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Azzi a GOAL: "Sogno la Serie A col Cagliari, ho ricevuto proposte da Atalanta e Spezia"

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"Io l’ho vista partire da dietro, ho accompagnato l’azione e quando è partita, in quei 3-4 secondi che ci ha messo per finire in porta, ero fiducioso e mi son detto: ‘Mamma mia, questa palla entra’".

La conclusione è quella di Marco Mancosu: la voce narrante, invece, è quella di Paulo Azzi, che la rete da centrocampo del mediano del Cagliari al Curi l'ha praticamente "accompagnata", spingendola il rete col pensiero. Lui, che col Perugia è pure andato a segno, con un tiro-cross che non nasconde la sua tecnica. Brasiliana, purissima.

Dopo diverse stagioni al Modena, Azzi a gennaio si è trasferito in Sardegna, trovando Claudio Ranieri, appena arrivato sulla panchina rossoblù: costanza di rendimento e garanzia. Questo è diventato il "jolly" del Cagliari che, intervenuto a B Italian, il format sulla Serie BKT in onda sul canale Twitch di GOAL Italia, si è raccontato tra passato, presente e futuro.

"Ho vissuto delle belle cose a Modena: ho avuto, grazie anche a tutto quello che è stato fatto lì, l’opportunità di venire qua e di trovare sia lui come allenatore che il Cagliari che come strutture e società cerca di tornare il più presto possibile in Serie A, quindi è una sfida molto bella ed entusiasmante. Il mister mi ha dato subito fiducia e continuità e io cerco di sfruttare tutto al massimo perché con tutta l’esperienza che ha vissuto è una gioia e un piacere averlo qua".

Può giocare a destra e sinistra: tra difesa, centrocampo e attacco. Sì, perché ha fatto anche il centravanti: tutto questo lo ha reso un elemento imprescindibile, ovunque sia stato.

"Nella mia carriera c’è sempre stata una particolarità: ho fatto tanti cambiamenti sia di ruolo che di squadra e questo mi permette oggi di dire che sono molto flessibile in campo. L’anno scorso ad esempio a volte giocavo prima punta con Attilio Tesser: la porta ogni tanto la vedo, la cosa dell’attaccante è rimasta dentro di me. Ogni ruolo ti dà un’opportunità: cerco sempre di essere disponibile con l’allenatore perché posso essere impiegato in più ruoli".

Che poi tutto parte dal 2002: dalla vittoria del Brasile ai Mondiali. Da Ronaldo 'Il fenomeno' e da un titolo che ha ispirato un'intera generazione.

"Quel Mondiale mi lascia un ricordo bello: quando mi ricordo del calcio da bambino, ci sono sempre la vittoria del Brasile e il taglio che Ronaldo ha fatto. Perché poi andavi a scuola e tutti mostravano grande entusiasmo. Il calcio ti trascina a cercare questa competitività: sappiamo quanto sia forte nel mondo, questo sport. A volte incontro la gente per strada che mi dice: ‘Ma sei proprio tu? Facciamo una foto’. E io dico: ‘Ma sto andando a far la spesa, sono una persona normale’. Per la gente però c’è qualcosa in più".

Quel qualcosa in più che spinge anche il Cagliari con una mentalità diversa ai Playoff: l'obiettivo resta uno. Il ritorno in Serie A.

"È una piazza calda: il mister ha portato molto entusiasmo alla gente e la persona che incontri per strada è molto fiduciosa in vista dei Playoff. Basta vedere quando giochiamo in casa o quando andiamo in trasferta: è incredibile come la gente ci tiene a venire, a tifare. E quando ti trovi in una piazza così ti viene lo stimolo di far bene, perché poi se perdi andare a fare la spesa è un po’ più complicato (ride, ndr). È una responsabilità, ma ti dà l’opportunità di crescere. Abbiamo cercato di arrivare più in alto possibile: poi in campo abbiamo avuto questa consapevolezza quando abbiamo visto il valore della squadra, quando abbiamo giocato contro squadre importanti e siamo riusciti a far gioco. Potevamo avere qualche punticino in più, è vero, ma adesso manca così poco che dobbiamo mentalizzarci. Due partite e siamo lì".

C'è una sliding door importante, nella carriera di Azzi: a inizio agosto il Modena batte ed elimina il Sassuolo dalla Coppa Italia, in un derby che ha permesso ai gialloblù di farsi notare. E infatti, dopo quella partita, sono arrivate chiamate importantissime.

"Sarò sincero. Abbiamo fatto un ottimo campionato di Serie C e all’inizio stagione ho fatto quella partita che ha fatto conoscere altre persone, perché giocare contro una squadra di Serie A ti dà quella visibilità che permette a qualcuno che non ti ha ancora visto di guardarti in campo. Sono riuscito a fare un’ottima gara: la proposta è arrivata davvero. Prima l’Atalanta, poi lo Spezia. Nel calcio di oggi la gente cerca di arrivare più giovane possibile in alto: e a volte ci sono quelli che a 20 anni hanno la capacità di arrivare al Top e di giocarci per 10 anni, ma altre volte c’è così tanta pressione che qualcuno può anche esplodere a 20 anni e poi non sopportare tutto questo per gli altri 10 successivi. A volte c’è troppa fretta: io ho 28 anni e sto molto bene a livello fisico e psicologico. Ma c’è gente che dice: ‘Ha 28 anni e ha ancora tempo’. È bello saperlo, sì: se mi aveste fatto questa domanda tre anni fa dicendomi ‘tra qualche anno ti arriverà questa proposta dalla Serie A’, io avrei risposto ‘ma com’è possibile?’. È la cosa bella del calcio: puoi credere fino alla fine che qualcosa può succedere".

Non ha rimpianti, Azzi: anzi. Ha un obiettivo fisso, la Serie A col Cagliari, ma anche la consapevolezza che quanto è riuscito a fare è importante.

"Se finisse oggi la mia carriera potrei guardare i miei figli negli occhi e dir loro: ‘Ho fatto tutto ciò che mi è stato possibile e ho sfruttato pienamente tutto ciò che mi è stato offerto’. Sono già contento: non che mi accontento eh, ma sono già felice di guardare indietro e vedere le esperienze che ho vissuto. A volte pensi: ‘Cavolo, ho 28 anni…’. Ne parlavo con Mancosu e dicevo: ‘Come passa il tempo, dobbiamo approfittare di tutto il tempo che abbiamo’. Essendo al Cagliari mi aspetto di vedermi con questa maglia in Serie A".

La Serie A con una promessa che siamo riusciti a strappare.

"Il mio idolo era Ronaldo il fenomeno: anche per il Mondiale del 2002, era l’età in cui il calcio per me cominciava a diventare una gioia, in quel momento il Brasile ha vinto e lui era il protagonista. Se il Cagliari viene promosso in Serie A con un mio goal mi faccio i capelli ‘alla Ronaldo’? Se faccio il goal promozione lo faccio, va bene: poi però lo tolgo".
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