ancora oggi come uno dei giocatori sudamericani più forti fra gli anni '80 e '90 del secolo scorso. Lo stesso Pelé lo ha inserito fra i 100 giocatori viventi più forti di sempre. Anche per questo, nella sua città, Santa Marta, è stata eretta una statua in suo onore.

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