Pubblicità
Pubblicità
Mario Balotelli Adana DemirsporGetty Images

Balotelli dopo il 2012: dal Time alla Svizzera, storia di un declino annunciato

Pubblicità
Archivio Storie

I muscoli ben in vista dopo il goal alla Germania, la copertina del Time e poi quella di Sports Illustrated che lo definiva 'The Most Interesting Man in the World'. 'L'uomo più interessante al mondo', Mario Balotelli

Correva l'anno 2012 e Super Mario era reduce da quei fantastici Europei che ci hanno visto sbattere violentemente sul più bello contro un muro chiamato Spagna. Le nostre lacrime, quelle di Balotelli, hanno fatto il giro del mondo.

Mario Balotelli on Sports Illustrated coverSport Illustrated

Ma dietro quelle lacrime c'era la consapevolezza che quegli Europei ci avevano consegnato finalmente la migliore versione di Balotelli, un giocatore maturo e pronto per i grandi palcoscenici. Un'illusione, a dire il vero, che si ripeterà ancora e ancora, quasi come in un loop dal quale è impossibile venire fuori.

Balotelli da eroe a indesiderato al Manchester City, Balotelli da eroe a indesiderato al Milan, che per la prima stagione e mezza si era convinto di aver ritrovato il Super Mario versione Euro 2012, capace di segnare 30 goal in tutte le competizioni. Poi il Mondiale da dimenticare, le critiche, le accuse dei senatori in Nazionale, l'ennesimo fuoco che si è accesso e poi spento, lasciando solo la cenere. All'improvviso, l'Italia e la Serie A non andavano più bene.

E allora via al Liverpool, dove non è nemmeno mai scoppiata la scintilla. Forse, anzi sicuramente, la scelta peggiore della sua carriera. Una carriera segnata dalla mano pesante di Raiola, uno che dà tanto e toglie altrettanto ai propri assistiti. Una carriera che al Liverpool ha subito probabilmente la frenata definitiva, dando spazio alla discesa che lo ha portato giù dall'Olimpo del calcio. 

Quattro goal in 28 presenze per quello che era stato definito l'erede di Suarez. Per capire quello che non è stato Balotelli al Liverpool, basta leggere la testimonianza al podcast 'Straight From the Off' di Ricky Lambert, suo compagno di squadra ai Reds.

"Quando giocavo con lui nelle partitelle non faceva nulla. Rovinava tutto e non giocava. Lo potevi vedere calciare via la palla o addirittura fare autogol. E dissi all'allenatore che non volevo più stare in squadra con lui. Quando chiesi ai suoi compagni di squadra se era così anche al Manchester City mi risposero scuotendo la testa".

Il Milan allora ci ha riprovato, perché magari era tutto questione di ambiente. Prestito con diritto di riscatto che non è mai arrivato. Lo scarso rendimento (un solo goal in Serie A) e i continui problemi di pubalgia hanno convinto Berlusconi e Galliani a lasciarlo andare via,questa volta senza rimpianti. Così come lo ha lasciato andare via senza rimpianti il Liverpool, scaricandolo come un peso a costo zero, senza richiedere nessun compenso. Come dire: "prendetevelo, ve lo diamo anche gratis"

Cartoon Liverpool fans attack BalotelliOmar Momani/Goal

Nessuno poteva immaginare che a Nizza si sarebbe riacceso il fuoco, scatenando un vero e proprio incendio. Il rendimento di Super Mario in Costa Azzurra è stato qualcosa di stupefacente: 15 goal la prima stagione e addirittura 26 la seconda in tutte le competizioni. Una bomba in tutti i sensi, mediatico e commerciale, tra vendita di magliette e interazione sui social. Con il Nizza e con il tecnico Favre si è arrivata a creare una sinergia mai vista prima nel corso della carriera di Balotelli.

