Pubblicità
Pubblicità
Roman Abramovich ChelseaGetty

Bellinazzo a GOAL: "Il problema del Chelsea sono i prestiti, il Barça può ingaggiare Kessié"

Pubblicità

Quale futuro per il Chelsea? E' la domanda che tutti, nel mondo del calcio, si pongono dopo le sanzioni del Governo britannico nei confronti dell'oligarca russo Roman Abramovich, proprietario del club, legate al conflitto tra Russia e Ucraina.

Campioni d'Europa e del Mondo in carica, i Blues sono stati letteralmente catapultati in una dimensione "parallela" in poche settimane, a un passo dal buco nero: Abramovich ha messo in vendita il club, le sanzioni del Governo, però, bloccano l'eventuale cessione societaria e le normali operazioni come prevendita dei biglietti ai tifosi sono, al momento, congelate in attesa di capir meglio quel che può accadere in futuro. Lo stesso Petr Cech, ex portiere consulente del club, ha espresso perplessità sulla situazione di una delle Big del calcio mondiale, ammettendo di vivere "giorno per giorno".

Abbiamo provato a mettere un po' di ordine sulla questione. Intervenuto nel corso di "Euro Trip", format in onda sul canale Twitch di GOAL Italia, Marco Bellinazzo, giornalista de "Il Sole 24 Ore", ha fatto chiarezza su alcuni aspetti.

"E’ stato dato mandato a una società americana di raccogliere entro il 18 marzo tutta una serie di eventuali proposte: ne sono arrivate tante secondo le indiscrezioni giornalistiche, sia da parte di investitori individuali che hanno creato di consorzi, sia da parte di società dell’area mediorientale. Oggi si parla di questa offerta di una società di media company saudita che non sarebbe formalmente collegata né alla famiglia regnante né al PIF che ha comprato il Newcastle. Potrebbe in teoria acquisire un altro club senza creare problematiche di multiproprietà. Si parla di un’offerta di 2,7 miliardi, ma oggi c’è grande confusione su quelle che potrebbero essere le proposte in pole position per rilevare il club".

Un punto chiave è quello che riguarda l'attuale situazione debitoria del Chelsea: negli anni, come spiega Bellinazzo, la forza economica del club è stata rafforzata attraverso prestiti da parte delle società di Abramovich e non attraverso ricapitalizzazioni.

"Molto si gioca intorno a quello che è il problema dell’indebitamento della società, perché in questi anni il modello di sostegno finanziario della proprietà non era avvenuto attraverso aumenti di capitale, che quindi andavano a rafforzare il patrimonio del club, ma attraverso prestiti. Si è passati da 200-300 milioni di sterline che avevano contrassegnato la “fase di rilancio” a una situazione più cospicua negli ultimi tempi, parliamo di quasi 1,5 miliardi di sterline al 2021, e prima che venisse congelato il patrimonio dell’oligarca russo ci sono state dichiarazioni importanti di Abramovich che, probabilmente nel tentativo di evitare conseguenze peggiori che non sono state poi evitate, ha dichiarato che avrebbe rinunciato alla restituzione dei soldi dei prestiti, perché chiunque dovesse comprare il club avrebbe da restituire in teoria questo denaro all’oligarca perché è un debito che il club ha nei confronti delle società di Abramovich. Lui rinuncerebbe a questa somma e in più ha affermato che l’utile netto di un’eventuale cessione del Chelsea sarebbe poi destinato alle popolazioni colpite dalla guerra. Ma bisogna capire cosa intende per “utile netto”, visto che ha comprato il club nel 2003 per circa 150 milioni di sterline e che ora al netto di questi prestiti vale tra i 2-2,5 miliardi di sterline".

Nelle ultime ore il calcio inglese si è apertamente schierato contro Abramovich e la gestione societaria dell'oligarca russo. Una delle ultime dichiarazioni in ordine di tempo è quella di Steve Gibson, presidente e proprietario del Middlesbrough, che al Times ha letteralmente affermato che "per 19 anni il denaro corrotto ha alimentato il successo del Chelsea".

"Al momento è questa la situazione con questa deadline del 18 marzo. Ne era stata fissata un’altra settimana scorsa, ma le novità che sono subentrate hanno fatto slittare il termine. Per le sanzioni diventa complicatissimo operare giorno dopo giorno e svolgere le sue attività ordinarie come allestire una partita. Gli inglesi si svegliano un po’ tardi per quello che riguarda le commistioni del mondo degli oligarchi russi. Sarebbe lunghissimo ripercorrere la storia degli investimenti a Londra e nelle attività imprenditoriali inglesi effettuati dagli oligarchi russi. Abramovich è stato pioniere e colui che ha cambiato il corso del Football moderno, perché l’acquisto del Chelsea del 2003 ha cambiato un po’ le strategie mondiali. Un po’ quello che alla fine degli anni ’80 inizio anni ’90 avvenne in Italia con l’avvento di Berlusconi nel Milan. Insomma, un modello che ha portato il Football a diventare sempre più industria e ad assurgere al dominio planetario e le politiche di "Softpower" del Governo russo a investire massicciamente nel calcio e nello sport per accreditare il regime neozarista in Occidente".

Come spiegato da Marco Bellinazzo, il "modello Chelsea" è stato importante per le politiche di "Softpower" del governo di Vladimir Putin.

