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Joel Campbell Frosinone 2018-19Getty

Campbell a Goal: "Il Frosinone non è spacciato, ma la Serie A è un inferno"

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Joel Campbell ha solo ventisei anni ma potrebbe tenere una lezione all'università sul calcio europeo. Già, perché l'attaccante costaricano del Frosinone, dopo aver esordito in patria, abbagliato gli osservatori di mezzo mondo nella Coppa America del 2011, ha cominciato a girare l'Europa: viene acquistato dall'Arsenal, che lo gira in prestito al Lorient in Francia.

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Poi Siviglia, in Spagna, al Betis, Olympiakos in Grecia, di nuovo Arsenal in Inghilterra e di nuovo Spagna, questa volta al Villarreal. Dopo l'ennesimo rientro alla base ai Gunners, un passaggio allo Sporting Lisbona, una fugace riapparizione in sede a Londra prima di prendere una decisione importante e decidere di fare un’altra esperienza, in un campionato nuovo, la Serie A.

A Frosinone, però, Joel non si sente di passaggio, piuttosto vorrebbe mettere radici:

"Sono stato accolto benissimo, dal club, dai compagni e dai tifosi. L'ambiente è sano, siamo molto uniti e in Italia si vive benissimo: mi piace lo stile di vita, la cucina, tutto. Il campionato, poi, è uno dei migliori d'Europa, la competizione è molto agguerrita e la qualità è alta. Sono molto soddisfatto della scelta che ho fatto".

Tuttavia, Campbell sa benissimo che tutto questo potrebbe non bastare, serve qualcosa di più:

"Molti ci danno per spacciati, ma noi alla salvezza ci crediamo. Lottiamo giorno dopo giorno, abbiamo un gruppo forte, compatto e le distanze da chi ci precede non sono così ampie. Nel calcio cambia tutto velocemente, anche i giudizi: bastano un paio di vittorie e tutto torna in discussione".

Di certo l'attaccante ex Arsenal non si aspettava una prima parte di stagione così difficile, né un campionato italiano così tosto:

"Mi avevano detto che il calcio italiano era complicato, ma non immaginavo così tanto: l'ho scelto anche per questo, perché per me era un'opportunità di crescita personale e professionale. E' vero, però, che per un attaccante è davvero un inferno (sorride, ndr). E poi tutte le partite sono una battaglia, tutte le squadre sono molto organizzate, ci sono pochissimi spazi e fare goal è sempre un'impresa".

A lui che i tornei europei li ha giocati praticamente tutti, non possiamo non chiedere quale sia la particolarità di quello italiano rispetto agli altri:

"Tutti dicono che il vostro calcio sia molto tattico, ed è vero, ma ce ne sono altri in cui la tattica è importante, come ad esempio quello francese. Secondo me la cosa che rende unico il vostro campionato è la fase difensiva: mentre all'estero magari ci si concentra sui movimenti della difesa, qui da voi è tutta la squadra che difende in fase di non possesso palla e poi riparte quando la conquista. Il campionato francese è influenzato dalla freschezza, dalla forza e dall'atletismo dei giovani che ci giocano, molti dei quali di origine africana che aggiungono grande fisicità, in Spagna si privilegia la tecnica, mentre in Inghilterra si fa poca tattica e si punta molto sull'intensità".

Joel Campbell PS

A proposito di Inghilterra, Joel ha avuto l'occasione della vita, potendo essere allenato da un maestro come Wenger e avendo la possibilità di giocare in un Arsenal infarcito di campioni. Probabilmente non è andata come sperava, ma ovviamente l'esperienza è stata di quelle indimenticabili:

"Potersi allenare e poter giocare con quei fenomeni è stato eccezionale, Wenger è un tecnico abbastanza taciturno, ma mi piaceva perché era uno che lasciava grande libertà ai suoi giocatori in campo: credeva molto nei calciatori più tecnici e cercava di metterne più possibile nella formazione titolare. Purtroppo non è andata come speravo, ma non ho nessun rimpianto, perché ho cercato di sfruttare al massimo le opportunità che mi sono state concesse e personalmente non credo di aver fatto male quando sono stato chiamato in caua. Quest'estate pensavo di poter rientrare nel progetto di Emery, ho anche parlato con il mister e la società: ero convinto di poter fare bene in un'idea di calcio tecnico come quella del mister spagnolo, ma il club è stato di avviso diverso. Peccato, ma il calcio è questo. Mi resta un'esperienza eccezionale che non dimenticherò mai, perché il calcio inglese è qualcosa di "gigantesco", l'ambiente è eccezionale e si vivono emozioni uniche".

A Frosinone, però, si respira un po' aria di Premier, con lo stadio di proprietà e una tifoseria molto calda:

"E' vero, qui è tutto molto professionale: il club è molto presente, si occupa di tutto quello di cui i giocatori hanno bisogno, lo stadio è un gioiellino e i tifosi sono molto caldi. Direi più sudamericani che inglesi, perché sono molto passionali e ci supportano sempre, sia nei momenti buoni che in quelli più difficili. C'è lo spirito giusto in campo e fuori per fare grandi cose".

All'Arsenal, tra i tanti campioni con cui Campbell ha giocato, c'era anche un certo Aaron Ramsey, di cui si parla tanto in chiave Juve ultimamente...

"Se la Juve lo prende davvero, fa un grandissimo acquisto, perché Ramsey è un grande giocatore e un bravissimo ragazzo. E' il prototipo di quello che in Inghilterra definiscono un "box to box player", in grado di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo. Con lui la Juve diventerebbe ancora più forte".

Una Juve che sembra candidata a spazzare la concorrenza in Italia per poi dare l'assalto alla Champions:

"Credo che in Italia abbia poche rivali, perché si tratta di una squadra fortissima nell'undici titolare, ma che anche in panchina ha gente che sarebbe titolare in qualsiasi altra squadra. Poi c'è Ronaldo che è un giocatore unico, diverso da tutti gli altri. Quando in una formazione già forte aggiungi il miglior giocatore al mondo - insieme a Messi, ovviamente - è chiaro che diventi automaticamente una delle favorite per la vittoria della Champions. Lì, però, ci giocano le migliori squadre in assoluto, per cui non sarà semplice. In ogni caso la Juve ha davvero tutto per riuscirci...".

La salvezza, invece, è un po' la Champions del Frosinone e Joel Campbell vuole essere il trascinatore:

"Il popolo del Frosinone si merita questa soddisfazione e noi faremo di tutto per renderli orgogliosi di noi".

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