Pubblicità
Pubblicità
Raphael Varane Manchester United 2023-24Getty

Varane lancia l'allarme sugli infortuni alla testa: "Ho avuto diverse commozioni cerebrali"

Pubblicità

Ormai da tempo nel calcio si discute sulla reale pericolosità degli infortuni che coinvolgono la testa.

Il regolamento impone agli arbitri di fermare immediatamente il gioco in caso di contrasti che coinvolgano il capo dei giocatori o di pallonate particolarmente violente.

Nonostante questo incidenti, anche gravi, possono capitare. A raccontarlo, in una lunga intervista concessa a 'l'Equipe', è Raphael Varane.

Il difensore di Francia e Manchester United, infatti, svela di aver subito varie commozioni cerebrali durante la sua carriera.

  • IL CONSIGLIO AL FIGLIO

    "Al Manchester United ci avevano consigliato di non fare più di 10 colpi di testa in allenamento... Mio figlio di 7 anni gioca a calcio e io gli consiglio di non prendere testate.Dopo aver dato molti colpi di testa, dire che tutto è andato bene è più complicato. Tante volte noi giocatori non lo capiamo, non pensiamo nemmeno a fare un test. Riconoscere una commozione cerebrale e curarla è una vera sfida. È un vero problema di salute, può anche essere vitale. Le cose stanno cambiando poco a poco, ma possiamo ancora fare progressi in questo settore", ha spiegato Varane,

  • Pubblicità
  • L'INFORTUNIO AI MONDIALI

    Varane spiega come alla base di alcune delle peggiori partite giocate in carriera ci fossero proprio infortuni alla testa: "Sì, ho avuto diverse commozioni cerebrali. Se guardiamo indietro alle tre partite più brutte della mia carriera, ce ne sono almeno due in cui avevo subito un trauma cranico qualche giorno prima".

    Una di queste risale agli ottavi di finale dei Mondiali 2014 contro la Nigeria. Pochi giorni dopo Varane sarebbe sceso regolarmente in campo per i quarti di finale:

    "Ho terminato la partita con la Nigeria col pilota automatico. Se qualcuno mi avesse parlato in quel momento, non so nemmeno se avrei potuto rispondere. Non ricordo la partita dopo questo shock. Sentivo affaticamento agli occhi. Ripensandoci mi chiedo: se avessi saputo che era una commozione cerebrale, l'avrei detto, anche se significava non giocare quella partita? Non lo so. So che in questi dieci anni si fanno più test. Allora come potevo misurare la mia capacità di giocare o meno contro la Germania ai quarti? Non si può dare la colpa neanche ai medici, è una situazione un po' complicata. In dieci anni non ho mai voluto parlarne perché può sembrare una scusa e non avrei mai voluto che sembrasse così, perché non lo è".

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • LA PARTITA CONTRO IL CITY

    Varane ha svelato di aver subito lo stesso infortunio prima della sfida di Champions League tra Real Madrid e Manchester City, in seguito a una pallonata durante la gara contro il Getafe: "Quegli errori insoliti non erano caduti dal cielo. Mi sentivo senza energie mentre preparavo la partita di Champions League contro il Manchester City, ma non sapevo che c'entrasse qualcosa con il colpo. Ho seguito un protocollo di recupero di cinque giorni senza troppi sforzi. Poi abbiamo avuto qualche giorno di riposo e ricordo di essermi sentito molto stanco, ma pensavo fosse legato alla solita decompressione di fine stagione. Quando ho ripreso ad allenarmi, non mi ero ripreso dalla stanchezza legata allo shock subito. L'ho sentito fin dal riscaldamento, mi sono detto: svegliati. Avevo quasi voglia di schiaffeggiarmi".

  • ENJOYED THIS STORY?

    Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

  • LA PAURA DI VARANE

    Varane, infine, confessa che forse adesso qualcosa è cambiato nel suo modo di giocare: "Quando sai che le ripetute commozioni cerebrali hanno un effetto potenzialmente fatale, dici a te stesso che le cose possono andare molto storte. A quel tempo non ero un padre di famiglia, ma oggi, a 30 anni e con tre figli, la penso diversamente".

  • Pubblicità
    Pubblicità
0