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Jeremie JanotGoal

'Spiderman' Janot, un portiere come nessuno

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Se non conoscete Jeremie Janot dovete assolutamente rimediare. Vi mancherebbe qualcosa, o meglio, vi mancherebbe qualcuno di davvero unico e speciale nel vostro personale almanacco calcistico.

Vi mancherebbe un portiere come nessun altro. Uno che a suo modo ha scritto la storia. Uno che appena lo conosci non lo dimentichi più.

  • 172 CENTIMETRI DI FOLLIA

    Jeremie Janot nasce a Valenciennes e si mette ben presto in testa di voler fare il portiere. C'è soltanto un piccolo grande problema: è alto appena 172 centimetri. Un problema per gli altri, ma non per lui.

    'Sei bravo, ma troppo basso". Questa frase a poco a poco diventa un tormentone. Per il piccolo Janot arriva un rifiuto dietro l'altro, fino a quando la sua strada non si incrocia con quella del Saint-Etienne, che lascia i pregiudizi da parte e decide di dargli una possibilità.

    Ha 16 anni quando indossa per la prima volta la storica maglia verde. Ne ha 31 quando se la toglie per l'ultima volta. Una maglia che però non è mai la stessa.

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  • IL PADRE CONOSCIUTO... ALLO STADIO

    Il Saint-Etienne gli regala la fama, ma anche la possibilità di ricongiungersi con il padre biologico, che inizialmente aveva deciso di non riconoscerlo.

    "Stavamo giocando a Lille - il racconto di Janot - quando a un certo punto sento qualcuno urlare il mio nome da dietro la porta. Mi giro e ed eccolo lì: era mio padre. Pensavo che non l'avrei mai più rivisto. E' stato un vero shock"

    "Mi dice che deve parlarmi, così ci incontriamo al termine della partita. Inizia a dirmi che ha rimesso a posto la sua vita e che inoltre ho due sorellastre. Due gemelle: Gina e Laura"

    La cosa incredibile è che entrambe giocano a rugby ad alti livelli, hanno vinto un campionato francese e giocato persino in Nazionale. E che hanno conosciuto Janot tramite una partita in tv.

    "Un giorno, mio ​​padre biologico ha chiesto loro di guardare una partita di Coppa di Lega, Saint-Etienne-Auxerre. Dopo un po', ci fu un primo piano del mio viso e mio padre disse loro: questo è vostro fratello. Vista la somiglianza fisica, hanno capito che non era uno scherzo"

    "La parte più difficile è stata dirlo a mia madre. Mi sono comportato spesso da pazzo sul campo. Ma questa è senza dubbio la storia più pazza della mia vita"

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  • Jeremie Janot

    'SPIDERMAN' JANOT

    Janot è unico, ma sempre diverso. E' un concentrato di esplosività, sotto tutti i punti di vista. Lo è sul campo con i suoi voli. Quando scatta come una molla e arriva a prendere palloni che nessun'altro essere umano con la sua statura sarebbe capace di prendere.

    Lo è ancor prima che la partita inizi, quando tutti si chiedono che maglia abbia deciso di indossare quel giorno: a pois, tigrata, da Arlecchino o persino del Milan. Si perché in occasione di un derby contro l'odiato Lione, Janot decide di indossare una maglia fornita da Adidas con i colori del Milan. Il motivo è tanto semplice quanto provocatorio: qualche settimana prima, infatti, il Lione è stato eliminato dalla Champions proprio dai rossoneri.

    Janot è pronto a generare il caos, ma alla fine viene 'censurato'. Meglio evitare polemiche e tensioni. Janot accetta il consiglio, ma la settimana successiva si presenta comunque in campo con la maglia in omaggio al Milan in trasferta contro il Nancy.

    Ma l'apice Janot lo raggiunge nel 2005, quando si presenta sul terreno di gioco per la foto di squadra interamente travestito da Spiderman. Per giocare toglie solo la maschera. Il resto rimane.

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  • LEGGENDA IN VERDE

    Ma Janot non è solo e soltanto eccentricità, come vorrebbe dimostrare il tatuaggio tribale disegnato sulla sua nuca e ispirato alla sua passione per le arti marziali miste e in particolare per il fighter brasiliano Wanderlei Silva. Janot è anche un simbolo per tutto il popolo verde del Saint-Etienne. Prima capitano e poi leggenda in 15 anni vissuti insieme. Il terzo giocatore per numero di presenze nella storia del club.

    Janot è anche un portiere da record, ancora oggi detenuto in Ligue 1. con 1534 minuti di imbattibilità casalinga. Un portiere capace di saper incidere in qualsiasi modo, persino con un clamoroso assist di tacco in pieno recupero per il goal del 2-2 finale in una sfida contro il Nantes.

    Janot è anche quello che a fine partita ti confessa di essersi fatto la pipì addosso per riscaldarsi dal freddo. E che non è stata nemmeno la prima volta. Janot è tutto questo. Un qualcosa di difficilmente replicabile nella sua unicità.

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