Tomas Rosicky, Pavel Nedved e le leggende del calcio di Praga

Chiamato affettuosamente "Piccolo Mozart", Tomas Rosicky è uno dei figli più famosi e talentuosi del calcio praghese. Il playmaker proviene da una famiglia di calciatori: suo padre Jiri ha giocato nello Sparta Praga negli anni '70, mentre suo fratello ha trascorso un periodo nel club.

Rosicky è entrato nella prima squadra dello Sparta Praga da adolescente e ha contribuito alla conquista di due titoli nel 1999 e nel 2000, ma le sue capacità erano tali che l'élite europea è stata costretta a prendere nota.

Il Borussia Dortmund si fa avanti e lo rende il giocatore più costoso della storia della Bundesliga, sborsando 25 milioni di marchi (equivalenti a 12,7 milioni di euro di oggi) per i suoi servizi nel 2001.

Nel 2006 Rosicky è stato chiamato dall'Arsenal, con cui si è guadagnato lo status di giocatore di culto, aiutando il club di Premier League a conquistare la FA Cup nel 2014.

Pavel Nedved non sarà un praghese, ma le sue prestazioni con lo Sparta Praga e con la nazionale ceca negli anni '90 sono state il catalizzatore del successo della sua futura carriera. I tifosi cechi di una certa età ricorderanno con affetto il suo ruolo fondamentale nella corsa della nazionale verso la finale di Euro 96.

Centrocampista davvero completo, capace di giocare ovunque, Nedved ha partecipato a tre campionati con lo Sparta tra il 1992 e il 1995, prima di passare in Serie A, dove ha brillato prima con la Lazio e poi con la Juventus.

Le sue prestazioni con la Juve gli sono valse il Pallone d'Oro nel 2003. A tutt'oggi è l'unico giocatore ceco ad aver vinto il prestigioso riconoscimento.

Vladimir Smicer è una leggenda della Premier League per i tifosi del Liverpool, ma è anche una figura eroica a Praga, dove ha brillato con il rosso e il bianco dello Slavia. Il ceco, che vanta 80 presenze in nazionale, ha iniziato la sua carriera nella capitale con lo Slavia, aiutandolo a vincere il campionato nel 1996.

In seguito la sua carriera lo ha portato in Francia e in Inghilterra - ha vissuto sei anni ricchi di trofei ad Anfield, vincendo anche la Champions League, segnando in finale a Istanbul il primo goal della rimonta sul Milan- ma è tornato trionfalmente a Praga nel 2007, aiutando lo Slavia a vincere altri due titoli.

Smicer è nato a Decin, ma è ormai un figlio adottivo di Praga, dove ha vissuto nell'ultimo quarto di secolo, e ci ha mostrato con orgoglio la città in vista della finale di Europa Conference League del 2023: guardatela qui sotto!

Petr Cech è uno dei più grandi portieri di tutti i tempi e lo Sparta Praga ha contribuito al suo straordinario percorso acquistandolo dal Chmel Bisany.

Anche se la permanenza di Cech nella capitale è stata breve (solo una stagione), il suo contributo si è fatto sentire: ha trascorso 903 minuti senza subire goal, stabilendo un nuovo record.

Cech ha lasciato lo Sparta Praga per il Rennes, arrivando al club francese per 5,5 milioni di euro, e la sua carriera è andata di bene in meglio, prima al Chelsea, dove ha vinto quattro titoli di Premier League e la Champions League, poi all'Arsenal, dove ha conquistato una FA Cup.

Con 124 presenze per la Repubblica Ceca, è il giocatore più presente nella storia della nazionale e il suo status di leggenda è indiscusso.

Nativo di Praga, Patrik Schick è l'autore di uno dei più grandi goal della storia del calcio ceco.

Il tiro dalla distanza dell'attaccante contro la Scozia a Euro 2020 ha vinto il premio di goal del torneo ed è ricordato con affetto da tutti i tifosi cechi.

Schick ha fatto la gavetta allo Sparta, il club della sua città natale, ma non ha tardato a fare carriera all'estero, con la Sampdoria che lo ha portato in Serie A.

Da allora ha giocato con la Roma, il Lipsia e il Bayer Leverkusen, e le sue prestazioni gli sono valse il riconoscimento di Calciatore ceco dell'anno nel 2021 e nel 2022.

Sebbene abbia iniziato la sua carriera nelle giovanili dello Sparta Praga, è allo Slavia che Patrik Berger si è fatto conoscere.

Imponente playmaker, dotato di un piede mancino precisissimo, Berger era una risorsa per qualsiasi squadra e le sue quotazioni salirono alle stelle quando partecipò alla finale di Euro 96 della Repubblica Ceca.

In seguito, si è trasferito al Liverpool ed è diventato un beniamino dei tifosi ad Anfield, facendo parte della squadra dei Reds che ha vinto la FA Cup, la Coppa UEFA e la Coppa di Lega nel 2001.

Alla fine Berger è tornato allo Sparta Praga per concludere la sua carriera dove tutto era iniziato.

Il portiere Jaromir Blazek ha giocato per lo Slavia, il Bohemians e lo Sparta, ma è stato con quest'ultimo che ha avuto il maggiore impatto, stabilendo il record di presenze in campionato e quello di clean sheet.

Sebbene non sia mai riuscito a raggiungere le vette del suo collega Petr Cech, Blazek è riuscito a giocare per 14 volte in nazionale e vanta numerosi trofei nel suo palmarès.

All'inizio della sua carriera ha vinto un titolo con lo Slavia, prima di aiutare lo Sparta a vincere cinque titoli negli anni 2000.

Con 55 goal in 91 presenze, Jan Koller è il miglior marcatore di tutti i tempi della Repubblica Ceca e il praghese è senza dubbio uno dei giocatori più completi della storia recente.

Partito dallo Sparta Praga, il fisico gigantesco e la determinazione di Koller lo hanno reso uno degli attaccanti più singolari d'Europa, oltre che prolifico.

In Belgio ha militato nel Lokeren e nell'Anderlecht prima di passare al Borussia Dortmund, diventando un eroe quando il BVB ha conquistato il titolo nel 2002.

Koller ha partecipato a tre campionati europei e a una Coppa del Mondo con la Repubblica Ceca, con il suo miglior contributo probabilmente nella corsa alla semifinale di Euro 2004.

La stagione 1995-96 è quella in cui Karel Poborsky si annuncia al pubblico europeo. I suoi goal da ala destra aiutano lo Slavia Praga a conquistare il titolo ceco e quell'estate si mette in luce nella corsa del suo Paese verso la finale di Euro 96.

Seguì il trasferimento al Manchester United: anche se il suo periodo all'Old Trafford fu ostacolato dall'ascesa di David Beckham, Poborsky se ne andò con una medaglia di vincitore della Premier League.

La sua carriera lo ha portato in Portogallo, dove ha giocato per il Benfica, e poi in Italia, nella Lazio, dove ha segnato una doppietta nel famoso Lazio-Inter del 5 maggio 2002, che consegnò lo scudetto alla Juventus.

Poborsky è poi tornato a Praga, aiutando lo Sparta a vincere due campionati, prima di concludere la sua carriera con il Ceske Budejovice.