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Di Weah in Weah: Milan-Juventus è anche la partita di Timothy

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Di padre in figlio, sempre in Italia, ma con maglie differenti. La famiglia Weah. Con George, ora Presidente della Liberia, con un passato – e che passato – nel Milan dal 1995 al 2000: 147 partite, 58 goal, 2 scudetti.

In rampa di lancio Timothy, acquistato dalla Juventus nel corso dell’ultima finestra di mercato, con alle spalle – in termini di prima squadra – tre esperienze corpose: PSG, Celtic e Lille. Più un percorso con la Nazionale USA sempre più in ascesa.

Ora, la partita delle partite, per questioni affettive. TW, infatti, è pronto a macinare chilometri sulla fascia destra. Una candidatura forte, logica considerando come McKennie dovrebbe tornare ad agire maggiormente da mezzala in relazione alle vicissitudini di Pogba e Fagioli.

  • George Weah MilanGetty Images

    UNA PAROLA: LEGGENDA

    Da dove partire? Beh, innanzitutto dal fatto che George sia stato il primo calciatore non europeo a mettere le mani sul Pallone d’Oro. Poi, citando una data, 8 settembre 1996. Ovvero l’indimenticabile coast to coast contro il Verona. Una prodezza sempre viva e che fotografa alla perfezione le caratteristiche dell’ex bomber rossonero: potenza, classe, fiuto per la rete. Un profilo “old school” ma anche dannatamente moderno, capace di catturare anche le simpatie degli acerrimi rivali. E ciò, automaticamente, sottolinea lo spessore umano del personaggio.

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  • TIMOTHY SOGNA IN GRANDE

    Un investimento mirato, quello proposto dalla Juve, proiettato a sostituire adeguatamente Cuadrado. Certo, l’evoluzione non è delle più immediate, ma proprio il pre-campionato ha fatto capire – a suon di prestazioni – come alla Continassa abbiano pescato un profilo interessante. Un inserimento graduale, vedi i 282’ maturati in 8 apparizioni in questi primi mesi nel Belpaese. Ora, quindi, ecco un importante esame di maturità a San Siro. Magari sfruttando l’assenza di Theo Hernandez, seguendo un certo tipo di piano gara.

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  • “DA SEMPRE JUVENTINO”

    George non ha mai fatto mistero della sua fede calcistica. Concetto ribadito a giugno in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: “Sono sempre stato juventino, mi sono innamorato della Juve con Platini e se mi chiede con quale altra squadra avrei voluto giocare dico Juve. Ma il Monaco è la mia prima famiglia calcistica e il Milan la seconda”. Sempre nella stessa intervista, il presidente della Liberia auspicava che il figlio potesse trasferirsi in Italia. Accontentato. Anzi, doppiamente accontentato, considerando come sia finito nella sua squadra del cuore.

  • Weah Juventus Torino 2023Getty

    VIETATO FARE PARAGONI

    George e Timothy, dal punto di vista calcistico (ma non solo), rappresentano due personalità assai differenti. Ovviamente, bisogna considerare gli usi e costumi delle due generazioni, ma basti vedere gli interessi del 23enne di New York. Per nulla banale dentro e fuori il rettangolo di gioco. Poi c’è l’aspetto protettivo, quello che ha sempre portato il papà a premiare la meritocrazia. Nessun favoritismo, testa bassa e pedalare, costruire mattoncino dopo mattoncino. Cosa che TW ha fatto, la classica gavetta, fondamentale per potersi affacciare al grande calcio.

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