Pubblicità
Pubblicità
Vitor Paulo BarretoGetty

Vitor Paulo Barreto: il Milan, Conte e l'incubo infortuni, dall'Europa alla D in un anno

Pubblicità

Attaccante brasiliano dai notevoli mezzi fisici, che faceva della velocità e dell'elasticità i suoi punti di forza, Vitor Paulo Barreto è stato quello che può essere a ragione definito un enfant prodige del calcio. Approdato in Italia giovanissimo con il Treviso, ha anche potuto indossare la maglia del Milan a livello giovanile, prima di far ritorno con il club veneto, con cui ha debuttato in Serie B.

Affermatosi poi con Treviso, Udinese e soprattutto Bari, dopo aver brillato sotto la guida di Antonio Conte prima e Gian Piero Ventura poi, l'italo-brasiliano inizia ad essere perseguitato dagli infortuni.

I guai fisici non gli danno tregua, tanto da costringerlo ad una serie di stagioni deludenti e con poche presenze. Passa nuovamente dall'Udinese, poi il Torino, ancora con Ventura, ultimo disperato tentativo di tornare quello di un tempo.

Non ci riuscirà, e in pochi mesi passerà dal suo ultimo goal in Europa a giocare in Serie D col Venezia. Poi quattro anni di stop con l'agonismo. Il rientro nel 2019, in Serie C con il Gozzano.

La speranza di potercela fare vanificata da un ultimo, durissimo stop: rottura del legamento crociato e carriera praticamente chiusa prima di compiere 34 anni, dopo aver lasciato intravedere grandi potenzialità.

  • IN ITALIA A 13 ANNI: IL TREVISO E IL TORNEO VINTO COL MILAN

    Vitor Paulo Barreto nasce a Rio de Janeiro il 12 luglio 1985. Come tanti ragazzi brasiliani, anche per lui la passione per il calcio è precoce, tanto che a soli 13 anni è scoperto dagli osservatori del Treviso, che decidono di portarlo in Italia. Non esistono ancora, infatti, limitazioni sull'età dei calciatori.

    Barreto dimostra di essere un bel prospetto mettendosi in mostra nelle Giovanili del Treviso, e a 16 anni è ceduto in prestito agli Allievi del Milan. In rossonero, in squadra fra gli altri con Lino Marzoratti ed Elia Legati, vince anche il Torneo Città di Arco, sconfiggendo in finale la Fiorentina.

    Il Milan sarà però per lui soltanto una breve parentesi: tornato al Treviso, nella stagione 2003/04 debutta fra i grandi in Serie B l'11 settembre 2003 al Bentegodi, in un Verona-Treviso 0-0, prima giornata del torneo cadetto. A lanciarlo è l'allora mister dei veneti Adriano Buffoni, che ha come suo vice Marco Giampaolo.

    In quel campionato il diciottenne Barreto mette insieme 8 presenze, giocando accanto a compagni di squadra quali Massimo Ganci, Luigi Anaclerio e il connazionale Reginaldo. L'anno seguente sarà quello dell'esplosione per l'attaccante carioca: Barreto gioca infatti 25 gare e realizza 12 goal, dando un contributo fondamentale per il 4° posto finale dei biancocelesti. Questi ultimi perdono la semifinale playoff col Perugia, ma poi sono ripescati in Serie A al posto del Torino.

    Intanto Barreto ha anche un brutto infortunio nella sfida del 29 aprile 2005 con il Bari. L'attaccante brasiliano cade rovinosamente dopo uno scontro di gioco con Michele Anaclerio al 77', e riporta un trauma distorsivo del rachide cervicale.

    Tutti sono con il fiato sospeso: bloccato con un collare e caricato direttamente sul campo in ambulanza, Barreto è trasferito al reparto di neurochirurgia del Policlinico di Bari, mentre i giocatori si guardano attoniti e Pillon in panchina si fa il segno della croce.

    "Mi ha salvato Dio- dice -. Su quel pallone, ho sentito il capitano, Gallo, che mi incitava a saltare: sono andato in elevazione, forse troppo, finendo su Michele Anaclerio. Ho capito subito che non sarebbe stato facile cadere, perché quel volo non finiva mai: sono stati attimi terribili, mi chiedevo quando mai sarei tornato a terra. Poi, la tremenda botta, con la testa sotto il peso del corpo. Ricordo tutto: il mio urlo di dolore e la grande paura, proprio non riuscivo a respirare" .
    Sul trauma fa chiarezza il dottor Dino Munarolo, medico sociale della squadra. "Solo grazie alla sua elasticità articolare - spiega quest'ultimo -, Barreto ha potuto evitare i danni, anche permanenti, che simili cadute possono provocare. Victor è una "palla", ha incredibile agilità. Ci vorrebbero almeno 20 giorni di riposo, ma" Ninho", come lo chiamano i compagni, ci sorprenderà".