"Credo che sia stata opportuna la reazione del mondo del calcio perché il regime putiniano ha utilizzato pesantemente lo sport come strumento di "Softpower", o “Sportwashing” in maniera più spudorata. E’ chiaro che in questi giorni si sta colpendo pesantemente un club e i suoi tifosi. Il Governo si è espresso sui cori dei tifosi nei confronti di Abramovich, definendoli “inopportuni”, andando contro quello che è il sentimento popolare dei tifosi dei Blues, creando un po’ di distonia con quelli che erano state le posizioni del Governo inglese nei confronti della Superlega. Boris Johnson si era mostrato fautore del ritorno di un calcio popolare".

In ogni caso, a farne le spese saranno i tifosi, mentre il calcio inglese, indignato per la situazione legata all'oligarca russo, potrebbe ritrovarsi con una nuova proprietà saudita che aprirebbe a un nuovo dibattito sulla questione morale.

"Le sanzioni sono giuste, legittime, ma nel caso del Chelsea credo che si stia un tantino esagerando con quelle che sono pressioni che stanno portando a un’espropriazione del club, con il pericolo che questo vada a danneggiare il club e i tifosi indipendentemente da quello che farà Abramovich. Obbligare in tempi rapidissimi a una cessione vuol dire non avere contezza piena di quelli che sono i compratori, perché poi oggettivamente se il Chelsea dovesse finire da Abramovich in mani saudite, così come il Newcastle, non è che si passerebbe in una dimensione più democratica del proprietario".

Nel corso di "Euro Trip" spazio anche alla situazione del Barcellona che, come spiegato dallo stesso Marco Bellinazzo su "Calcio & Business", blog de "Il Sole 24 Ore", ha chiuso con un tetto di spesa negativo di 144,35 milioni di euro.

“Bisogna fare un po’ di chiarezza quando si parla di salary cap nella Liga, altrimenti ci si confonde con le strutture americane. La Liga ha introdotto un sistema di controllo periodico dei costi più stringente per il quale dopo ogni sessione di calciomercato si calcola l’impatto delle operazioni sul sistema di costi in rapporto a due fattori: da un lato al livello dei ricavi prospettato o raggiunto, dall’altro al livello di indebitamento dello stesso club distinguendo prestiti a breve termine (meno di 12 mesi) o di altro tipo (oltre i 12 mesi). Questo insieme di fattori fa sì che si individui un margine positivo entro cui il club può fare operazioni di calciomercato, aggiungere ulteriori ingaggi o elevare il livelloo di salary cap. Per il Real Madrid, ad esempio, si va oltre i 700 milioni di margine, perché nelle sessioni recenti il club ha operato poco sul mercato e utilizzato giocatori già presenti in rosa, quindi ha accumulato spazio e bonus. Il Barcellona viceversa, che viene da un bilancio tra i peggiori nella storia del calcio europeo in termini di rosso, -450 milioni d euro al 30 giugno 2021, avendo un indebitamento superiore al miliardo, di fatto non ha più spazio. E non solo: di fatto opera in deficit e deve recuperare su questa massa”.

Come si legge dal blog, il Director General Corporativo, Javier Gomez, ha ammesso che "il Barcellona sta facendo contratti con l'articolo 100", cioè la regola per cui i club che operano al di sotto del limite salariale possono tesserare giocatori a patto che la spesa non ecceda il 25% della riduzione dei costi della rosa. Come è possibile, quindi, che si parli di offerta da 20 milioni lordi a giocatori?

“Il margine della sessione estiva lo si vedrà nel bilancio consuntivo del prossimo calciomercato, a settembre/ottobre, quando verrà aggiornato il livello di capacità di spesa. Il Barcellona ora si muove nell’ottica di trovare risparmi da qui fino al 30 giugno 2022, ovvero quando si potranno fare mosse che libereranno massa salariale. Il club ha in programma che entrino in vigore nuovi contratti di sponsorizzazione, ma anche accordi di naming rights dello stadio, attraverso il progetto Espai Barça. Si parla molto dell’accordo con Spotify che potrebbe valere 30/40 milioni di euro l’anno, ad esempio".

Tra i nomi "caldi" per il prossimo mercato anche quello di Franck Kessié, che proprio grazie a questi accordi potrebbe essere un ingaggio fattibile nonostante il deficit.

"Il Barça ad oggi ha una serie di problemi dovuta a scelte scellerate di gestione e probabilmente atti non proprio legittimi dal punto di vista del diritto societario, tanto che è stata avviata un’azione di responsabilità verso l’ex presidente Bartomeu da parte dell’attuale dirigenza. Ricordiamoci però che poco prima della pandemia il club aveva raggiunto il maggior fatturato in Europa e, senza pandemia, da cronoprogramma avrebbe dovuto superare il miliardo nel 2021. Questo “giustificava” anche una massa salariale da 400 milioni, anche se non le spese folli. Con la contrazione dei ricavi e le inefficienze svelate dalla nuova proprietà, i nodi sono venuti al pettine. Ciononostante il Barcellona ha cambiato volto, operando sia in entrata che in uscita, cedendo in prestito Coutinho, venendo meno il contratto di Aguero, ha creato dello spazio nel quale ha potuto comprare giocatori, anche tramite prestiti, inserendoli nel livello di ingaggi ammesso i quel momento. Ora si trova a dover recuperare da questo -144, ma tra accordi e aumenti di ricavi messi a budget avrà lo spazio per chiudere operazioni sul livello di Kessié, ma probabilmente non giocatori come Haaland, che avrà la corsia preferenziale per Madrid, così come Mbappé".
Pubblicità

ENJOYED THIS STORY?

Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

0