GOALC'è una lunga serie di motivi per cui è utile imparare una nuova lingua. Di base, per poter esplorare il mondo, conoscere dettagli, vivere, semplicemente, meglio. In ogni ambito lavorativo, comunicare nell'idioma dominante in un determinato paese, facilita l'inserimento e la stessa mansione. Aiuta nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni umane, nel trovare amici. Evita le incomprensioni, i Lost in Translation, le difficoltà del spiegare che si intendeva una cosa o un'altra. Nel mondo del calcio, un difensore, un centrocampista, un portiere o un attaccante (così abbiamo pronunciato il 100% dei ruoli), è essenziale, all'arrivo in un paese diverso dal proprio per lingua e tradizioni, darsi da fare. Per le disposizioni in campo, per le dichiarazioni e l'amore dei tifosi, sempre pronti a giudicare tale aspetto. Per non incappare in un'immediato scivolone che possa compromettere, prima dell'inizio, il tuo nuovo incarico. Questione di punti di vista, ma di certo, Michel Bastos formò tutta la sua era romana in base ad un peccato originale.
E' il 2014 e la Roma, a caccia di un terzino duttile su cui poter contare per l'annata iniziata ad agosto 2013, punta su Michel Bastos nel calciomercato invernale. E' stato uno dei migliori interpreti sulla fascia mancina, coniuga velocità e tecnica, ha esperienza da poter portare nella Capitale, alla corte di un Rudi Garcia deciso a mettere fine alla nascente nuova era Juventus.
Dopo gli esordi brasiliani e l'esplosione in Francia, Bastos si è un po' perso, giocando prima per lo Schalke e dunque finendo all'Al-Ain, negli Emirati Arabi Uniti. Una cessione in Asia è sinonimo di discesa in verticale, anche solo giudicando il libro dalla copertina. Il tomo è in realtà veritiero da questo punto di vista perchè a trent'anni, Michel non è più quello di una volta, fatica a trovare motivazioni per rendere come in passato, corre a sprazzi. Insomma, la Roma si prende un bel rischio, ma il prestito da un milione di euro non è poi così esoso per provare il colpo.
Il 20 gennaio 2014, Bastos lascia l'Al-Ain e si trasferisce alla Roma. Poco più di 24 ore dopo, la squadra giallorossa sfida la Juventus, rivale per lo Scudetto in campionato, nel quarto di finale di Coppa Italia. Una gara combattuta, che sarà vinta dalla stessa formazione giallorossa grazie al goal di Gervinho nella ripresa. Entusiasmo folle all'Olimpico, la ciliegina di una torta per gli esaltati tifosi della Lupa. I fans sono su di giri da due ore, considerato quanto successo prima del fischio d'inizio.
Sul terreno di gioco c'è Bastos, ma l'esaltazione dei tifosi della Roma non è per un giocatore che sì, può tornare a splendere, bensì per ciò che rappresenta in quel giorno. Ciò che fa inconsapevolmente, punto cardine della storia, rimarrà negli annali dei fans giallorossi più accaniti, quelli del Derby come massimo Everest di gloria di ogni stagione. Sfottò in bocca, nei cori, nei canti, da una parte e dall'altra: filosofia di vita.
Mentre Bastos saluta i tifosi sugli spalti, uno di loro riesce ad appallottolare una sciarpa e gettarla in campo. Trattasi nello specifico di una di quelle presenti nelle tante bancarelle nei dintorni dell'Olimpico, quando gioca la Roma. Anche quando gioca la Lazio, ovviamente, ma a scritta inversa. Il brasiliano vede i colori giallorossi e sorridendo la alza al cielo, estremità sinistra sulla mano mancina, estremità destra nell'arto opposto.
Ovazione mai vista prima, passaparola, web scatenato. Bastos ha la pelle d'oca, sa di poter essere un idolo. Sì, potrebbe esserlo, ma la foga dei fans giallorossi è figlia di un motivo ben specifico: nella sciarpa sollevata dall'ex Lione, la scritta è sfottò. Sono dieci lettere, cinque per parola: "Lazio mer**".
Le due parole in giallo, attorno tutto il rosso. Vedono rosso i tifosi della Lazio, indignati, imbufaliti. Vedono cielo blu, di felicità, quelli della Roma. Da lì, per sempre, Bastos sarà idolo assoluto. Tutto attorno, però, c'è da sistemare la questione. Perchè le società sono aziende e un loro dipendente non può lasciarsi andare così. Il problema, di base, è l'inconsapevolezza del trentenne.
