Nel 2007 dopo aver prolungato il contratto con l'Udinese fino al 2012, Barreto è ceduto in prestito con diritto di riscatto al Treviso in Serie B. In una stagione negativa per la squadra, che si piazza 14ª, la punta realizza comunque 14 reti in 32 gare di Serie B.
Chiusa definitivamente l'esperienza trevigiana con 26 reti in 67 gare, la punta carioca è ceduta in prestito dall'Udinese al Bari. Inizia così per Barreto un biennio esaltante con i Galletti. La prima stagione, il 2008/09, lo vede beneficiare della 'cura' di Antonio Conte.
La preparazione atletica e il tipo di calcio praticato dal tecnico salentino esaltano le caratteristiche dell'attaccante di proprietà dell'Udinese, che esplode con 23 goal in 32 presenze, più 2 reti in 2 gare di Coppa Italia. L'exploit di Barreto è determinante nella vittoria del campionato da parte del Bari, che ottiene così la promozione in Serie A.
"Antonio Conte è il migliore in assoluto - assicura nel 2019 a 'La Gazzetta dello Sport' -. Nel 2008-2009 era alle prime armi ma si vedeva già che era un fenomeno: con lui giocavamo un gran calcio e salimmo in A. C’erano Bonucci, Ranocchia, Almiron e tanti altri. Quella era una signora società".
Resta in maglia biancorossa anche nel massimo campionato, dove, con Gian Piero Ventura in panchina, e il numero 10 sulle spalle, si conferma su alti livelli: sono infatti 14 le reti in 31 presenze, alcune delle quali di pregevole fattura e particolarmente pesanti. Il Bari si salva bene, piazzandosi al 10° posto finale e raccogliendo 50 punti.
"Contro l'Inter Mourinho, che quella stagione fece il Triplete, firmai una doppietta su rigore ma poi loro pareggiarono - ricorderà -. Contro la Juve invece la partita la vincemmo noi 3-1. Ah, la stagione successiva un goal lo feci anche al Milan".
La terza stagione al Bari, il 2010/11, non sarà però all'altezza delle precedenti. Il corpo di Barreto, che fino a quel momento era stato il suo principale alleato, inizia a mostrare i primi scricchiolii. L'attaccante brasiliano ama segnare partendo in velocità sul filo del fuorigioco e sfruttando i lanci dalle retrovie dei suoi compagni. Ma inizia ad accusare problemi muscolari in serie che lo costringono a passare più tempo in infermeria che sul campo.
In una stagione disgraziata per i Galletti, che retrocederanno in Serie B chiudendo all'ultimo posto, si fa male al tendine d'Achille e deve saltare ben 14 partite, restando fermo da fine dicembre a marzo 2011. Poi uno stiramento gli farà chiudere anzitempo il campionato. Chiuderà l'anno con appena 4 goal in 13 gare e l'ultima presenza sul campo datata 19 dicembre 2010.
"A Bari mi ha fermato l’infortunio nella terza stagione - dirà a 'gianlucadimarzio.com' -. Se non fosse stato per quello sarei rimasto. Ma nel 2010/11 è girato tutto storto e siamo retrocessi".
L'avventura entusiasmante con il Bari si conclude così in modo amaro, dopo 43 goal complessivi in 78 partite. L'ultima grande prestazione resta quella al San Nicola contro il Milan di Allegri il 7 novembre 2010: il brasiliano prima serve l'assist per il provvisorio 1-2 di Kutuzov, poi fissa il punteggio finale sul 2-3 con una splendida girata al volo su assist di Donati che non lascia scampo ad Abbiati.