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 Angel Correa Atetico Madrid 2022 2023Getty Images

La storia di Angel Correa: il Milan sfiorato, il tumore al cuore, il Mondiale vinto

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AngelCorrea ha giocato con soli due club nella sua carriera. Nel calcio moderno, sempre più una rarità. Ha indossato la maglia del SanLorenzo, club dove è cresciuto, e quella dell’AtleticoMadrid, che lo ha adottato e gli ha regalato una nuova vita in Europa.

Il mondo di Correa, da Rosario a Madrid, è sempre stato fatto di difficoltà e voglia di riscatto. Sin dagli inizi complicati: Angel è cresciuto in un quartiere difficile di Rosario, dove da piccolo ha visto morire il padre e uno dei dieci fratelli. Un’infanzia più che complicata, nella quale il pallone è sempre stato l’unico vero amico. Il SanLorenzo nota e tessera il ragazzino, che a 12 anni supera tutti i provini. Dopo sei stagioni nelle giovanili, Correa esordisce puntuale in prima squadra.

Nello stesso periodo, cioè un anno prima della partenza per Madrid, una benedizione speciale: Correa è stato cresimato da Bergoglio, che all’epoca era vescovo e che non ha mai nascosto la sua passione per la squadra rossoblù argentina. Dopo la cresima arriva la chiamata dell’Atletico, che acquista il trequartista neo campione d’Argentina per 7.5 milioni di euro. Correa attraversa l’oceano con i sogni negli occhi, ma una terribile diagnosi medica mette tutto il suo mondo sottosopra.

Due mesi dopo il suo arrivo in Spagna, il 19enne Angel Correa scopre di avere un tumoreal cuore. È benigno e va operato. Correa finisce sotto i ferri a New York per rimuovere il neoplasma tramite una delicata operazione di microchirurgia su un ventricolo. Così delicata che neanche gli specialisti osano sbilanciarsi sul futuro del ragazzo. Sono a rischio non solo a carriera di Correa, ma anche e soprattutto la sua stessa vita.

“È un problema molto grave che mette a rischio la vita del giocatore – diconoall’AtleticoMadrid – È impossibile determinare quando il ragazzo ne verrà fuori”.

Ma Correa da Rosario sorprende tutti e, grazie alla sua forza di volontà, torna in campo già nel dicembre dello stesso anno con l’Under 20 dell’Argentina, con cui nel febbraio successivo vincerà il SudamericanoUnder20. Un recupero lampo e una rivincita immediata.

Il capocannoniere di quel torneo è Giovanni Simeone (9 goal). Solo lui e Pereiro (Uruguay, 5 reti) segnano più del rinato Angel Correa, che finisce sul tabellino dei marcatori per 4 volte, di cui una all’esordio contro i pari età dell’Ecuador. Una rinascita in piena regola: l’operazione al cuore è incredibilmente già alle spalle.

Nonostante la gioia con la Nazionale giovanile, Correa esordirà con i ‘Colchoneros’ circa sei mesi dopo, nella nuova stagione, nel match contro il Las Palmas. Un mese dopo troverà le sue prime reti, prima in Liga poi in Champions League. Per far capire di nuovo, nel caso ce ne fosse bisogno, di che pasta sia fatto quel ragazzo da Rosario.

L’AtleticoMadrid lo ha aspettato e gli ha dato un futuro. AngelCorrea lo ha ripagato diventando un'autentica bandiera del club, con oltre 250 presenze e 50 reti da quel 2014 ad oggi.

Non se n’è andato neanche quando era ai margini e sembrava fuori dai piani di Simeone. Era l’estate del 2019: si parlava di un affare fatto col Milan per 40 milioni più bonus quando Boban tornava dal blitz decisivo in Spagna in cui aveva definito formula, cifre e anni di pagamento. L’accordo col giocatore era già stato trovato. Era fissato anche l’appuntamento in Italia di Berta, ds dell’Atletico, volto a definire il tutto. Poi non se ne fece più niente, e Giampaolo rimase senza trequartista. Sull’asse Milano-Madrid ci fu un ritorno di fiamma nell’estate seguente, quella del 2020, ma l’affare Correa-Milan, alla fine, non si è mai concluso.

“Ho un ottimo rapporto con Simeone, ma quando stava per finire la faccenda del Milan non ha fatto niente – rivelò il giocatore a'RadioLaRed' – Mi disse che se rimanevo andava tutto bene, se me andavo andava tutto bene. Stavo per lasciare l’Atletico e mi hanno detto: ‘Guarda, sei il 10 dell’Atletico, vivi in Spagna, a Madrid… ma ti arrabbi e hai voglia di giocare’”.

Correa ci ha riflettuto e ha scelto di rimanere in quella che tutt’oggi è la sua seconda casa. Sliding doors. E ha fatto bene, perché quello stesso anno si è laureato per la prima volta campionediSpagna. L’Atletico ha vinto la Liga davanti a Real (+2) e Barcellona e Correa è stato un pilastro di quella squadra, il calciatore più presente insieme a Oblak con all’attivo 38 presenze su 38 partite.

Tutto questo nonostante la stagione 2020/2021 non sia stata un’annata facile per l’argentino. Nel 2020 un tumore è stato diagnosticato anche a sua mamma, che Angel considera la donna più importante della sua vita. Per lei si è rasato a zero, combattendo al suo fianco la battaglia più importante durante i cicli di chemio.

“Non c’è tregua per il tuo nemico sul campo di battaglia – scriveva il trequartista sui social – possono toccare il tuo corpo, ma la tua anima è intoccabile, anche se ti strappano la carne, la tua fede è infrangibile. Non ruberanno chi sei, il tuo spirito è più forte. Hai vinto questa guerra. Sei il nostro guerriero, ti amiamo sempre di più”.

Angel sapeva già molto bene cosa significasse lottare contro un tumore. Ogni tanto, ancora oggi, il centrocampista deve sottoporsi a dei controlli di routine, come ad esempio l’intervento dello scorso anno, servito per controllare la cicatrice dell’operazione sul torace.

“Sono molto felice di dirvi che è andato tutto bene – annunciava l'argentino - Grazie a tutti per i messaggi di supporto, mi avete aiutato a rimanere positivo”

Positività” è la parola chiave nella vita di Angel Correa. È rimanendo sempre positivo che il calciatore ha superato i problemi di salute e si è costruito una vita felice con la moglie Sabrina, da cui ha avuto tre bellissime bambine: Lola, Luz e l’ultima arrivata Lia.

È così che il calciatore, lo stesso che a 19 anni ha rischiato la vita e la carriera, è stato capace di vincere un Mondiale, seppur non da protagonista.

Con la Nazionale dei grandi, in realtà, Correa è partito sin dall’inizio a fari spenti, con poche apparizioni e convocazioni saltuarie: resta a casa per la Copa America del Centenario, per i Mondiali di Russia 2018 con Sampaoli e anche per la Copa America 2019 con Scaloni. Il ct lo porta con sé solo nel 2021 per la CopaAmerica in Brasile, che l’Argentina vincerà dopo 28 anni dall’ultima volta. Cioè la prima di Correa.

Accade lo stesso per il Mondiale in Qatar, dove Correa scende in campo in un’unica occasione ma dove è parte integrante di un grande gruppo capace di arrivare fino in fondo. Le prodezze di Messi gli permettono di diventare Campione del mondo a quasi 27 anni. Una gran bella soddisfazione per chi pensava di dover smettere dopo aver avuto un tumore al cuore.

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