    Il dramma e la paura per le conseguenze della caduta durano quasi due ore: poi radiografie e risonanza magnetica escludevano lesioni ossee e midollari, cancellando la paura. E Victor raggiunge la squadra, al Victoria Parc Hotel di Santo Spirito, accolto da un boato. Dopo una decina di giorni di riposo, è di nuovo col gruppo.

  • Pubblicità
  • L'ASCESA CON L'UDINESE E LE COPPE EUROPEE

    L'exploit con il Treviso porta Barreto in forza all'Udinese nella stagione 2005/06. L'attaccante di Rio debutta nei playoff di Champions League contro lo Sporting Lisbona e segna una rete nella partita di ritorno al Friuli, vinto dall'Udinese per 3-2. Grazie a questo risultato i friulani, allenati da Serse Cosmi, si qualificano alla fase a gironi della manifestazione.

    Sempre in campo europeo nella medesima stagione, dopo aver affrontato anche il Barcellona e l'uscita dalla Champions League, l'attaccante realizza altre due reti contro il Lens (3-0) nei sedicesimi di Coppa Uefa. Il cammino dei friulani si arresta nel turno successivo, agli ottavi di finale, in cui vengono sconfitti dal Levski Sofia.

    Per Barreto sembra il proseguo ideale di una carriera da bomber, ma non sarà così: ottenuto anche il passaporto italiano, inizia ad avere qualche problema di natura muscolare. Segna le sue prime 2 reti in Serie A al Tardini il 27 novembre 2005, propiziando la vittoria dei suoi per 1-2.

    In due stagioni totalizza in tutto 64 presenze e 11 reti totali con l'Udinese in tutte le competizioni, fra cui 53 presenze e 8 goal in Serie A e ottiene due decimi posti in classifica nel massimo campionato.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • IL RITORNO AL TREVISO, CONTE E IL TRIENNIO D'ORO AL BARI

    Nel 2007 dopo aver prolungato il contratto con l'Udinese fino al 2012, Barreto è ceduto in prestito con diritto di riscatto al Treviso in Serie B. In una stagione negativa per la squadra, che si piazza 14ª, la punta realizza comunque 14 reti in 32 gare di Serie B.

    Chiusa definitivamente l'esperienza trevigiana con 26 reti in 67 gare, la punta carioca è ceduta in prestito dall'Udinese al Bari. Inizia così per Barreto un biennio esaltante con i Galletti. La prima stagione, il 2008/09, lo vede beneficiare della 'cura' di Antonio Conte.

    La preparazione atletica e il tipo di calcio praticato dal tecnico salentino esaltano le caratteristiche dell'attaccante di proprietà dell'Udinese, che esplode con 23 goal in 32 presenze, più 2 reti in 2 gare di Coppa Italia. L'exploit di Barreto è determinante nella vittoria del campionato da parte del Bari, che ottiene così la promozione in Serie A.

    "Antonio Conte è il migliore in assoluto - assicura nel 2019 a 'La Gazzetta dello Sport' -. Nel 2008-2009 era alle prime armi ma si vedeva già che era un fenomeno: con lui giocavamo un gran calcio e salimmo in A. C’erano Bonucci, Ranocchia, Almiron e tanti altri. Quella era una signora società".

    Resta in maglia biancorossa anche nel massimo campionato, dove, con Gian Piero Ventura in panchina, e il numero 10 sulle spalle, si conferma su alti livelli: sono infatti 14 le reti in 31 presenze, alcune delle quali di pregevole fattura e particolarmente pesanti. Il Bari si salva bene, piazzandosi al 10° posto finale e raccogliendo 50 punti.

    "Contro l'Inter Mourinho, che quella stagione fece il Triplete, firmai una doppietta su rigore ma poi loro pareggiarono - ricorderà -. Contro la Juve invece la partita la vincemmo noi 3-1. Ah, la stagione successiva un goal lo feci anche al Milan".

    La terza stagione al Bari, il 2010/11, non sarà però all'altezza delle precedenti. Il corpo di Barreto, che fino a quel momento era stato il suo principale alleato, inizia a mostrare i primi scricchiolii. L'attaccante brasiliano ama segnare partendo in velocità sul filo del fuorigioco e sfruttando i lanci dalle retrovie dei suoi compagni. Ma inizia ad accusare problemi muscolari in serie che lo costringono a passare più tempo in infermeria che sul campo.

    In una stagione disgraziata per i Galletti, che retrocederanno in Serie B chiudendo all'ultimo posto, si fa male al tendine d'Achille e deve saltare ben 14 partite, restando fermo da fine dicembre a marzo 2011. Poi uno stiramento gli farà chiudere anzitempo il campionato. Chiuderà l'anno con appena 4 goal in 13 gare e l'ultima presenza sul campo datata 19 dicembre 2010.