Impossibile ignorarlo, impossiible non convocarlo in Nazionale con questi numeri. Il ritorno in magla azzurra è arrivato nel 2018, a quattro anni di distanza dall'ultima volta, con Mancini già ct. Maglia da titolare e goal in amichevole contro l'Arabia Saudita, l'ultimo della sua avventura in Nazionale, chiusasi definitivamente a settembre dello stesso anno, in Nations League contro la Polonia, senza più possibilità di ritorno.

Quello che invece è sempre ritornato è il suo momento di 'down', il preciso istante in cui tutto finisce. Al Nizza è coinciso con l'arrivo di Patrick Vieira in panchina: zero feeling, zero sinergia, zero goal e rissa sfiorata in allenamento. 

Fin dall’inizio è stato difficile gestirlo, tra mercato e ritardi di forma. Poi la situazione è peggiorata. Magari c’era la voglia di fare bene, ma poi ci siamo resi conto che non sarebbe stato semplice. Anche se il 98% dei suoi compagni gli vuole bene, la collaborazione tra di noi può essere definita un fallimento".

Le parole di Vieira a 'Nice Matin' sono state la prefazione del suo trasferimento a Marsiglia nel bel mezzo della sua terza stagione a Nizza. Dalla Costa Azzurra ala Provenza, dove il ciclo ha continuato a ripetersi. Contratto spaziale da 4 milioni per soli 6 mesi, 150 mila euro ogni 5 goal segnati e altri 500 mila in caso di qualificazione in Champions dell'OM. Prime 10 partite, 7 goal e l'esultanza con storia su Instagram live al Velodrome. 


Un altro fuoco... di paglia. La stagione di Balotelli al Marsiglia, anzi la sua esperienza, si è conclusa con un rosso diretto all'ultima giornata contro il Montpellier, senza gloria e con 500 mila euro in meno per la mancata qualificazione in Champions. Via Rudi Garcia, via anche lui. Niente rinnovo del contratto all'OM e nuova ripartenza all'orizzonte, da svincolato, cercando un'altra squadra che possa credere in lui.

Si è fatto avanti il Brescia, la squadra della sua città, appena tornato in Serie A. Chi meglio di Balotelli per infiammare la piazza? Dipende: forse nessuno o forse tutti. Con Super Mario non ci sono mai stati mezzi termini, non sono mai esistite sfumature: bianco o nero, estasi o fallimento. Il solito buon avvio, il solito fuoco e alla fine il solito peso. Di mezzo si ci mette il coronavirus e la sua forma fisica che durante il lockdown ha preso le distanze da quella di un'atleta. Infine retrocessione e rescissione, come da contratto.

Mario Balotelli Brescia 2019-20

Nel frattempo Berlusconi e Galliani si sono rimessi insieme per rendere grande il Monza. E dando un occhio agli svincolati si sono fermati sul nome di Mario Balotelli. Ancora lui? Perché no? Alla fine, nonostante le illusioni e le delusioni, i perché no hanno sempre superato i perché sì quando si è trattato di ingaggiare Super Mario. Forse perché, nel cuore di tutti, c'è sempre stata la speranza di modificare i paragrafi di una storia che è sembrata già scritta sin dal primo momento. 

A Monza non è finita male, ma nemmeno bene. Cinque goal in 12 partite, ma niente promozione in Serie A. In mezzo un ritorno a Brescia da avvesario che non è passato inosservato, per usare un eufemismo. I tifosi gli hanno fatto trovare uno striscione di 'bentornato' e gli uomini della sicurezza gli hanno pure impedito di parcheggiare la macchina nel parcheggio del Rigamonti.

"Balotelli: sono altri i giocatori che hanno amato questa città. Per noi vali zero uomo senza dignità".

A rimanere sono state ancora una volta le ceneri, portate via dal vento sino in Turchia, all'Adana Demirspor e poi al Sion, rispettivamente l'ottava e la nona squadra di Balotelli negli ultimi dieci anni. Sempre di passaggio, sempre al limite e alla fine sempre di troppo.

Oggi possiamo dire con certezza che Balotelli è stato la più grande illusione del calcio italiano.

Pubblicità

ENJOYED THIS STORY?

Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

0