Nella sua carriera Benjamin Pavard ha vinto tutto quello che un calciatore vorrebbe vincere: ha alzato al cielo la Coppa del Mondo con la Francia e la Champions League con il Bayern Monaco, ha messo in bacheca svariati titoli in Bundesliga. Questo, però, dal punto di vista professionistico.
Dal punto di vista umano gioie simili devono trovar posto in un insieme ben più complesso del semplice "scaffale" su cui mettere un trofeo: c'è un mondo "particolare", che si riferisce alla psiche di ognuno, che va maneggiato con cura.
Quello di Pavard è diventato drammatico, a un certo punto. Il terzino del Bayern e della Nazionale francese si è raccontato a 'Le Parisien', aprendosi senza filtri, riferendosi a uno dei periodi più difficili della sua vita.
"La mia testa non era a posto: all'inizio ti dici che non è nulla, che passerà, ma quando vedi che continua e che vai ad allenarti senza il sorriso, dici che devi reagire".
Pavard si riferisce al periodo successivo allo scoppio della pandemia da Covid-19, che a livello mondiale ha avuto anche effetti a livello della psiche.
"Come tutti sono umano e anche se ho una casa meravigliosa, ho bisogno di contatto umano. Mi svegliavo e non avevo fame: provavo a prendermi cura di me stesso. Non mi piace la parola, ma si trattava di depressione".
Perché prima del professionista c'è sempre l'uomo: e quando si fa i conti con la propria testa, e questa non risponde bene, non è facile.
"Adesso va molto meglio, ne sono uscito fuori come un uomo migliore. Mi ha cambiato".


