L’inserimento tra le fila azzurre è più complicato del previsto: l’impiego quasi del tutto assente in Portogallo si fa sentire e induce Walter Mazzarri a procedere coi piedi di piombo, prima di affidare a Rolando le chiavi di una difesa già rodata e con i propri meccanismi.
L’esordio, peraltro, non è dei più felici: Rolando gioca sia l’andata che il ritorno dei sedicesimi di Europa League contro i cechi del Viktoria Plzen, quando il Napoli rimedia una doppia sconfitta che la estromette definitivamente dai giochi.
Per il primo gettone in Serie A bisogna attendere il 10 marzo e, anche questa, è una circostanza negativa per i partenopei, battuti per 2-0 al ‘Bentegodi’ dal Chievo. Dopo altri due spezzoni e quattro panchine consecutive, il minutaggio di Rolando si modella positivamente nel finale di stagione: Mazzarri lo schiera tra i titolari contro Bologna, Siena e Roma, l’antipasto di una collaborazione che avrà un seguito a Milano.
Sì, perché Mazzarri è scelto da Moratti per guidare l’Inter, reduce da un nono posto al culmine di un’annata tormentata da polemiche e infortuni: l’allenatore toscano fa proprio il nome di Rolando per sistemare una delle difese più perforate del campionato e, proprio come accaduto a Napoli, la fase iniziale è dedicata al ‘rodaggio’ dalla panchina.
Rolando è escluso nei primi sei impegni stagionali, per poi esordire il 29 settembre a Cagliari: da allora diventa parte integrante dell’undici titolare, da cui non esce più. In un’intervista ad ‘Antena 1’, il portoghese sottolinea l’importanza ricoperta da Mazzarri in quel delicatissimo momento della carriera.
“Sono arrivato al Napoli dopo aver passato sei mesi difficili al Porto. Grazie al presidente Pinto da Costa abbiamo trovato questa soluzione a gennaio. Ma mi mancava il ritmo partita, non era facile entrare da subito in una squadra collaudata come il Napoli. Quando ho migliorato la condizione fisica, la conoscenza di un campionato differente e il feeling con allenatore e compagni sono diventato titolare e ho finito la stagione come titolare. E Mazzarri, quando ha dovuto scegliere un giocatore da prendere per l'Inter, ha scelto me. Nonostante abbia giocato poco lo scorso anno, ha dimostrato di credere in me e nelle mie capacità”.
A ‘Sportweek’, Rolando rivela la promessa fattagli dal tecnico di San Vincenzo, mantenuta con l’ufficialità del trasferimento all’Inter.
“A lui sono piaciuto le poche volte che ho giocato. Mi disse che ho delle qualità come giocatore e come persona, che in partita sono capace di fare quello che lui chiede ad un difensore, per questo mi considera importante e aggiunse: ‘Farò di tutto per portarti con me’. E così è stato”.
I nerazzurri falliscono l’accesso alla Champions ma, quantomeno, tornano in Europa League grazie al quinto posto finale: Rolando si toglie la soddisfazione di segnare quattro reti, di cui una (inutile) alla Juventus di Antonio Conte. Tutto lascia pensare ad un riscatto esercitato da parte dell’Inter ma, proprio come un anno prima col Napoli, i nerazzurri non trovano l’accordo col Porto che chiede addirittura i 30 milioni della clausola rescissoria per lasciarlo partire, in risposta alle richieste dell'entourage del giocatore che si scontra col muro eretto dalla società biancazzurra.
'Correo da Manha' scrive addirittura di una lite fisica tra Pedro Pinho, socio del presidente del Porto che lamenta di aver ricevuto uno schiaffo, e Paulo Texeira, procuratore che secondo la sua versione avrebbe ricevuto degli epiteti razzisti.