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Gigi Buffon JuventusGetty Images

Buffon a DAZN: "La vera Juve di Sarri si vedrà l'anno prossimo"

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Sarri, Cristiano Ronaldo e la Juventus ma anche l'Inter di Conte e la 'sorpresa' Lazio. Nell'intervista concessa a DAZN all'interno del documentario 'Countdown', che ci prepara al ritorno della Serie A, Gianluigi Buffon affronta tutti i temi più caldi del momento.

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Il portierone della Juventus difende Sarri dalle critiche piovute in questa stagione, spiegando le difficoltà incontrate dal nuovo tecnico.

"Il mister secondo me ha inciso e lo si è visto purtroppo a sprazzi per varie vicissitudini. Il primo mese lo abbiamo perso per tantissimi giorni perché ha avuto quel fastidio di salute molto intenso. Quelli in genere sono giorni in cui un allenatore dà il proprio imprinting alla squadra e lui è venuto meno per quasi un mese. Non ha avuto la possibilità di esprimere tutto il suo sapere. Credo che nel prossimo anno avremo l’opportunità di vedere il vero Sarri e la vera Juve di Sarri. Dopo tanti anni di un certo lavoro, quando poi si va a cambiare, gli stimoli individuali e la volontà di farsi trovare pronti e belli reattivi alle indicazioni di un nuovo allenatore fanno sempre la differenza".

Non sono mancati d'altronde sprazzi di 'sarrismo' come Juventus-Napoli dell'andata, quando soprattutto nel primo tempo i bianconeri hanno letteralmente dominato chiudendo avanti di tre goal.

"Abbiamo giocato 45 minuti di un livello altissimo per intensità, velocità e circolazione di palla e giocate nello stretto. Un qualcosa che magari ci ha allontanato da quella che era la visione della Juve degli ultimi 8-9 anni".

Quindi si passa al capitolo Cristiano Ronaldo. Un vero e proprio extraterrestre che ha stupito anche Buffon.

"È un campionissimo della storia calcistica, è innegabile. È un giocatore con una determinazione, una ferocia, una mentalità che ho riscontrato, a oggi, in nessuno... Se a 35 anni è ancora su questo palcoscenico e riesce spesso a fare la differenza e a risultare determinante è sicuramente merito delle doti che madre natura gli ha dato, ma anche della sua differenza mentale rispetto a tanti altri giocatori. Reazione in Juve-Milan? La reputo una reazione più che normale. Un campionissimo come lui non ama essere sostituito. Questa sua reazione quindi dimostra che abbiamo a che a fare con un giocatore straordinario, con un orgoglio straordinario che ci tiene a non fare “brutte figure”.

Un altro giocatore fondamentale per le sorti della Juventus è Paulo Dybala.

"Lo vedo benissimo. Ha la consapevolezza di poter essere determinante sia partendo dall’inizio o entrando a partita in corso... Per noi avere un Paulo in questa condizione è una manna".

Il numero 1 invita poi i compagni a non dare per spacciata l'Inter di Conte che secondo Buffon lotterà fino in fondo per lo Scudetto.

"Lo conosco benissimo e so che se la giocherà fino alla 38esima giornata. Inter-Juve? L'attendevamo con trepidazione perché era un banco di prova importante. È stato fondamentale dare un segnale di forza. Lautaro e Lukaku sono un tandem d’attacco perfetto e ideale per il gioco che vuole esprimere l’Inter di Antonio Conte":

Senza ovviamente dimenticare la Lazio che per Buffon non può essere definita una sorpresa.

"Per me non è una sorpresa. Piuttosto mi ha sorpreso negli altri anni perché ha abdicato troppo presto a un ruolo da protagonista. Con l’allenatore che ha, con i giocatori che ha, almeno quei 12-13, secondo me è una squadra che, magari quest’anno sta sovraperformando, però non mi sta sorprendendo perché ho una grande stima di loro. Lazio-Juventus 3-1? È stato un risultato frutto delle situazioni a noi sfortunate e a loro fortunate. Una partita nata male e finita male".

Buffon infine spiega le sue sensazioni da secondo dopo una carriera da numero 1 indiscusso e spiega perché sia stato giusto ripartire.

"Credo sia anche un discorso sociale, che realmente possa dare spinta a tutta la nazione e che possa regalare qualche emozione a tutta la gente. Quest’anno giocando di meno è normale che, quando scendo in campo, abbia il serbatoio carico di emozioni. Secondo me il vero segreto per poter performare bene è il fatto di dover rinunciare alla quantità di partite che, per la maggior parte, non ti prendono l’anima e rispondere in maniera intensa e viva ogni volta che vieni chiamato in causa. Mi sento ancora bene e do delle risposte importanti".
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