La Roma, per la prima, deve chiedere scusa pubblicamente:
"Bastos ha esposto una sciarpa, lanciata dai tifosi, inconsapevole del messaggio che conteneva. La Società e Michel si scusano per l'accaduto".
Mentre i tifosi della Roma gongolano e quelli della Lazio insorgono (con una percentuale che accetta lo scherzo, lo sfottò, anche se da un tesserato ufficiale dei rivali storici), anche Bastos, via social, è costretto a cospargersi il capo di una cenere composta da chi non è a conoscenza dell'italiano, della scritta, del buio attorno:
"Non ho mai mancato di rispetto a nessuno, quello che è successo è stato un equivoco, mi scuso con la squadra e tifosi della Lazio. Mi è stata lanciata una sciarpa che aveva su scritto un insulto, ma io non me ne sono accorto perché non ho letto la scritta ma l'ho solo sollevata. Chiedo scusa per l'accaduto. Sono molto dispiaciuto".
GettyNonostante i social impazziscano dietro a Bastos in negativo e in positivo, la Roma prova a lasciare alle spalle l'accaduto. Bastos fa lo stesso, ma bloccare un fiume in piena è praticamente impossibile. In città non si parla d'altro, il rinforzo sulla fascia è ormai solo quello della sciarpa, comunque vada la sua esperienza, in positivo o in negativo, niente lo scollerà da quel gesto.
Nuovamente in uno dei tornei top al mondo per una seconda occasione post Asia, Bastos finisce però nel calderone, sciogliendosi al cospetto del fuoco capitolino. Il racconto di quei giorni, nello specifico, avverrà anni dopo l'addio alla Roma, una squadra in cui giocherà appena cinque mesi, con prestazioni decisamente altalenanti:
"Durante la mia presentazione con la Roma non sono stato molto fortunato, non avevo visto ciò che c’era scritto sulla sciarpa. Infatti quando la mostrai alla tifoseria, questa esplose ma non ne capii il motivo. Una volta rientrato negli spogliatoi il mio agente mi disse: ‘Cosa hai fatto?’. Gli risposi di non aver fatto niente di particolare, che avevo solo messo in mostra la sciarpa della Roma. Dopo aver visto il video ero sconcertato: rimasi chiuso a casa una settimana senza uscire e telefonai alla Lazio per scusarmi”.
A trent'anni Bastos ha riacquistato la voglia, l'occasione della Roma è enorme, dopo aver intrapreso la via emiratina. Mentalmente viene però devastato dalla situazione attorno a lui, ma non lo dà a vedere davanti ai microfoni. Durante la vera presentazione, quella a Trigoria con i microfoni davanti a sé e qualche metro più indietro i giornalisti locali, nazionali ed internazionali, è sincero nell'aprire il suo cuore:
"Sì, assolutamente, sono venuto qui per rimanere anche in futuro, il mio obiettivo è di restare qui per diversi anni, sono arrivato qui in prestito, ma sto facendo di tutto come se non dovessi andare via tra 6 mesi, sto organizzando tutto per restare qui diversi anni, non solo dal punto di vista sportivo ma anche personale, con la mia famiglia, il mio obiettivo è restare qui per diversi anni".
I tifosi gongolano sempre più, idolo ad un livello mitico, pellicola cult dell'estate, troppo bella per essere vera. L'amore per la Roma c'è. Dovrebbe bastare. Ma si vuole sempre qualcosa in più, l'odio, ignaro per la Lazio prende il sopravvento anche durante la presentazione, sotto forma di domanda:
"Come ho detto su Twitter si è trattato di un malinteso, uno spiacevole equivoco, è importante rispettare gli avversari, tanta gente ci è rimasta male, colgo l’occasione per scusarmi ulteriormente, era un’occasione per stare con i tifosi, sono rammaricato, non doveva succedere, ora è importante cambiare pagina, io non mi sono accorto di cosa ci fosse scritto, se l’avessi saputo non l’avrei fatta vedere".
Attorno a sé ci sarà sempre quell'episodio, più forte di ogni prestazione. Anche perché sedici gare, senza assist e con un solo goal (nella vittoria contro il Sassuolo per 2-0) non possono essere abbastanza per far dimenticare quella sciarpa, esposta in calce nella mente dei fans romanisti più sfegatati. Ci sarà sempre la domanda, il ricordo, la risata da bar sport. Corre? Sciarpa. Parla? Lazio. Esulta? Sfottò. Non andrà mai via. Andrà via lui, a giugno, spazzando via il desiderio di continuare a lungo in quel di Roma. Giocherà in Brasile per qualche anno, dimenticato. Ti ricordi di Bastos? Domanda. Quello della sciarpa? Risposta. Sipario.
