Centrocampista con grande visione di gioco, Thiago Motta in realtà era un allenatore già in campo. E le sue prime idee tattiche incuriosiscono non poco.
"La mia squadra deve essere offensiva, corta, imporre il gioco, pressare alto, muoversi sempre insieme con e senza palla, con i giocatori che abbiano sempre il compagno vicino e 4-5 alternative per la giocata. Il calcio non è il biliardino, non contano i numeri, ma i movimenti. Puoi essere super offensivo con il 5-3-2. E difensivo con il 4-3-3. Dipende dalla qualità e dall’atteggiamento.Per me la squadra si può leggere anche da una fascia all’altra e giocare con il 2-7-2...Due laterali, sette in mezzo al campo compreso il portiere che avvia l'azione e due nella fascia opposta”, spiegò Thiago Motta a 'La Gazzetta dello Sport'.
Che tra i modelli, oltre a Guardiola e Klopp, citò ovviamente anche Mourinho perché"vive solo per vincere, anche giocando male: non cerca il bello, ma un nemico da battere”.
Thiago Motta affronta la prima avventura al Genoa senza paura, convinto di poter fare bene anche senza grandi campioni proprio come spiegava a Parigi: "Per giocare bene non contano 11 fenomeni, conta l'idea di calcio e la capacità che hai di trasmetterla. Se ci riesci, anche chi non è un top player può essere partecipe di un grande spettacolo. Ho visto squadre piccole giocare un grande calcio”.