Dopo neanche 72 ore dalla sua istituzione ufficiale, la Superlega è già arrivata alla fine della corsa. A confermarlo è stato Andrea Agnelli, vice presidente della lega istituita domenica notte.
All’agenzia Reuters il numero uno della Juventus ha confermato l’arrivo al capolinea del progetto della nuova competizione europea.
"A essere onesti e franchi, dico di no, è evidente che non si può fare. Resto convinto della bontà del progetto, ma non si può fare un torneo a sei squadre".
Agnelli poi rivela come molte altre squadre lo abbiano contatto per entrare nella Superlega.
"Non ho intenzione di dire quanti mi hanno chiesto di unirsi a noi in 24 ore, forse hanno mentito ma un certo numero di squadre voleva entrare".
Il presidente della Juventus ha capito che il progetto sarebbe naufragato dopo l'intervento del premier inglese Boris Johnson.
"Ho ipotizzato che, se le sei squadre si fossero staccate dalla Premier League, la politica avrebbe visto questo come un attacco alla Brexit ed al loro sistema".
Infine quando gli viene chiesto se sia pentito per le modalità usate nei confronti dell'ex amico Ceferin, Agnelli spiega come non avrebbe potuto agire diversamente.
"Se avessi chiesto l'autorizzazione non credo che avrei realizzato questo progetto. Le relazioni cambiano nel tempo...Non credo che il nostro settore sia particolarmente sincero o affidabile in generale".
In mattinata il ‘Corriere dello Sport’ e ‘Repubblica’ hanno pubblicato un’intervista ad Agnelli, con dichiarazioni di ieri, nelle quali Agnelli rilanciava l'intenzione di andare avanti.I fatti di ieri sera, con la dipartita delle inglesi, hanno fatto il resto.




