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Barella gfxGOAL

"Abbiamo chiuso con la Roma", ma scelse l'Inter: le sliding doors di Nicolò Barella

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"Avrei voluto Barella alla Roma: ci ho anche parlato un paio di volte al telefono, per provare a convincerlo".

Oggi Nicolò Barella è sulla bocca di tutti, ma proprio tutti. E lo è da anni. Basti pensare alle parole di Jurgen Klopp, che un paio d'anni fa si era detto felice di non dover incontrare il centrocampista dell'Inter - infortunato - nel doppio confronto del suo Liverpool in Champions League. Un po' meno soddisfatto era Simone Inzaghi, che ha la fortuna di allenarlo ogni giorno, ma che tra San Siro e Anfield non ha potuto contare su uno dei giocatori più forti della sua rosa.

Lui, un po' come Antonio Conte, potrà dire di aver allenato un calciatore "diverso" rispetto ai canoni convenzionali del calcio italiano: "moderno" fino al midollo, un centrocampista che di solito abbiamo visto all'opera in altri campionati e in altre squadre, stropicciandoci gli occhi.

Che, poi, è quel che tempo fa ha spinto Paulo Fonseca, dopo le prestazioni agli Europei del 2021, a rivelare il suo interesse rivolto al passato: a quando, nel 2019, Barella era ancora al Cagliari, in procinto di lasciare la Sardegna. Un passo importante che ha caratterizzato il dibattito calcistico improntato sul calciomercato.

Il culmine è stato raggiunto a luglio di quell'anno, quando il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, intervistato da Sky ha confermato di aver chiuso la trattativa per il trasferimento del centrocampista alla Roma, dopo mesi di negoziati con l’Inter.

"L'11 giugno abbiamo raggiunto l'accordo con l'Inter sulla parte fissa, che penso sia la cosa più importante in ogni trattativa, e c'erano solo i bonus da discutere. Però sono 20 giorni che non sentiamo l'Inter, non so se sia più interessata al ragazzo. Nel frattempo è arrivata una proposta della Roma ancora più importante e abbiamo chiuso con loro, siamo soddisfatti".

Salta il banco, insomma: certo, leggere queste dichiarazioni nel 2024, con due Scudetti nella bacheca di Barella con i nerazzurri, fa un certo effetto. Ancor di più se consideriamo che quella tra la formazione di Inzaghi e la squadra di Ivan Juric segna uno spartiacque importantissimo per il prosieguo del campionato e per la corsa ai primi posti.

“Adesso credo sia legittimo che il ragazzo si prenda due giorni per decidere il suo futuro”, ha aggiunto Giulini.

Ed è qui che si concentra il vero focus della discussione: a cercarlo, oltre alla Roma, l’Atletico Madrid del “Cholo” Simeone, alla vigilia della sua ultima stagione al Cagliari, ma anche il Napoli. La sua decisione, però, ha due soli colori: e non sono il giallo e il rosso.

Oggi Barella vanta 240 presenze e 23 goal in nerazzurro, i suoi colori, quelli che ha scelto, al di là di qualsiasi accordo con questa o l’altra squadra. E al di là della Roma, che per l'ennesima volta affronterà da avversaria all'Olimpico da quando si è trasferito a Milano.

“C'è stata una trattativa tra il Cagliari e la Roma, il presidente Giulini ha detto che era d'accordo con i giallorossi, ma io avevo parlato chiaro con lui e gli avevo detto che, se non fosse riuscito a trovare un'intesa con l'Inter, sarei rimasto a Cagliari”, ha spiegato nel 2019 a “La Gazzetta dello Sport”.

Roba da “O Inter o niente”: e così sia. Un po’ come una delle foto più note che lo riguardano e che lo ritraggono da bambino con la maglia nerazzurra. Adesso ne ha una tutta sua, col suo nome e il suo numero: in fin dei conti è sempre la sua “seconda squadra”, dopo il Cagliari. Ragionevole.

Nicolò ha recuperato dai problemi fisici che ne hanno condizionato le ultime settimane, vivrà di nuovo un Roma-Inter, da avversario ripenserà al passato e a quella volta che il Cagliari lo aveva praticamente ceduto alla Roma. Sliding doors, le solite.

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