    "A Bari mi ha fermato l’infortunio nella terza stagione - dirà a 'gianlucadimarzio.com' -. Se non fosse stato per quello sarei rimasto. Ma nel 2010/11 è girato tutto storto e siamo retrocessi".

    L'avventura entusiasmante con il Bari si conclude così in modo amaro, dopo 43 goal complessivi in 78 partite. L'ultima grande prestazione resta quella al San Nicola contro il Milan di Allegri il 7 novembre 2010: il brasiliano prima serve l'assist per il provvisorio 1-2 di Kutuzov, poi fissa il punteggio finale sul 2-3 con una splendida girata al volo su assist di Donati che non lascia scampo ad Abbiati.

  • IL DECLINO PER I TANTI INFORTUNI: DALL'EUROPA ALLA D IN UN ANNO

    Nell'estate 2011 Barreto fa ritorno all'Udinese, proprietaria del suo cartellino, ma i problemi fisici continuano a tormentarlo. In una stagione e mezza gioca appena 12 partite, 11 di Serie A e una di Europa League, senza mai trovare il goal. In tanti si chiedono dove sia finito il bel giocatore ammirato appena qualche anno prima.

    A dargli un'opportunità di rilancio nel gennaio 2013 è allora il Torino di Urbano Cairo, sulla cui panchina è approdato un vecchio estimatore del brasiliano, il tecnico Gian Piero Ventura.

    "Mi aveva chiamato Ventura, non potevo dire di no. Con lui a Bari ero stato bene. Al Torino ho ritrovato Meggiorini, Masiello, Gillet e Gazzi. Per alcuni mesi sono stato anche bene fisicamente".

    Nel primo semestre in granata torna al goal dopo circa 2 anni e mezzo di digiuno, nel rocambolesco k.o. per 3-5 in casa contro il Napoli del 30 marzo 2013. Si ripete nel turno successivo contribuendo al 2-2 col Bologna al Dall'Ara, e 2 giornate dopo va nuovamente a segno in trasferta al Franchi nella sconfitta per 4-3 con la Fiorentina. In tutto totalizza 3 goal in 16 partite, con la speranza di tornare al top nel 2013/14.

    L'esordio del 2° anno è da sogno, datato 31 luglio 2014. Si gioca l'andata del Terzo turno preliminare di Europa League e Barreto 'timbra' la vittoria per 0-3 in Svezia contro il Brommapojkarna con la rete finale che ipoteca la qualificazione.

    Il Torino accede poi alla fase a gironi di Europa League, ma presto tornano i guai fisici e gli strappi muscolari. Il goal agli svedesi resterà così l'ultimo del brasiliano in granata, in un'annata da appena 6 presenze totali e appunto un'unica marcatura.

    Il club piemontese non crede più in lui e l'attaccante, dopo appena 4 centri in 33 gare, si ritrova senza squadra e accetta nell'estate 2014 l'offerta del Venezia. In pochi mesi Barreto passa dai campi europei a giocarein Serie D. Con i lagunari disputa 5 partite, senza andare a segno.

    Capisce che deve fermarsi, perché non riesce più a giocare come vorrebbe. Così resta 4 lunghi anni senza giocare, continuando però ad allenarsi. Per un certo periodo lo fa col Pordenone, poi ecco arrivare proposte dagli Emirati Arabi, da Malta e dal Monopoli, che tuttavia non si concretizzano.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • IL RITORNO IN C E LA ROTTURA DEL CROCIATO

    Alla fine il sospirato ritorno in campo avviene con il Gozzano in Coppa Italia di Serie C il 4 agosto 2019 nella sfida persa 0-1 contro il Renate. Barreto sogna di ritrovare la miglior condizione per il campionato ma la sfortuna si accanisce contro di lui: prima l'influenza, poi, dopo sole 3 gare giocate, un primo serio infortunio al ginocchio.

    L'attaccante torna in campo il 17 novembre 2019, ma dopo appena 5 minuti, il suo ginocchio fa crack. Stavolta il problema è ancora più serio: rottura del legamento crociato del ginocchio, che si traduce nella rescissione anticipata del contratto a febbraio 2020 e nella conclusione più dolorosa della carriera per un'attaccante che nel pieno della sua condizione fisico atletico aveva fatto vedere grandi cose anche ad alti livelli.

    A 34 anni ancora da compiere Barreto deve dire dunque basta al calcio giocato, portando dentro di sé un grande rimpianto.

    "Dove sarei potuto arrivare senza tutti gli infortuni? Difficile dirlo - dichiarerà a 'La Gazzetta dello Sport' -, sicuramente non sarei sparito per quattro anni...".

    Di recente, alla vigilia del suo 38° compleanno, per lui è arrivata però una proposta suggestiva da parte della squadra di Futsal delle Eagles di Cividale. Barreto riflette e chissà che, come fatto da altri calciatori, non possa tornare alla ribalta nel Calcio a 5.